Zabaione o zabaglione PAT Emilia Romagna

Lo zabaione è una preparazione che vanta parecchi secoli di storia sul quale vi sono fonti discordanti riguardo alle sue origini ed al suo nome. Una di queste tradizioni racconta che sia stato “inventato” nel 1500 vicino a Reggio Emilia per una casualità. Si narra che il capitano di ventura Emiliano Giovanni Baglioni arrivò alle porte della città e si accampò. A corto di viveri mandò, com’era uso a quel tempo, alcuni soldati a razziare i campi dei contadini della zona. Il raccolto, però, fruttò ben poco e il Capitano Baglioni si ritrovò con uova, zucchero, qualche fiasca di vino e delle erbe aromatiche. In mancanza d’altro fece mescolare il tutto e lo diede ai soldati al posto della solita zuppa e questi ne furono entusiasti. L’uso popolare chiamava Giovanni Baglione ‘Zvàn Bajòun’ e la crema ne prese il nome diventando prima ‘Zambajoun’, poi Zabajone e infine Zabaglione.

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Tortelli di farina di castagne PAT Emilia Romagna

Si prepara la pasta con la farina, le uova, l’acqua, il sale; si stende a sfoglia e si taglia a strisce di 15 cm. Circa di larghezza e 30 cm di lunghezza. Si dispongono sopra alla pasta le pallottoline di ripieno ottenuto stemperando la farina di castagne con il latte. Si piega la sfoglia, si tagliano i tortelli in quadratini e si schiacciano i bordi per evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura. Si cuociono in acqua bollente per circa 15 minuti, si scolano e condiscono in una zuppiera con un condimento ottenuto amalgamando la ricotta di pecora, un po’ di burro, un pizzico di sale e le noci spellate tritate fini.

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Zampanella PAT Emilia Romagna

Le origini sono quasi certamente imputabili allo stato di povertà e alla scarsità di alimenti in seguito a carestie, eventi bellici, di una fascia di territorio molto precario. Secondo alcuni sarebbe il risultato di un disguido occorso ad una donna che, avendo allungato eccessivamente l’impasto per la “crescente” da cuocere sulla tigella, provò a ricavarne qualcosa di commestibile e ci riuscì. Un tempo era un cibo tipicamente invernale, a ragione del fatto che in concomitanza con l’uccisione del maiale, il pesto era fatto in maggior parte di lardo, pancetta, e strutto. Con il tempo lo strutto fu eliminato e il lardo venne sostituito da salsiccia fresca e capocollo, così le zampanelle diventarono un cibo per essere mangiato tutto l’anno.

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Tortellini di Bologna PAT Emilia Romagna

Dal 1500 la storia ha i suoi testimoni: nel diario del Senato di Bologna si riporta che a 16 Tribuni della Plebe riuniti a pranzo fu servita una “minestra de torteleti” mentre nel 1570 un cuoco bolognese (forse Bartolomeo Scappi, cuoco di Pio V) fece stampare un migliaio di ricette tra cui presenziava quella dei tortellini.Nell’anno 1664 Vincenzo Tanara, ne “L’economia del cittadino in Villa”, parla di “tortellini cotti nel burro.” E quasi due secoli più tardi, nel 1842, il viaggiatore e bibliografo francese Antoine-Claude Pasquin, detto Valery, riporta di un “ripieno di sego di bue macinato, tuorli d’uovo e parmigiano” che si potrebbe leggere come un antenato meno raffinato dell’attuale ripieno. Il tortellino va rigorosamente consumato cotto in un corposo brodo di carne.

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Tortelli di Carnevale PAT Emilia Romagna

Dolce a base di farina, uova, burro, zucchero, buccia di limone grattugiato, sale, mezzo bicchiere di vino bianco. Dopo aver tirato la pasta a macchina (a noi piace sottile!), dosare il ripieno e chiudere come fossero ravioli. I contorni del turtlitt devono essere leggermente premuti con i rebbi di una forchetta: l’operazione serve a sigillare il tortello ma soprattutto a conferirgli l’aspetto tradizionale! Per la cottura, i turtlitt devono essere immersi nell’olio bollente finchè non cominciano a dorare. Una volta raffreddati, occorre cospargerli di zucchero a velo.

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Zuppa inglese PAT Emilia Romagna

La Zuppa inglese è un dolce tipico della cucina emiliano-romagnola, nato ai tempi degli Estensi (a proposito, la ricetta originale prevede il pan di spagna, non i savoiardi). Nonostante il nome, le origini della zuppa inglese sono certamente italiane e molte città rivendicano l’invenzione, probabilmente a causa delle numerose varianti in cui oggi è proposta. Ma perché inglese? Prende il nome in onore di Sir Charles O’Connor, un famoso chef dell’epoca, che preparò questa ricetta per la regina d’Inghilterra. Invitato presso la corte degli Estensi Sir Charles O’Connor ripropose il dolce ovviamente molto apprezzato….da qui il nome zuppa inglese.

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Tortelli con le ortiche PAT Emilia Romagna

Sfoglia, ripieno di ortiche, ricotta, parmigiano reggiano, burro. Lessare le ortiche per circa 10 minuti, dopo averle ben lavate. Strizzarle e tritarle il più finemente possibile, rosolarle in un soffritto di cipolla, aglio, lardo e burro. Insaporire bene. Fuori dal fuoco aggiungere la ricotta precedentemente lavorata e parmigiano reggiano grattugiato. Essendo l’ortica assai spugnosa e assorbendo molto condimento, potrebbe anche occorrere una quantità di burro maggiore. Tirata una sfoglia non troppo sottile si procedere al riempimento dei tortelli col pesto preparato. Cuocere in abbondante acqua salata e servire con burro, parmigiano e salsa di pomodoro o carne

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Tortelli coi rosolacci PAT Emilia Romagna

Altro piatto montanaro (o campagnolo) della Romagna, che riusciva a dare lustro ai giorni di festa (pochi in verità nella strada lunga un anno) per il pregio degli ingredienti fra cui il rosolaccio (fiuron d’grân, ròşla, ruşon, rôşa mata, al ròşli) che è il comune papavero che in giugno illeggiadrisce i campi di grano. E’ una delle verdure più raccolte e consumate (prima della fioritura).

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Tortelli alla lastra PAT Emilia Romagna

Da sempre considerato una delle prelibatezze delle terre della Romagna-Toscana, è sicuramente uno dei migliori alimenti “poveri” ottenuti dalla felice combinazione dei prodotti delle magre terre del crinale appenninico. Il tortello sulla lastra si mangia verso la fine dell’autunno, soprattutto per Ognissanti.

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