Cantarelle PAT Emilia Romagna

Farina bianca, farina gialla, olio extravergine di oliva zucchero, e’ test – teglia. Le variabili nella preparazione di questo dolce sono innumerevoli e dipendenti dagli ingredienti a disposizione. Pastella ottenuta impastando in acqua tiepida, e con un po’ di sale, farina bianca e gialla. La “pasta” va gettata a cucchiaiate sopra il testo e poi cotta rivoltandola di qua e di là. Per condire le cantarelle: una spruzzata d’olio e un po’di zucchero. Vanno mangiate calde o fredde.

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Canestrelli PAT Emilia Romagna

Prodotto ottenuto dall’impasto di farina bianca, uova, zucchero, scorza di limone, sale, rum o alchermes, burro, latte, lievito. Mettere 1 kg. di farina a fontana sulla spianatoia e amalgamare a mano a mano 4 uova, 15 cucchiai di zucchero, mezza scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale, un cucchiaio di rum o alchermes, 2 o 3 hg di burro, un po’ di latte, aggiungere per ultime due bustine di lievito vanigliato. Stendere una sfoglia dell’altezza di circa un centimetro e tagliare con gli appositi stampini i biscotti. Dopo averli disposti su teglie unte di burro si possono infornare. L’impasto può essere fatto meccanicamente con apposite impastatrici, sia per uso domestico che per uso industriale. I canestrelli si trovano in vendita nelle panetterie e nei negozi di pasta fresca sfusi; nei supermercati vengono in genere venduti in sacchetti preconfezionati.

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Caffè in forchetta PAT Emilia Romagna

Caffè nero forte, zucchero, rum, uova. Caramellare una quantità di zucchero in uno stampo da budino. Frullare bene le uova insieme al resto dello zucchero, aggiungendo poi il caffè freddo e il rum.Frullare nuovamente e quindi passare il tutto nello stampo attraverso un colino dalle maglie molto fitte. Cuocere a bagnomaria, in forno, a calore moderato, per circa due ore, facendo attenzione a che l’acqua non bolla. Rovesciare lo stampo dopo che il dolce si sarà raffreddato. Servire freddo. Presenta ottime caratteristiche “digestiva” a fine pasto

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Bustrengo PAT Emilia Romagna

Il bustrengo è un dolce povero che affonda le sue origini nel medioevo e che tuttavia, nei secoli si è arricchito di altri ingredienti, nostrani o esotici, fino a raggiungere non l’identità di una consolidata ricetta ma il volto di tantissime preparazioni dolce o salate nelle quali, comunque, finiva sempre quel che c’era nella dispensa di casa. Dolce o salato il bustrengo rimane comunque una torta di origine contadina. Si può considerare una delle preparazioni tra le più tipiche e affascinanti, nata con lo scopo di recuperare il pane raffermo per trasformarlo in delizia per il palato. Solo in poche zone della Romagna è rimasta viva la tradizione del Bustrengo salato, con formaggio da utilizzare come piatto unico

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Bracciatello PAT Emilia Romagna

Si tratta di un composto dolce realizzato con farina, uova, strutto e lievito madre (oggi lievito di birra). Sulla spianatoia, alla fontana di farina si uniscono il lievito sbriciolato, le uova intere, lo strutto ed un pizzico di sale. Ottenuto un impasto omogeneo ed elastico lo si lascia riposare e lievitare per un paio, d’ore coperto da un canovaccio. Si lavora nuovamente l’impasto per suddividerlo in 6/7 pezzi a cui si da la forma di bracciale. Solitamente, prima della cottura in forno, le piccole ciambelle venivano immerse per pochi istanti in acqua bollente.

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Bortellina PAT Emilia Romagna

Si tengono diverse sagre , in estate, dedicate alla bortellina, come la Festa della bortellina di Bettola e quella di Gragnano Trebbiense. Ma la bortellina è presente anche in altre feste paesane, come la Notte Bianca di Fiorenzuola e la Festa della mietitura di San Protaso. Quest’ultima ha sostituito l’originaria Festa della Bortellina, che si allestiva negli anni 1980, ma la preparazione del piatto è rimasto un elemento caratterizzante della Festa.

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Borlengo PAT Emilia Romagna

La nascita del borlengo è avvolta in un alone di mistero ed vari paesi ne rivendicano la paternità. A Vignola appare per la prima volta nel 1236 quando le Truppe del condottiero Giovanni Conte da Barbiano di Aldalisio, alleato di Isacco e Gentile Grassoni, assediarono il Castello, allora governato da Iacopino Rangone. Guiglia lo considera nato nel 1266 ai tempi di Ugolino da Guiglia, durante l’assedio che questo condottiero subì rinchiuso nel suo castello di Montevallaro, ad opera dell’esercito della famiglia degli Algani, Guelfi modenesi, capitanato da Nisetta degli Osti, Ruffo dei Rossi, Pepetto dei Trenta e da Crespan Doccia. Ugolino e la famiglia dei Grasolfi, che presidiavano il maniero, si arresero il quattro luglio 1266 e si racconta che riuscirono a resistere parecchi giorni in più grazie a certi impasti cotti di farina e acqua, insaporiti d’erbe, assomiglianti a grandi ostie.

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Bomba di tagliatelle PAT Emilia Romagna

Timballo a forma di ciambella fatto di tagliatelle all’uovo e ragù di carne. Preparare un buon ragù di carne. Cuocete 500 gr. di tagliatelle all’uovo conditele con abbondante burro e parmigiano-reggiano grattugiato. Imburrate uno stampo da ciambella, riempirlo a metà di tagliatelle, si ponga uno strato di ragù e parmigiano, riempiendo lo stampo con altre tagliatelle e nuovamente ragù, spolverizzando di parmigiano. Mettere al forno ben caldo per 20 minuti a gratinare. Una variante può consistere dell’aggiungere al ragù dei funghi freschi delle montagne reggiane e fra strato e strato un po’ di besciamella per ammorbidire la bomba.

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Bomba di riso PAT Emilia Romagna

Gli ingredienti principali sono: riso, piccioni e formaggio. E’ un prodotto artigianale che deve essere venduto fresco. La bomba di riso consta di un involucro di riso cotto in forma di pasticcio rosolato e dorato a fuoco lento. All’interno racchiude pezzi di piccione, in precedenza cotto con burro e spezie.

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Bomba di polenta PAT Emilia Romagna

Ciambella di polenta e ragù a strati al cui centro viene posto burro e ragù. Si preparano, a parte, un ragù di carne ed una polenta avendo cura, per quest’ultima, di versarla in una casseruola una volta cotta. A rassodatura avvenuta, si versa la polenta sul tagliere, indi si tagliano delle fette rotonde come la casseruola. Si riempirà quest’ultima, dopo averla unta ed impanata, procedendo a strati alterni con polenta e ragù. Si procederà, infine, ad una cottura al forno o al fornello.

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