Panzarotti PAT Campania

I panzarotti campani, detti anche “calzoncelli rustici”, sono delle piccole pizzette di pasta semisfoglia, a forma di mezzaluna, con ripieno a base di formaggio, ricotta e uova. La pasta esterna è costituita da farina di grano tenero, acqua, lievito di birra fresco, sale marino, sugna e uova; una volta amalgamata viene ben stesa e tagliata, magari utilizzando un bicchiere, in cerchi aventi un diametro di circa dieci centimetri. Al centro di ogni cerchio, va messo un mucchietto di ripieno di formaggio grattugiato ed uova o, in alternativa di pezzetti di salsiccia e ricotta e tagliata a pezzetti; la pasta va poi ripiegata a mezzaluna con i bordi ben sigillati e i panzarotti vengono cotti in olio bollente. Oltre ad essere preparati in casa, i panzarotti si possono acquistare in tutte le friggitorie e le pizzerie campane.

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Panuozzo PAT Campania

Il panuozzo è una specialità delle pizzerie di Gragnano e della zona dei monti Lattari, in provincia di Napoli; nato come cibo semplice, oggi è considerato una prelibatezza per gustare la quale si possono percorrere chilometri fino ai ristoranti e le pizzerie di Gragnano, Pimonte, Agerola, Santa Maria la Carità. è una sorta di grande panino, la cui pasta è costituita dallo stesso impasto di quella della pizza: farina di grano tenero, acqua, lievito di birra fresco, sale marino, lievitata due volte e cotta forno a legna. Il panuozzo e farcito a seconda del gusto personale, con ortaggi, salumi, latticini e formaggi. La preparazione si conclude con una ripassata in forno a legna, che permette al ripieno di riscaldarsi e fondersi con il pane. Le varianti moderne a questo prodotto antico sono molto numerose e concernono la varietà di ripieni e condimenti, che con il tempo si è ampliata e variegata.

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Pantorrone PAT Campania

In tutta la provincia di Avellino si può acquistare una prelibatezza dolciaria di antichissima tradizione, la cui ricetta è stata tramandata nel tempo in maniera precisa e dettagliata: il pantorrone. Come si evince dal nome è un dolce costituito da torrone e Pan di Spagna, alternati in diversi strati, completamente ricoperto di cioccolato fondente. Il pantorrone si ottiene con ingredienti freschi e genuini: uova, zucchero, farina, miele, mandorle, vanillina, e un po’ di liquore strega o, in alternativa, rhum per la parte interna e zucchero e cacao per il rivestimento esterno. La cottura degli ingredienti viene effettuata nella torroniera, a bagnomaria, per circa 7-8 ore.

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Panino napoletano PAT Campania

Classico cibo di strada della città di Napoli, nasce come modo veloce per riutilizzare avanzi di formaggi e salumi per la preparazione di un pasto sostanzioso e facile da trasportare con sé e da consumare senza problemi di posate e di piatti. E’ diffusissimo in tutte le panetterie e rosticcerie della città e della provincia napoletana; attualmente per le sue caratteristiche è diffuso anche fuori dell’areale di origine.

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Panesillo di Ponte PAT Campania

Il panesillo, come ci suggerisce l’etimologia latina del suo nome “panis ille” è quel preciso tipo di pane che veniva preparato nelle occasioni speciali a Ponte, in provincia di Benevento. è un dolce di antichissima tradizione, confezionato artigianalmente impastando farina di grano tenero, uova fresche, zucchero e latte. Lievitato naturalmente, si cuoce in forno per circa un’ora e un quarto e viene guarnito con glassa di zucchero al mandarino, all’arancia o al cioccolato. Ancora oggi il panesillo di Ponte è un prodotto confezionato secondo la tradizione sia in casa che nei laboratori artigianali; è un dolce tipicamente natalizio che viene spesso scambiato come strenna.

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Pane di Villaricca PAT Campania

Il comune di Villaricca vanta un’antichissima tradizione nella produzione del pane, basti pensare che fino alla fine del XIX secolo il suo nome era Panicocoli, denominazione che risulta ancora presente nel dialetto, “Panecuocole”, e rinvia al latino mediovale “panicoculus”, fornaio, poiché formato da “panis”, “pane” e dal verbo “coquere”, “cuocere”. Anche lo stemma del paese conferma l’importanza della produzione del pane, poiché raffigura una coppa tra due spighe con un pezzo di pane. Ancora oggi il pane di Villaricca è molto rinomato per la sua bontà e risponde a precise caratteristiche, che derivano dal rispetto delle antiche regole produttive. Si trova in commercio in “panielli” di forma circolare o “panelle” di forma allungata, prodotte con farina di grano tenero che viene lavorata insieme all’acqua e al sale marino. La massa deve essere lasciata lievitare con lievito madre o pasta acida una prima volta, e poi coperta da un telo per qualche minuto; in seguito si lavora per ottenere le forme che devono lievitare di nuovo per alcune ore. La cottura avviene in forno a legna che viene lasciato aperto durante gran parte della cottura, in modo tale che la crosta diventi spessa e croccante e la mollica bianca e soffice.

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Pane di Saragolla PAT Campania

La Saragolla è un’antica varietà di grano duro, ancora oggi coltivata nelle aree interne del Sannio, in provincia di Benevento, da cui prende il nome un pane di segale prodotto in questa zona, caratterizzato da una mollica giallo paglierino particolarmente morbida e da una crosta molto croccante. La sua produzione è molto antica ed è rimasta invariata negli anni: si ottiene aggiungendo la semola al criscito, il lievito ottenuto dalla pasta acida della lavorazione precedente. La massa viene, poi, tenuta al caldo per tutta la notte a lievitare e poi impastata di nuovo con l’aggiunta di altra semola, acqua, lievito di birra e sale. In seguito avviene la seconda lievitazione che dura circa 3-4 ore. Si procede, al termine della lavorazione, alla formazione di pagnotte rotonde, che vengono segnate con tagli trasversali e poi infornate nel forno a legna. Oltre ad essere consumato quotidianamente, grazie al suo sapore deciso, il pane di saragolla è particolarmente indicato come base su cui provare l’olio nuovo e le numerose tipologie di formaggi e salumi prodotti nella zona.

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Pane di S. Sebastiano PAT Campania

I fornai di S. Sebastiano al Vesuvio, un comune dell’area vesuviana in provincia di Napoli, sono considerati dei maestri nella produzione delle forme di pane che hanno preso il nome dal comune stesso. Il pane di San Sebastiano ha visto negli anni mantenere invariate le regole produttive e gli ingredienti utilizzati così da rimanere un prodotto genuino e di altissima qualità. Il palatone di San Sebastiano ha forma allungata e altezza superiore alla base; per preparalo si utilizza farina di grano tenero, lievito madre (criscito), acqua rigorosamente locale e la giusta dose di sale. La farina viene aggiunta al criscito sciolto in acqua tiepida e il composto viene lasciato lievitare per diverse ore. La pasta viene poi modellata in forme dal peso che può variare dal mezzo chilogrammo a due kg che vengono cotte in forno caldo a legna. Le caratteristiche del pane di San Sebastiano sono la crosta sottile e dorata e la deliziosa mollica bianca, che si conserva fragrante per parecchi giorni. Oltre che nei negozi della zona il pane viene venduto dagli ambulanti la domenica mattina.

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