Sentiero Italia CAI Umbria Marche 03 Madonna delle Coste in Accumoli – Castelluccio

loc. Madonna delle Coste (Accumoli) – Castelluccio Una tappa lunga e di discreto dislivello conduce fino all’incantevole abitato di Castelluccio di Norcia costeggiando dall’alto il suo famoso Piano Grande. Dalla Madonna delle Coste si sale puntando al colle tra il Monte Ciambella e la Costa Castelluccia e si giunge alla Forca dei Capelli a quota 1625 metri. Proseguendo verso nord si costeggiano i Pantani e si guadagna l’omonima Forca per poi seguire il confine del Parco Nazionale dei Monti Sibillini fino al Rifugio Genziana. Qui si entra nel territorio della stazione sciistica di Forca Canapine toccando il Rifugio Colle le Cese, il Rifugio Monti del Sole e passando nei pressi del Rifugio Perugia. In questo punto ci si affaccia sul Piano Grande che viene aggirato a mezzacosta lungo le cime che lo delimitano sul lato occidentale. Con una lunga serie di saliscendi dominando dal lato la piana, si raggiunge Castelluccio.

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Sentiero Italia CAI Umbria Marche 02 Colle d’Arquata – Madonna delle Coste in Accumoli

Colle d’Arquata – loc. Madonna delle Coste (Accumoli) Tappa al confine tra Marche/Lazio si presenta di media lunghezza e dislivello ridotto. Partenza da Colle Arquata (983 m) sulla strada asfaltata che da Colle va in direzione dell’abitato di Spelonga percorrendola per 1.800 m. Raggiunta località Fontanelle (1030 m) ci s’immette sulla destra, su un sentiero ben visibile, per raggiungere l’abitato di Grisciano. Si attraversano la strada statale Salaria e il fiume Tronto. Da qui si prende il sentiero in salita tenendo la sinistra del Colle Petrone e del Colle Rapina fino a raggiungere Colle del Moro (899 m). Si prosegue in direzione sud/ovest, salendo Colle Forcella e Colle Lattanzi (1.117 m). Ora il sentiero va in direzione sud passando per Fonte Crocetta e Fonte Cupo fino a raggiungere località Madonna delle Coste (1.016 m).

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Sentiero Italia CAI Umbria Marche 01 San Martino – Colle d’Arquata

San Martino – Colle d’Arquata Da poco entrati nel territorio marchigiano, precisamente nella provincia Ascolana, inizieremo con una tappa lunga e caratterizzata da notevole dislivello. Dall’abitato di San Martino (790 m) si prende subito quota raggiungendo la cresta di San Paolo sotto la rocca di Montecalvo (960 m). Da qui si segue il crinale per la totale durata del percorso in salita passando sotto il Colle dell’Araglione (1092 m) ed il Monte Libretti (1.216 m). Si prosegue sempre in salita toccando la Fonte della Scentella (1.220 m), Colle Pidocchi (1.469 m), Monte Cesarotta (1.800 m) e la Cima Fonteguidone (1.863 m), per raggiungere poco dopo il Termine di Macera della Morte (2.022 m). Da questo punto in poi il tratto di crinale che si percorre in direzione nord ovest avanza in discesa fino all’altezza di Passo del Chino (1.581 m). Si prosegue in direzione ovest nel bosco fino alla strada bianca (1.290 m), si svolta verso est per 400 metri, si abbandona la strada bianca e si continua su sentiero in direzione sud/ovest, raggiungendo l’abitato di Colle d’Arquata (983 m).

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Moretta di Fano PAT Marche

La Moretta che oggi è stata riconosciuta a tutti gli effetti come cocktail dall’AIBES, è un caffè forte e robustamente corretto, originariamente solo dal rum e successivamente dal mix di rum, anice e brandy. Tipico del fanese sin dalla fine dell’800 (per lo meno è solo fino ad allora che si possono retrodatare le documentazioni cartacee) questo caffè dalla forte correzione calda nasce per i lavoratori dell’alba, per tutte quelle persone che dovevano affrontare le intemperie del duro lavoro mattutino (pescatori, spazzini, mercanti), che nella Moretta trovavano un buon corroborante e un modo per scaldarsi da dentro

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Cavolfiore Tardivo di Fano PAT Marche

Pianta rustica e resistente al freddo, di maturazione tardiva, presenta infiorescenze di grana grossa, forma tendenzialmente semisferica appiattita, di colore bianco o bianco avorio, di struttura compatta, privo di pelosità. Le infiorescenze presentano pezzatura medie (diametro 14-18 cm) o medio piccole (da 12 a 14 cm).

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Cavolfiore Precoce di Jesi PAT Marche

Infiorescenza globosa, formata da corimbi bianchi, racchiusa da foglie ampie di colore cenerognolo. Nel corso degli anni il “Precoce di Jesi” è stato oggetto di ripietute selezioni finalizzate al miglioramento delle caratteristiche commerciali del prodotto. Originarimente infatti, l’infiorescenza presentava le classiche lumachelle (protuberanze coniche a spirale) che, pur rappresentando un magnifico esempio di architettura vegetale, conferivano al prodotto una scarsa attitudine ai trasporti in quanto sovente, per l’irregolarità della superficie, l’infiorescenza si rompeva. Inoltre il miglioramento genetico ha inciso anche sul colore del corimbo che, in origine giallognolo e quindi scarsamente appetito dal mercato, è divenuto bianco, più richiesto. Pur avendo perso le iniziali caratteristiche morfologiche, il cavolfiore “Precoce di Jesi” conserva attitudini di precocità e rusticità tipiche di questa varietà.

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Carciofo Precoce di Jesi PAT Marche

Il Carciofo Precoce di Jesi ha uno sviluppo alquanto contenuto, con un’altezza media misurata dal colletto all’inserzione del peduncolo del capolino centrale di circa 30 cm. Il caule, pubescente e di colore verde, ha i nodi disposti in modo ravvicinato. La pianta manifesta una spiccata eterofillia; il colore dell’intero apparato fogliare risulta nelle pagine superiori verde glauco con riflessi cinerei per la presenza di una lieve tomentosità e di tonalità meno intensa nelle inferiori

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Carciofo Monteluponese o Scarciofeno PAT Marche

E’ composto da un rizoma fibroso dalle cui gemme si sviluppano fusti ramificati. Il fusto principale presenta alla sommità un capolino, costituito da un ricettacolo e da diverse brattee terminanti con una spina. Alla base del fusto ogni anno si formano nuovi getti detti “carducci” necessari alla riproduzione della carciofaia. I fiori hanno corolla tubulosa, sono ermafroditi, di colore azzurro-violaceo; le foglie sono grandi di colore verde più intenso. Il frutto è un achenio di forma leggermente schiacciata e allungata.

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Marche
VINCISGRASSI ALLA MACERATESE STG

I Vincisgrassi alla Maceratese STG si riferiscono ad un primo piatto gratinato al forno ottenuto da tre preparazioni base: la pasta all’uovo fresca, il sugo di condimento ricco di carni, animali da cortile e loro frattaglie, maiale e vitello e la besciamella, a cui viene aggiunto del formaggio grattugiato Parmigiano Reggiano DOP o Grana Padano DOP.

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VINCISGRASSI ALLA MACERATESE STG