Tabor PAT Friuli Venezia Giulia

Il formaggio Tabor veniva prodotto sul Carso triestino da tempo immemorabile. La produzione avveniva a livello aziendale trasformando latte crudo con antiche tecnologie tradizionali. L’uso di trattamenti termici del latte ed il ricorso a fermenti selezionati sono stati introdotti progressivamente nella zona di produzione anche di questo formaggio a partire dai primi anni 70 quando gli allevatori decisero di superare la produzione familiare per rendere più omogeneo il prodotto e si consorziarono nella Latteria Sociale del Carso che iniziò ad operare negli anni 80.

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Sot la trape PAT Friuli Venezia Giulia

Il consumo del Sot la trape in Friuli di è molto antico e la ricetta per la sua preparazione è riportata anche nel libro di Pietro Adami (Pietro Adami. “La cucina Carnica”. Ed. Franco Muzzio, 1985) dove sono illustrati molti dei tradizionali piatti della vecchia Carnia.

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Monte re PAT Friuli Venezia Giulia

Formaggio con pasta di colore paglierino, con occhiatura piccola e dal caratteristico gusto del latte caprino, a volte leggermente piccante. Il formaggio è originario della zona a cavallo del confine tra la Slovenia e il Carso Triestino, come dimostrano i nomi Monte Re e Nanos di monti ivi situati. La produzione attuale è concentrata nella zona di Monrupino in un piccolo stabilimento o in aziende famigliari; in questo ultimo caso il prodotto è ceduto solo al consumatore diretto.

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Latteria PAT Friuli Venezia Giulia

Formaggio a pasta dura di colore paglierino, compatta e con leggera occhiatura sapore gradevole delicato. Formaggio latteria con indicata la zona geografica in cui è collocato il caseificio produttore. Forma cilindrica a scalzo dritto e facce piane, dimensioni indicative: altezza di 8 cm e diametro medio di 25-30 cm, crosta liscia e abbastanza regolare, pasta di colore paglierino, compatta e con leggera occhiatura, sapore gradevole delicato.

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Frico PAT Friuli Venezia Giulia

L’origine del “frico” (quella croccante è solo una delle numerose versioni esistenti; ma ve ne sono moltissime, nelle quali al formaggio – più o meno stagionato – vengono aggiunti altri ingredienti, come cipolle, patate, mele, erbe aromatiche) si perde veramente nella notte dei tempi. La prima ricetta scritta, con il nome di “Caso in patellecte” si trova nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, cuoco del Patriarca di Aquileia Lodovico Trevisan nella seconda metà del secolo XV: “Piglia del caso (formaggio) grasso che non sia troppo vecchio né troppo salato…et tagliarai in fettolini… et habi delle patellecte (padellette) fatte a tale mistero…”.  Nella tradizione della montagna, il frico croccante, insieme alla polenta fredda (ben soda) era cibo tradizionale che i boscaioli potevano trasportare negli zaini.

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Formai del cìt PAT Friuli Venezia Giulia

Questo prodotto deve il suo nome al “cìt” con cui veniva indicato il “vaso di pietra” usato per conservare l’impasto aromatizzato a base di formaggio. Ancora oggi il “formai del cìt” è preparato con il procedimento tradizionale, patrimonio famigliare tramandato oralmente da padre in figlio. Tuttavia questa piccola produzione gode tutt’ora di una certa notorietà, tanto che estimatori vengono appositamente a Tramonti di Sopra per acquistarlo, soprattutto d’estate e in prossimità di festività.

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Formaggio salato PAT Friuli Venezia Giulia

Il formaggio salato appartiene ad una antichissima tradizione produttiva sviluppatasi in epoca remota su entrambe le falde dei crinali che dividono la Val Tagliamento e l’Alta Val d’Arzino. Per una popolazione di montagna, impegnata nel conflitto della sopravvivenza in un ambiente non ostile ma aspro e poco ricettivo, la possibilità di conservare il cibo “formaggio” a lungo nel tempo è stata una autentica ragione di vita. Se nella pedemontana pordenonese la tracce produttive del “salato” si sono perse da lungo tempo. Il radicamento vitale del sistema lattiero caseario in Carnia ha consentito che quantomeno la tradizione orale non conoscesse soluzione di continuità e con essa, si verificasse una seppure limitata continuità produttiva.

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Formaggio di malga PAT Friuli Venezia Giulia

Formaggio tradizionale delle malghe friulane, la cui attività è nota fin dai tempi del Patriarcato di Aquileia (XI-XV sec.). La transumanza del fondovalle ai pascoli in quota ha costituito e costituisce un elemento estremamente importante per l’economia pastorale della montagna friulana e della Carnia e questo ha costituito fin dai tempi più remoti l’elemento di stimolo per l’insediamento temporaneo in quota di uomini e animali che ha dato vita a quella particolare forma di azienda che è la malga.

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Formaggio caprino morbido PAT Friuli Venezia Giulia

Forma cilindrica allungata. Caprino morbido: prodotto in cilindri di circa 4/5 cm di diametro e della lunghezza di 10/12 cm formati da pasta semplice o impastata con erbe aromatiche della zona. Viene chiamato in modi diversi a seconda della zona produttiva, come jama morbido, kozji žmiteka nelle zone del carso al confine con la Slovenia.

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