La Prugna chiamate localmente “pizzutella” per la sua forma allungata, è un frutto antico, presente in alcuni comuni del comprensorio della Valle di Comino, allo stato prevalentemente selvatico. La pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, genere Prunus, specie P. domestica L., è diffusa soprattutto in area collinare a circa 400-600 metri slm, quale habitat altamente vocato per lo sviluppo della pianta e si trova tradizionalmente agli argini dei terreni dedicati a sua volta ad altre coltivazioni locali.
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Pomodoro spagnoletta del Golfo di Gaeta e Formia PAT Lazio
Coltivata tradizionalmente nei comprensori orticoli dei comuni di Formia e Gaeta, si ritiene che questa varietà locale abbia origini molto antiche. Ciò è avvalorato dal fatto che molte delle prime introduzioni di pomodoro dalle Americhe in Europa avevano tipologia costoluta e dal nome che richiama una diretta introduzione dalla Spagna o da parte degli spagnoli. È fenotipicamente molto simile alla varietà locale “Costoluto fiorentino”, da cui si distingue per la foglia a margine intero (foglia “a patata”), e per le bacche leggermente più piccole. È, comunque, plausibile un’origine comune di queste due antiche varietà locali della costa tirrenica. Numerose sono le testinomianze orali che attestano la coltivazione di questo prodotto: la famiglia Di Tucci di Formia si autoriproduce il seme dal 1935.
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Il Pomodoro Scatolone di Bolsena, dalla caratteristica forma globosa a rosetta e costoluta, presenta un ridotto sviluppo di polpa, semi e placenta, così da lasciare, internamente una cavità. Ha un sapore gradevole ed armonico, grazie ad un equilibrato contenuto in zuccheri ed acidi. Ha forma schiacciata ed infossata in corrispondenza della zona peziolare e di quella apicale; è costoluto, grossolanamente circolare. In sezione trasversale sono presenti da 7 a 9 logge, in parte o completamente vuote, chiamate “scatolature”, da cui deriva il nome.
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Il pomodoro Ovalone Reatino presenta una doppia attitudine al consumo (da industria per salsa e/o pelati, da consumo fresco) ma soprattutto un’alta resistenza alle avversità di tipo crittogamico e di quelle parassitiche. È caratterizzato da una pianta a sviluppo determinato che a maturità raggiunta non supera i 60 cm di altezza. Presenta una buona ramificazione nella zona del colletto ed uno sviluppo di gemme avventizie ridotto. La pianta si adatta bene a terreni freschi di buona fertilità, sopporta impianti fitti e non sofre delle escursioni termiche nottegiorno caratteristiche della piana Reatina. La foglia di classica forma picciolata e pennatosetta, si sviluppa in lunghezza, con picciolo e apice, di circa 20 cm.
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Il Pomodoro Fiaschetta di Fondi, è un ecotipo locale appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta una caratteristica forma a “fiaschetta” od ovata di colore rosso intenso uniforme e senza depigmentazione. La buccia è resistente, robusta e consistente. Il frutto, particolarmente pieno di polpa, presenta il caratteristico sapore acidulo del pomodoro tendente al dolce
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Il Pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale, appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta un frutto piccolo dalla caratteristica forma tondeggiante con peculiarità merceologiche eccellenti. L’epicarpo risulta essere particolarmente spesso tanto da favorire una notevole resistenza alle avversità ed alla serbevolezza; è molto consistente e ha un’ottima tolleranza alle spaccature.
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Il Pomodoro corno di toro presenta una caratteristica forma allungata, generalmente di 14-16 cm che termina a punta leggermente ricurva, da cui deriva il nome Corno di Toro. La buccia è molto sottile ma croccante e presenta colore rosso vivo. La polpa è compatta. Ogni bacca presenta una piccola cavità interna con poco seme. Caratteristica della varietà è che al momento della fruttificazione, in alcuni casi, nel secondo e spesso nel quarto palco, si sviluppa un frutto tondeggiante di grossa pezzatura del peso medio di 450-500 g. Alcune piante sono destinate solo ed esclusivamente alla riproduzione del seme che avviene solo all’interno delle aziende produttrici.
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Consumati in Europa sin dal periodo Paleolitico, i pinoli sono stati da sempre considerati elemento tanto nobile e genuino da essere ricordati anche nella mitologia come frutto amato da Bacco, Dio della vegetazione e della fertilità, mentre in Giappone il frutto compare nelle cerimonie nuziali, come simbolo della costanza dell’amore coniugale. Plinio ne esaltava le proprietà come rinvigorente delle forze debilitate ed ottimo rimedio per afezioni alle vie urinarie. Fin da tempi remoti sono considerati potenti afrodisiaci: Galeno, nel II secolo d.C., raccomandava agli uomini di bere, prima di coricarsi, un bicchiere di
miele con 20 mandorle e 100 pinoli. Il litorale laziale, in particolare la foresta demaniale del Parco Nazionale del Circeo, è zona da sempre ricca di boschi a pino domestico, grazie al clima piacevolmente temperato oltre che alla funzione di barriera protettiva delle colture retrostanti le spiagge, dai venti salsi. Ce lo ribadisce il Migliorini, nella Memoria illustrativa della carta della utilizzazione del suolo del Lazio, del 1973, quando afferma che “a Castel Porziano e nel Parco del Circeo compaiono vaste estensioni di pino marittimo e domestico, presenti anche a Fregene e nel Salto di Fondi” e ricorda come, in quest’area si producano Pinoli.
Pere sciroppate al mosto e Pesche o percoche sciroppate PAT Lazio
Pere sciroppate al mosto. Le pere, sbucciate e tagliate a spicchi, vengono lasciate cuocere per qualche minuto nel mosto di vino bianco precedentemente sottoposto a bollitura, fino al raggiungimento di una consistenza densa. Terminata la cottura, le pere vengono conservate in vasetti di vetro. Pesche o percoche sciroppate. Si prepara uno sciroppo di acqua e zucchero e si lascia rafreddare. Si lavano e si snocciolano le percoche (con o senza buccia); dopo averle tagliate a metà si mettono nei vasetti di vetro a chiusura ermetica coprendole con lo sciroppo, si chiudono i vasetti e si sterilizzano a bagnomaria. Il prodotto che ne risulta è particolarmente croccante.
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La Pera Spadona di Castel Madama è una varietà diffusa nelle aziende frutticole e negli orti familiari dell’Agro di Castel Madama e nella zona pedemontana della Sabina. In quest’area è conosciuta con l’appellativo di stuvaletta (o stualetta) poiché sembrerebbe essere stata prodotta per la prima volta in loco nella prima metà dell’800 da un contadino soprannominato appunto“ de Stualetta”, dando luogo ad una varietà molto apprezzata.
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