La composta si presenta come una purea dal sapore molto dolce e vanigliato, dal colore marrone chiaro. Le castagne raccolte e sbucciate vengono sbollentate in acqua in modo da poter facilmente togliere la pellicola esterna. Dopo aver eliminato tale pellicola, le castagne vengono rimesse nuovamente sul fuoco con acqua leggermente salata, aggiungendo una foglia di alloro, alcuni semi di finocchio, zucchero e vaniglia. Con la cottura si ottiene una purea morbida. La composta di castagne viene prodotta in autunno.
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Cipolla di Suasa PAT Marche
Il bulbo si può presentare abbastanza piccolo, dorato, leggermente allungato oppure, più spesso, si presenta di grandi dimensioni, compatto, con foglie esterne di colore rosso-dorato, di sapore dolce.
View More Cipolla di Suasa PAT MarcheCicerchia PAT Marche
Leguminosa da granella simile alla pianta dei ceci, più rustica; cresce anche su terreni poveri e in condizioni climatiche difficili, resiste alla siccità e alle basse temperature. La cicerchia appare di aspetto minuto e spigoloso, con colorazioni che vanno dal grigio al marrone maculato, la buccia è poco coriacea.
Il legume, ricco in proteine, ha invece un modesto contenuto di grassi e contiene un principio amaro, la latirina, che in passato costringeva a lunghe macerazioni in acqua salata e bolliture ripetute con regolari cambi d’acqua. Sono state col tempo selezionate delle varietà più dolci, prive del principio amaro. Si conserva a lungo, anche per più annate.
Ricotta salata PAT Marche
Si presenta di forma tronco-conica, con la crosta di colore grigio. La pasta è bianca e compatta. Si utilizza prevalentemente grattugiata sulla pasta, oppure anche tal quale a fine pasto. La pratica della salatura, oltre che per ottenere un prodotto particolrmente apprezzato per il gusto gradevolmente sapido e l’aroma delicato, veniva utilizzata per conservare la ricotta che non veniva consumata fresca.
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Materia prima utilizzata: siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte. Ha consistenza fondente, quasi lattiginosa, non grumosa, non pastosa, di colore bianco. Il siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte viene trasferito in caldaia e riscaldato a 80-90°. Si ottiene per affioramento; dopodiché si procede alla formatura in appositi stampi
View More Ricotta PAT MarcheMiele delle Marche PAT
Prodotto di colore da extra bianco ad ambra chiaro (secondo la classificazione impiegata nel commercio internazionale), di odore di debole o di media intensità, vegetale e/o fruttato e/o floreale, e/o vinoso e/o di leguminose e/o di girasole, e/o poco fine. Il sapore è variabile da delicato a mediamente intenso, vegetale e/o fruttato, e/o di miele di leguminose e/o di girasole, e/o leggermente aromatico, e/o poco fine (presenza di crucifere e/o cipolla).
View More Miele delle Marche PATUngaracci ungarucci PAT Marche
La farina di granturco viene impastata con acqua calda insieme agli altri ingredienti. Quando la pasta è ben lavorata si fa riposare per qualche ora, poi dalla massa si staccano dei pezzi che vengono lavorati a filoncini lunghi 20-30 cm che vano fatti lievitare per due o tre ore. Si cuociono nel forno preventivamente riscaldato
View More Ungaracci ungarucci PAT MarcheTorta di granoturco in graticola PAT Marche
Pizzettine alte 2-3 cm del diametro di circa 10 cm, sapore tipico della polenta conferitogli dalla farina. Si servono accompagnate a salumi o verdure.
View More Torta di granoturco in graticola PAT MarcheTorrone di fichi – panetto di fichi PAT Marche
I fichi essiccati vengono tagliati ed allargati a forma di otto, vengono poi sistemati, uno a fianco dell’altro in una piccola forma rettangolare in legno detta “coscena”. Realizzati così il fondo ed i fianchi si procede alla farcitura interna con mandorle, cedro, ed aromi vari. Si passa successivamente alla chiusura della camicia, cioè della base, con un ulteriore strato di fichi. Completata la forma viene eseguita una prima pressatura del dolce con il coperchio della “coscena”.
View More Torrone di fichi – panetto di fichi PAT MarcheTajulin sa la fava alla Mondolfese PAT Marche
I Tajulin sa la fava sono una caratteristica pasta lunga realizzata dalle massaie che vivevano nel borgo attorno al convento di San Sebastiano le quali, per via della povertà, mescolavano la farina di grano con quella di fava. Inconfondibile è il gusto di questa pasta, ruvida non solo al tatto ma in certo qual modo pure al palato. Per certi aspetti simili ai tacconi, ne differiscono tuttavia per alcune caratteristiche (nella diffusione territoriale, nella composizione, nell’aspetto esteriore e nelle diverse modalità di preparazione e presentazione in tavola). Peculiare ne è il colore che tende al castano a motivo della misticanza di farine dove al bianco della farina ricavata dal grano dorato (quell’oro raffigurato anche nel vessillo comunale) si unisce il marrone della farina di fava secondo il giusto rapporto tramandato dalla tradizione.
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