Biscotti a base di farina di mais, farina bianca, burro, zucchero, uova. Mescolare bene insieme la farina di mais, gr. 350 di farina bianca, il lievito (nella dose adatta per un kg di farina) e lo zucchero; impastare poi gr.300 di burro fatto fondere o molto molle, due tuorli ben freschi e latte tiepido, tanto quanto ne occorre per avere una pasta di giusta consistenza. Lavorare bene la pasta e stendere poi una sfoglia alta circa mezzo centimetro. Con stampini vari ricavare dalla pasta tante formelle; disporle su una placca imburrata e infarinata e poi cuocere le “polentine” in forno a calore medio. Volendo conservarle metterle in scatole di latta o in vasi.
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Pizza di Pasqua PAT Emilia Romagna
E’ un dolce a base di farina e uova fresche, caratterizzato dalla presenza di un ripieno di mostarda tradizionale bolognese, uva sultanina ed eventualmente pinoli. Presenta forma oblunga e bordi arrotondati. Al taglio appare la cornice chiara dell’impasto che raccoglie l’amalgama scuro del ripieno. La Pinza Bolognese presenta una pasta compatta al taglio e il caratteristico sapore di mele cotogne e di caramello proprio della mostarda tradizionale bolognese.
View More Pizza di Pasqua PAT Emilia RomagnaPinza bolognese PAT Emilia Romagna
E’ un dolce a base di farina e uova fresche, caratterizzato dalla presenza di un ripieno di mostarda tradizionale bolognese, uva sultanina ed eventualmente pinoli. Presenta forma oblunga e bordi arrotondati. Al taglio appare la cornice chiara dell’impasto che raccoglie l’amalgama scuro del ripieno. La Pinza Bolognese presenta una pasta compatta al taglio e il caratteristico sapore di mele cotogne e di caramello proprio della mostarda tradizionale bolognese.
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Pasta del pane lievitata, strutto; se la si vuole rendere più saporita, s’intride la farina con le uova e con un po’ di grasso di maiale. Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida. Sul tagliere preparare il cumulo della farina a fontana, versare il lievito sciolto, il sale e impastare bene con latte e acqua fino ad ottenere un impasto piuttosto elastico. Lasciare lievitare per qualche ora in luogo tiepido. Fare una sfoglia non troppo sottile, tagliarla a rombi e friggere in abbondante strutto o olio.
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Tipica in occasione della ricorrenza religiosa della Madonna del Fuoco – 4 febbraio – che è anche patrona di Forlì. Per devozione, la vigilia della solennità si digiunava. L’usanza è viva e vitale. Nei deschi dei vecchi tempi a mezzogiorno non c’era che la piadina zuccherata.
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Farina, ciccioli freschi, uova, strutto. Si lavora la pasta di pane con strutto fresco, si uniscono all’impasto i ciccioli sbriciolati (o lardelli di pancetta già rosolati in padella). Si tira l’impasto alto 1 centimetro, si stende nella teglia unta di strutto, sulla superficie si formano con le nocche delle dita tante piccole cavità, si condisce con fiocchetti di strutto e grani di sale grosso. Si cuoce per una ventina di minuti in forno caldo a 180-190°C e si mangia sia calda sia fredda.
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La loro notorietà inizia a ridosso degli ultimi anni di guerra, aumenta negli anni successivi, quale segno di opulenza familiare da condividere con gli ospiti, ed è legata alle grandi feste dell’anno, matrimoni, cresime, sagre paesane.
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Farina di castagne, acqua e un pizzico di sale. Occorrono: Farina di castagne, acqua tiepida, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio d’oliva, una teglia ben unta. La pasta dovrà essere abbastanza liquida e senza grumi e la si dovrà cuocere in forno caldo per circa mezz’ora. Sarà pronta quando avrà assunto l’aspetto caratteristico: screpolato al centro e più basso che ai lati. Si serve tiepido o freddo. Una variante consiste nell’aggiungere all’impasto base un cucchiaio da caffè di lievito in polvere. Si otterrà un castagnaccio più alto di spessore e più morbido.
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Minestra di farina bianca, farina gialla, acqua e sale. Minestra fatta in casa, dai contadini, composta di farina bianca e farina gialla. Dalla sfoglia si ricavano larghi quadrettoni che si cuociono in un brodo, e soffritto, di fagioli lessati. Il condimento della minestra è anch’esso povero: lo compongono un po’ di grasso di maiale o un goccio d’olio, insieme a legumi dell’orto o erbe di campo, o a un brodo di ossa. Nascono così minestre “matte” o “vedove”, perché prive di carni.
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Si presenta come un involucro di pasta frolla dolce a forma di cupola ripieno di ragù, besciamella e tartufo, il tutto cotto al forno in un apposito contenitore di rame. Il pasticcio di maccheroni necessita di una lunga lavorazione dovuta alle diverse tipologie di ingredienti che occorrono. Esso si compone di tre parti principali: l’involucro di pasta frolla, il contenuto (ovvero i maccheroni) e il condimento (cioè i funghi secchi). A questi ingredienti vanno aggiunti il ragù, la besciamella, il parmigiano e le scaglie di tartufo..
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