Lardo di Faeto  PAT

Il lardo di Faeto ha un colore bianco, leggermente rosato, consistenza morbida e umida, un sapore fresco tendente al dolce e un profumo aromatico. Il Lardo di Faeto, prodotto tipico del paesino in provincia di Foggia, valorizza il grasso del dorso del maiale nero del sub Appennino Dauno. Deve essere lavorato entro 72 ore dalla macellazione dell’animale. Messo in salamoia per circa due giorni, viene quindi condito con pepe in grani e foglie di alloro e messo a stagionare in luogo areato dai due ai tre mesi. La fetta di Lardo di Faeto è di solito rettangolare, di varie dimensioni e di spessore non inferiore a 3 centimetri.

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Fegatini di Laterza  PAT

Gli gnummareddi sono preparati con frattaglie miste di agnello o capretto da latte (fegato, polmone e rognone) strette all’interno del loro stesso budello, insieme a foglie di prezzemolo gigante e carosello (semi di finocchio selvatico). Alcune varianti contemplano anche l’uso di trippa, animelle e di pezzetti di altra carne nel ripieno. Fra gli altri ingredienti presenti, secondo le numerose varianti, possono esservi pecorino o altro formaggio, alloro, lardo, peperoncino, aglio e spezie varie.

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Involtino bianco di trippa di Locorotondo  PAT Puglia

È un piatto per palati forti ma chi lo gusta assicura che è un trionfo di profumi e sapori. L’Involtino bianco di trippa è diffuso in molte parti della Puglia, ma a Locorotondo è una vera specialità. Nella preparazione si utilizza trippa di agnellone con all’interno stomaci e prestomaci avvolti con budella di agnellone e prezzemolo e cotti con cipolla, buccia di formaggio pecorino, pomodori, sale e pepe, per 4 ore nella pignata a fuoco molto lento. La lavorazione degli involtini è fatta a mano con forbici e appositi coltelli su taglieri in marmo o acciaio, sgrassatori e caldaia per la bollitura.

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Cervellata PAT

Lunga o corta, ha sempre un sapore unico la Cervellata, salsiccia di bovino e suino, la cui preparazione è un rituale che da secoli si ripete nelle macellerie di Toritto. Le parti più umide delle carni vengono sgrassate, macinate separatamente nel tritacarne e poi miscelate in opportune proporzioni, con l’aggiunta di basilico fresco, aglio, pepe e sale. Prima di insaccare l’impasto in un budello naturale, si effettua un’altra macinatura e si aggiunge acqua e tanto buon formaggio pecorino pugliese. La cottura ideale della Cervellata deve lasciare l’interno di colore “rosa” e la carne umida e succosa

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Carne podolica PAT

La Carne podolica della Murgia e del Gargano è pregiata per le sue caratteristiche organolettiche, tanto da fregiarsi del marchio di origine controllata 5R, al pari degli altri quattro tipi genetici: Chianina, Marchigiana, Maremmana e Romagnola. La carne è ottenuta da bovini liberi di muoversi su ampie superfici da pascolo e risulta qualitativamente superiore per sapore e consistenza rispetto a quella dei vitelloni legati alla mangiatoia fissa.

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Carne di capra PAT

È una saporita tipicità della tradizione gastronomica del Gargano, tanto che alla carne di capra in acqua e sale Rignano Garganico dedica anche una gustosa sagra nella stagione estiva. In questo periodo la carne di capra infatti è particolarmente saporita, per ragioni biologiche e per l’alimentazione costituita dal timo garganico e da altre erbe selvatiche.

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Carne al fornello di Locorotondo PAT

La carne al fornello di Locorotondo è infilata in spiedoni di acciaio messi poi al fornello per la cottura. Zucchero, al secolo Domenico, la più grande autorità in paese (e forse nel mondo) sulla cottura al fornello, sbuca letteralmente dal forno per spiegarmelo: “La particolarità del fornello è che la cottura avviene su uno spiedo che, al contrario della brace, è posto in verticale. La cottura è quindi indiretta, perché lo spiedo viene appoggiato di lato. In questo modo il grasso che cola non si brucia e non altera il sapore della carne.”

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Capocollo di Martina Franca PAT

Le origini del Capocollo di Martina Franca. Anticamente, i suini allevati in Salento, nella zona di Taranto e più in generale in Puglia, venivano portati per essere macellati e lavorati a Martina Franca. La manodopera martinese, abbinata al clima eccezionalmente fresco, ventilato e secco, rappresentavano in connubio perfetto per la lavorazione degli insaccati. Durante tutto il Regno di Napoli e successivamente fino ad arrivare ad oggi, le carni e gli insaccati di Martina Franca sono state apprezzate e ricercate in tutto il mondo. Il Capocollo di Martina Franca è la quintessenza dell’abilità dei macellai martinesi e racchiude in sè tutto l’aroma inconfondibile dei boschi di quercia e dell’aria frizzantina della Valle D’Itria.

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Bombette di Martina Franca PAT

Un piccolo e prezioso scrigno di gusto da assaporare nella sua più semplice essenzialità.

Le bombette di Martina Franca della Macelleria Centro Storico utilizzano solo carne di maiali pugliesi. Il taglio destinato a questa prelibatezza è il capocollo: compreso tra la testa e il lombo, inframmezzato da venature di grasso indispensabili per mantenerlo tenero e particolarmente saporito. La parte grassa non influisce in modo così importante sull’apporto calorico, infatti il capocollo è considerato una carne semigrassa. A fare la differenza oltre alla scelta della carne e alla sua provenienza pugliese, c’è il ripieno succulento: elemento principe il provolone semi piccante pugliese.

Le Bombette di Martina Franca sono ufficialmente riconosciute nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dalla regione Puglia.

Qualità, freschezza, genuinità: sono questi gli unici ingredienti “segreti” che troverai nel banco della Macelleria del Centro Storico.

Lo spiedo è composto da 5 Bombette, ma a seconda del quantitativo ordinato (riportante il numero di pezzi) comporremo nel modo migliore gli spiedi per garantire la spedizione e la conservazione del prodotto.

In mancanza di tempo e di barbecue le Bombette di Martina Franca sono perfette al forno, in padella o nel ragù. In tutte queste varianti di cottura il gran finale sarebbe proprio l’approdo in una bella puccia croccante dei nostri panettieri della Valle d’Itria!

Nel panino tutti i succhi non vengono dispersi, regalando morsi di piacere…

Come si prepara le Bombette di Martina Franca: Le Bombette di Martina Franca sono un must della Puglia per la cottura alla brace. Il barbecue ne valorizza il gusto. I succhi rilasciati dalla carne, cadendo sulla brace, emanano una leggera affumicatura che profuma la carne in modo naturale. Per scoprire tutti i segreti per una brace perfetta clicca su: i segreti per la Bombetta di Martina Franca alla brace

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Violino di agnello, di camoscio o di capra PAT

L’aspetto del Violino è quello di un prosciutto crudo di piccole dimensioni (1,5-2 kg). Si presenta con superficie rugosa, di consistenza dura e colore variabile dal bruno-rossastro al grigio. Al taglio la fetta ha un colore rosso intenso, l’aroma è caratteristico, il sapore gradevole con note di spezie e di selvatico. Per quanto riguarda il violino di camoscio, spesso una parte della coscia non viene rasata per garantire la provenienza della materia prima, in tal caso il costo sul mercato è più elevato. Si consuma dopo la stagionatura. Il nome Violino deriva dalla forma del prodotto e dal modo in cui viene affettato. La tecnica prevede, infatti, di appoggiarlo alla spalla e di tagliarlo con un apposito coltello usato come l’archetto con cui si suona il violino. Il prodotto non è affumicato.

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