Il Fagiolo Cioncone è un ecotipo locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgari. Il seme del Fagiolo Cioncone presenta forma ovale, colore beige e calibro da 8 a 10 mm. Il contenuto proteico è intorno al 23%. Attualmente la coltivazione del Fagiolo cioncone avviene prevalentemente in orti a conduzione familiare pertanto con forte orientamento all’autoconsumo.
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Fagiolo ciavattone piccolo
Fagiolo giallo
Fagiolo solfarino
Fagiolo Verdolino PAT Lazio
I fagioli diffusi nella provincia di Viterbo rappresentano antiche varietà locali i cui semi sono stati gelosamente custoditi per anni e riprodotti per uso personale da anziani agricoltori della zona. Le loro particolari caratteristiche organolettiche e nutrizionali sono determinate dalle condizioni climatiche e dalla composizione dei suoli in cui crescono. La coltivazione avviene su terreni vulcanici caratterizzati da una forte presenza di potassio totale e assimilabile, assenza di fosforo, una granulometria ottimale, una buona presenza di sostanza organica, assenza di calcio.
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Fagiolo solfarino
Fagiolo Verdolino PAT Lazio
Cipolla prossedana PAT Lazio
Cipolla prossedana PAT Lazio
View More Cipolla prossedana PAT LazioFagiolo cappellette di Vallepietra PAT Lazio
Il territorio interessato alla produzione del Fagiolo Cappellette di Vallepietra si trova all’interno del territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini e della Comunità Montana dell’Aniene, alle pendici del monte Autore (1855 m slm) e a valle del centro abitato, lungo la stretta lingua di terreno formatasi in seguito all’azione del fiume Simbrivio ove vengono coltivati i diversi ecotipi di Fagiolo originari di Vallepietra. In questi terreni di origine carsica, ricchi di scheletro, tendenzialmente sciolti, anche se con buona dotazione di sostanza organica, la coltivazione del fagiolo viene praticata da lungo tempo. Lungo le sponde del fiume, si possono osservare una serie di microaziende che costituiscono parte integrante del paesaggio, nelle quali la popolazione locale coltiva le ortive utilizzando tecniche tradizionali.
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La coltivazione del fagiolo, connessa a tutte le economie povere, ha trovato nel territorio di Borbona (da cui prende il nome) il luogo ideale, grazie alla composizione e alla giacitura dei terreni e all’attaccamento a tradizioni familiari di un’economia montana di sopravvivenza, che ha portato ad una selezione naturale della varietà, destinata esclusivamente all’autoconsumo. L’esigua quantità di prodotto è determinata dal fatto che non si utilizzano mezzi meccanici per la produzione, ma tutte le fasi di lavorazione del terreno vengono eseguite con attrezzi e metodiche tradizionali. È escluso anche l’uso di concimi chimici a cui si preferisce il letame animale, ancora facilmente reperibile grazie ai numerosi allevatori della zona. Tradizionalmente la semina avviene in prossimità del 27 maggio, giorno dedicato ai festeggiamenti in onore di Santa Restituta, protettrice del paese. Legata alla tradizione è anche l’asciugatura dei baccelli non ancora sgranati che vengono posti ad asciugare al sole. Il paese coltiva questo prodotto da lungo tempo, come attestano le numerose testimonianze orali raccolte. Dal 1980, ogni anno, la terza domenica di ottobre, si svolge la Sagra del Fagiolo borbontino che richiama numerosi visitatori
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Nei comuni di Paliano (FR), in cui ricade la Riserva Naturale de La Selva, e di San Vito Romano (RM) viene coltivato da sempre una specie di legume che localmente viene chiamato “fagiolo a suricchio” il cui nome deriva dalla forma a falce del baccello. Fino a circa 50-60 anni fa il seme del fagiolo a suricchio rappresentava merce di scambio fra gli agricoltori e le signore del posto, ognuna con il proprio orticello che lo coltivavano e lo vendevano direttamente presso la propria abitazione o presso la piazza del paese. Molte sono le testimonianze orali che raccontano di questo fagiolo, che per secoli ha rappresentato un’importante risorsa alimentare per il periodo invernale, ma che era anche fonte di guadagno.
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Si tratta di un fagiolo di forma rotondo-ovale e di piccole dimensioni, tanto da ricordare un pisello (da cui la denominazione); di colore bianco, con buccia particolarmente sottile che, con la cottura, diventa quasi impercettibile ma resta aderente al seme. Ha un gusto delicato, una consistenza pastosa e tempi di cottura estremamente rapidi. La pianta ha portamento rampicante ed altezza superiore a 3 m con i legumi allegati sulla parte superiore. Tutte le operazioni di coltivazione vengono eseguite a mano. A mano si esegue anche la sgranatura dei baccelli dopo l’essiccazione. Si consuma lesso, condito con olio, sale, pepe e limone. Il prodotto Fagiolo a pisello proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Fagiolo a pisello, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.
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Varietà locale denominata “Fagiolo a carne”; appartenete alla famiglia delle Papilionaceae, genere
Phaseolus, specie Phaseolus vulgaris L. La pianta, dalle foglie color verde brillante, presenta accrescimento determinato (che dà luogo ad altezze ridotte) e colore dello stendardo bianco, bianco-rosato. Il seme si caratterizza per un peso medio: 290 g /1000 semi; forma ellittica e medio corto in lunghezza e stretto. Il colore principale è marrone/bruno con assenza di venature e screziature.
Fagiolina arsolana PAT Lazio
La Fagiolina arsolana è un particolare ecotipo di fagiolo, appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgari L. o fagiolo comune. I semi della fagiolina arsolana, presenti in numero di 3-4 per baccello, si presentano di colore bianco, forma reniforme molto appiattita e
calibro variabile dai 5 ai 7 mm. Il contenuto proteico è del 24-26 %. Il prodotto Fagiolina Arsolana proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Fagiolina Arsolana, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.
Cocomero pontino PAT Lazio
Il cocomero Pontino, meglio conosciuto anche come anguria, è una pianta annuale della famiglia
Cucurbitacee (Citrullus lanatus). Presenta un fusto ramoso, prostrato, con grandi cirri semplici, foglie a contorno cuoriforme, profondamente divise, fiori monoici a corolla gialla. Dal punto di vista botanico può essere definito una falsa bacca o peponide: un frutto rivestito da un pericarpo duro (buccia) e un endocarpo carnoso, morbido, acquoso e ricco di semi (polpa). Il Cocomero Pontino si caratterizza per la buccia liscia o leggermente rugosa, uniforme o con leggere solcature regolari longitudinali, di colore verde grigio o verde scuro per il tipo tondo e verde medio brillante per i tipi ovale e allungato. La polpa, soda e croccante, presenta, a maturazione completa, un colore rosso per il tipo ovale e rosso vivo per i tipi tondo e allungato. Il sapore è particolarmente dolce. Il peso è compreso tra i 5-12 kg per il tondo, 7-16 kg per la tipologia ovale e 7-20 kg per l’allungato