Frittelle di farina di castagne PAT Emilia Romagna

Farina di castagne, strutto/olio di oliva, sale, uva secca e pinoli. Si amalgamano tutti gli ingredienti ottenendo così una morbida pasta che verrà gettata, a cucchiaiate, nello strutto bollente. Oggi lo strutto può essere sostituito da olio.

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Fritloc o frittelle di castagne PAT Emilia Romagna

Farina di castagne, acqua e un pizzico di sale, strutto/olio per friggere. Si prepara una pastella abbastanza morbida amalgamando farina di castagne, latte, acqua ed una presa di sale. Si prelevano cucchiaiate di tale pastella e si gettano a friggere nello strutto bollente. Oggi lo strutto può essere sostituito con olio. E’ questa una tipica preparazione della montagna reggiana ancor oggi assai gradita.

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Focaccia con ciccioli PAT Emilia Romagna

Una antica leggenda fa risalire al 1155 un curioso aneddoto. Federico Barbarossa di passaggio in questa località (Borgonovo non era ancora stato fondato ma esisteva già grosso agglomerato di case) con le sue truppe stremate ed affamate, venne rifocillato dalla popolazione locale con quintali di “chisola”. L’esercito di Federico I proseguì il suo cammino senza creare danno alla gente.

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Fave dei morti PAT Emilia Romagna

Un tempo, forse retaggio di un’offerta rituale, erano una consuetudine ai primi di novembre, e si preparavano con molta pazienza per offrirle ai parenti che, nella ricorrenza dei morti, facevano visita a casa. Questi dolci di pasta di mandorle sono evocativi del frutto, le fave per l’appunto, che erano considerate come nutrimento dei “lemuresì” ovvero le anime dei morti, nella festività romana dei “Lemuria”.

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Erbazzone di Reggio Emilia PAT Emilia Romagna

La tradizione contadina di tutta Italia vanta torte, salate o dolci, a base di erbe, formaggi, uova e altri ingredienti di ripiego, magari avanzi di altre preparazioni di cucina; la culinaria romana, diffusasi in breve ovunque, era ricca di ricette ottenute schiacciando erbe e ortaggi tra due strati di pani o schiacciate. Mastro Martino nel libro “De arte coquinaria” (1450) e Bartolomeo Sacchi, detto “Il Platina”, nel suo “De honesta voluptate” (1475) si riferiscono a queste torte d’erbe come “alla bolognese”.

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Dolce di San Michele PAT Emilia Romagna

E’ un dolce nato per caratterizzare Bagnacavallo durante la Sagra del paese. Si trova tracce della ricetta del dolce, ora denominato “Dolce di San Daniele”, fin dal lontano sedicesimo secolo, come documentato dalla ricetta scritta in un testo del 1500 custodito nella Biblioteca Comunale di Bagnacavallo. Questa antica ricetta, pur subendo nel tempo alcune variazioni, viene riproposta, come tradizione, nel territorio del Comune di Bagnacavallo nel periodo autunnale, in particolare durante la festa di San Michele, patrono del paese, che si festeggia il 29 Settembre.

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Curzoli PAT Emilia Romagna

Curiosa e quasi dimenticata minestra simile a delle tagliatelle grossette e strettine. La sfoglia si tira col matterello ed è preparata senza o con le uova, a seconda che si voglia seguire rispettivamente la ricetta tradizionale, vicina agli strozzapreti, o quella più moderna, vicina a tagliatelle e tagliolini. La sfoglia va comunque tagliata in entrambi i casi in striscioline larghe ed alte dello spessore quadrato.

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Crostoli del Montefeltro PAT Emilia Romagna

Impasto a base di farina di grano tenero, uova, sale, pepe, strutto, acqua, latte, bicarbonato. Una volta amalgamati gli ingredienti si stira a disco di diametro variabile, colore chiaro e dorato. Ricorda la piadina romagnola ma se ne differenzia per la pasta, che è sfogliata, unta e molto saporita. Si accompagna, in alternativa al pane, con salumi, formaggi, carne e verdure grigliate.

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Croccante PAT Emilia Romagna

Dolce a base di mandorle, zucchero, miele. Si mettono per pochi minuti le mandorle in acqua bollente, si spellano, si asciugano nel forno caldo senza far colorire. In una casseruola si fonde a fuoco dolce lo zucchero e, quando il caramello è color biondo chiaro, sempre rimestando con un cucchiaio di legno si aggiungono le mandorle, si amalgamano velocemente allo zucchero. Si versa questa delizia marroncina su un piano di marmo (o di metallo) unto e, con una spatola o un coltello a lama larga, anch’essi unti, si “contiene” il caramello perché non si separi dalle mandorle. Col matterello, sempre unto, si spiana leggermente e’ crucânt assottigliandolo, poi si fa intiepidire, infine si taglia a rombi o a quadretti. Per renderlo più morbido, chi poteva sostituiva parte dello zucchero col miele, unendolo insieme alle mandorle allo zucchero già caramellato.

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Crescenta fritta, cherscènta frètta PAT Emilia Romagna

È una specialità gastronomica tradizionale tipica delle provincia di Modena. Da disciplinare viene chiamata “crescenta fritta” ma è comunemente noto come “crescentine fritte”. Si tratta di un piccolo gustosissimo bocconcino di pasta leggermente lievitata fritto in strutto o olio bollente e servito ancora caldo e fragrante. La ricetta originale è depositata alla Camera di Commercio di Modena e prevede sia ingredienti obbligatori che facoltativi.

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