Pesca iris rosso PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca Iris rosso deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel secondo dopoguerra; la varietà venne costituita e selezionata in loco dal cav. Pietro Martinis (1902 – 1969) che la diffuse nel 1950. Questa e altre cultivar di pesco costituite dal Martinis (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo della peschicoltura nelle aree vocate della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000). Questa varietà di pesco è coltivata da molti decenni in varie zone del Friuli-Venezia Giulia, anche se nel corso degli ultimi anni la coltivazione ha subito una forte riduzione dovuta principalmente alla diffusione di nuove varietà. Viene tuttora coltivata per diverse caratteristiche positive, quali: costanza di produzione, polpa soda, bianca, semiaderente, caratteristiche estetiche (frutti medio-grossi, buccia estesamente soffusa di rosso) e organolettiche buone.

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Pera Pêr Martìn PAT Friuli Venezia Giulia

La presenza di peri della  varietà Pêr Martìn è attestata nella regione FVG da tempi molto antichi. Intorno al 1880, il  Pêr Martìn (nominato come pere “Martini”) è presente in Carnia, come dimostrano due elenchi cartacei (Archivio privato) che illustrano le varietà di fruttiferi coltivate rispettivamente da Luigi De Cillia, di Siaio di treppo carnico, e da una famiglia Morassi di Cercivento (Molfetta, 1998).

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Pedocio de Trieste, Cozza di Trieste PAT Friuli Venezia Giulia

Le prime notizie di allevamenti di mitili nel Golfo di Trieste sono risalenti al 1732 quale sottoprodotto delle più importanti e remunerative colture di ostriche. Più che un allevamento vero e proprio, si trattava di un attecchimento spontaneo dei molluschi su pali e rami infilzati sul fondo marino delle valli di Servola e Zaule. Certamente questa attività era antecedente al 1700 e probabilmente  praticata gia al tempo dell’impero romano.

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Patatis cojonariis, patatis di vidiel, cartufulis cojonariis, patate colonarie, patate topo PAT Friuli Venezia Giulia

I tuberi delle Patatis cojonariis sono di piccole dimensioni, a volte piccolissime; hanno una forma allungata (reniforme), talora leggermente ricurva. La buccia è sottile, in genere di color giallo paglierino, gli “occhi” sono superficiali, la polpa è a pasta gialla. Le piante sono di piccola taglia, con fusti eretti nelle prime fasi di sviluppo e poi più o meno assurgenti. Le piante di norma non emettono fiori; talora compaiono pochi fiori violetti.

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Patate di Ribis e Godia PAT Friuli Venezia Giulia

La coltivazione della patata a pasta bianca nel comune di Reana del Rojale risale a tre generazioni, e negli anni ha subito qualche variazione; negli anni cinquanta le patate da seme venivano acquistate dalla Carnia, dove venivano coltivate solo varietà a pasta bianca (Bianca carnica, Slava). Negli anni sessanta, con l’arrivo sul mercato delle varietà certificate, questo seme fu soppiantato da un’altra varietà sempre a pasta bianca: la Kennebec.

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Passera con le uova PAT Friuli Venezia Giulia

Trattandosi di un’attività di pesca artigianale e limitata ad un breve periodo ( 2 mesi o poco più) non è risultata essere molto interessante per attività di ricerca e studio; infatti non è molto il materiale  bibliografico sul tema. Cenni sulla metodica di pesca tradizionale della passera è possibile trovarla sul volume di Albino Troian “ Il mio mare – sessant’anni di pesca nell’Alto Adriatico” edito dalla tipografia Sartor di Pordenone. Risulta invece essere ancora molto vivo il ricordo di tale antica tradizione tra i vecchi pescatori e molti anziani cittadini triestini. Un archivio fotografico notevole è presumibilmente sparso in soffitte e vecchi stipiti di molte case triestine.

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Pancetta stesa, lardo, guanciale PAT Friuli Venezia Giulia

Da sempre in moltissime famiglie della Carnia si produce insaccati di carne suina di grande qualità; lo scorrere degli anni, l’affermarsi dei moderni rapporti commerciali, la nomea di questi prodotti è uscita dai confini territoriali dell’area carnica. Tuttora la Carnia è ricchissima di famiglie che in modo generazionale – padre/figlio – si tramandano l’arte del “purcitar” e la passione degli antichi mestieri legati all’alimentazione, tra cui il norcino. Nonostante i numeri limitati, meglio dire non industriali, esiste una interessantissima attività di salumeria, caratterizzata da produzioni di tipo familiare per lo più artigianale che danno origine ad un’ampia varietà di specialità carnee preparate con tecnologie particolari e caratteristiche di transizione tra l’attuale tradizione italiana e quella dei paesi del Nord. La caratteristica principale della salumeria carnica è costituita dall’uso del fumo.

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Pancetta con lonza PAT Friuli Venezia Giulia

La pancetta era un salume prodotto utilizzando solo la parte omonima, salata, arrotolata e insaccata. Nel Friuli pedemontano, soprattutto nel territorio di Artegna, in numerose famiglie (generalmente le più abbienti), il prodotto era arricchito con tranci li lonza (brusadule) che rendevano il salume assai più saporito e prelibato.La tradizione della “pansete cun brusadule” si è affermata soprattutto nel dopoguerra ed ora la “Pancetta con lonza” è una costante nella produzione artigianale suina di pregio in tutto il territorio regionale.Viene particolarmente ricercata anche perché è indubbiamente più magra della pancetta tradizionale.Tre anziani norcini dichiarano di aver svolto questa attività, inizialmente come aiutanti e poi in forma autonoma, a partire dagli anni ‘40-’50 macellando e lavorando le carni di suini in forma artigianale e tradizionale, tra le quali anche la pancetta con lonza.

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Pancetta arrotolata manicata PAT Friuli Venezia Giulia

La parte dell’addome del maiale viene salata, speziata, arrotolata e introdotta all’interno di un tipo particolare di budello, chiamato in gergo “manica stagionata”. Solo i maiali allevati tradizionalmente con i prodotti della terra vengono utilizzati per questo tipo di insaccato.

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Pancetta arrotolata dolce e affumicata PAT Friuli Venezia Giulia

Da sempre in moltissime famiglie della Carnia si produce insaccati di carne suina di grande qualità; lo scorrere degli anni, l’affermarsi dei moderni rapporti commerciali, la nomea di questi prodotti è uscita dai confini territoriali dell’area carnica. Tuttora la Carnia è ricchissima di famiglie che in modo generazionale – padre/figlio – si tramandano l’arte del “purcitar” e la passione degli antichi mestieri legati all’alimentazione, tra cui il norcino. Nonostante i numeri limitati – meglio dire non industriali -, esiste una interessantissima attività di salumeria, caratterizzata da produzioni di tipo familiare per lo più artigianale che danno origine ad un’ampia varietà di specialità carnee preparate con tecnologie particolari e caratteristiche di transizione tra l’attuale tradizione italiana e quella dei paesi del Nord. La caratteristica principale della salumeria carnica è costituita dall’uso del fumo.

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