Gnocco fritto PAT Emilia Romagna

Anche questo è un umile piatto della cucina reggina: un impasto di farina, acqua, sale e , al tempo delle nostre nonne, con un po’ di strutto, sostituito oggi da burro o olio. Nelle case contadine veniva fatto con la pasta del pane lievitata, e si friggeva con lo strutto. “Al gnoc frett”, per chi viveva in campagna, era la colazione più gradita. A metà mattina “la zdòura” si recava nei campi con “cavagnìn”di gnocco fritto vinello da portare al marito e, mentre lui mangiava, si sedeva al fianco del suo sposo. Il tempo di restare insieme era poco, ma tanta era la soddisfazione della “zdòura” ritornando a casa con il cesto vuoto e le confidenze del marito.

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Gnocco di patate o sgranfignone PAT Emilia Romagna

Proprio il recupero di questa anticha tradizione culinaria locale, ha fatto emergere nella scena gastronomica di Medesano lo “sgranfignone”, gnocco di patate protagonista indiscusso da oltre 50 anni della sagra che da tale prodotto prende il nome : “ La sagra dello Sgranfignone” dove una lunga catena umana prepara gli sgranfignoni in diretta dalla cottura delle patate al servizio dei gnocchi con i sughi preferiti.

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Gnocco al forno coi ciccioli PAT Emilia Romagna

Farina, sale, acqua, l’impasto viene poi cosparso di ciccioli e cotto al forno. Preparare un impasto ben omogeneo porlo in una teglia unta, stendendola con le dita fino ad uno spessore di circa due centimetri con l’aiuto di una forchetta incidetene la superficie, salate cospargetela di ciccioli (o di cipolla finemente tritata). Lasciate lievitare ancora almeno 1 ora indi cuocete in forno moderato per circa 40 minuti.

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Gnocchi PAT Emilia Romagna

Si bollono le patate con la buccia, si sbucciano e si passano nello schiacciapatate. Si amalgama il composto con farina e con poco parmigiano grattugiato quanto basta per ottenere un impasto lavorabile; con le mani si arrotola la pasta per ottenere dei lunghi cilindri del diametro di circa un centimetro, si tagliano quindi della misura voluta (circa 1 centimetro), si passano con il pollice sui rebbi di una forchetta (o il retro della grattugia) conferendo la classica zigrinatura. Cuocerli quindi in acqua salata fino al loro affioramento, condirli quindi con ragù classico o mantecarli con formaggio e burro.

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Gnocchetti con fagioli PAT Emilia Romagna

Farina allungata con pane raffermo grattugiato. Condimento a base dei prodotti derivanti dalla lavorazione del maiale (cotiche, salsiccia, lardo) e dell’orto (fagioli). Dall’impasto si ricavano sottili strisce cilindriche che vengono tagliate a pezzetti piccoli per ottenere lo gnocchetto vuoto all’interno. Lo gnocchetto così ottenuto viene cotto in acqua salata, scolato e condito con sugo di fagioli.

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Gialletti PAT Emilia Romagna

Farina di mais e farina bianca, uova, burro, zucchero, un pizzico di vaniglia, una presa di sale e la scorza grattugiata di ½ limone. Mescolare sulla spianatoia, unire uvetta (ammorbidita in acqua), burro fuso (oppure strutto), zucchero semolato, poco sale, una bustina di vanillina, pinoli e scorza grattugiata di limone. Impastati i vari ingredienti preparare palline (o pagnottelle, o grossi gnocchi) sottoposte a lieve appiattimento con le mani. Oppure lavorare l’impasto con il matterello e ricavare rettangolini alti circa 1 cm. Infornare nel forno caldo (200°) e ancora caldi spolverare gli zalett con lo zucchero a velo.

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Garganelli, maccheroni al pettine PAT Emilia Romagna

Pasta a base di farina, uova, parmigiano, noce moscata e l’apposito arnese, detto “pettine”, costituito da una serie di fili paralleli, tenuti tesi da un piccolo telaio, e da una bacchettina a parte. Si tratta di una sfoglia all’uovo come le altre, che va tagliata a quadretti grandi aventi un lato di circa quattro centimetri se destinati all’asciutto, e di tre centimetri se destinati al brodo.

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Frittelle o sgonfietti PAT Emilia Romagna

Minestra di tagliatelle, uova, farina, parmigiano reggiano, sale, pepe, strutto per friggere. Poiché fa parte della “cucina del riuso”, solitamente si utilizzavano gli avanzi della minestra. Versare la minestra in una ciotola, unire la farina, il formaggio, le uova, sale e pepe. Se l’impasto risulta troppo consistente, diluire con un po’ di latte. Mettere sul fuoco una padella con abbondante strutto e quando sarà bollente versarvi il composto a cucchiaiate. Una volta ben fritte scolare le frittelle su carta assorbente e servire ben calde.

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Frittelle di tagliatelle o pattone PAT Emilia Romagna

Minestra di tagliatelle, uova, farina, parmigiano reggiano, sale, pepe, strutto per friggere. Poiché fa parte della “cucina del riuso”, solitamente si utilizzavano gli avanzi della minestra. Versare la minestra in una ciotola, unire la farina, il formaggio, le uova, sale e pepe. Se l’impasto risulta troppo consistente, diluire con un po’ di latte. Mettere sul fuoco una padella con abbondante strutto e quando sarà bollente versarvi il composto a cucchiaiate. Una volta ben fritte scolare le frittelle su carta assorbente e servire ben calde.

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Frittelle di riso PAT Emilia Romagna

Riso, farina bianca, uovo, olio o strutto, sale. Si mescola energicamente per ottenere un impasto omogeneo il riso cotto in precedenza (o avanzato) con farina e uova. In una padella o tegame a bordi alti – in molto olio o strutto bollente- gettare poco alla volta l’impasto a cucchiaiate. Scolare le frittelle e metterle sulla carta assorbente per togliere l’eccesso di unto. Servitele calde con un pizzico di sale.

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