Chisolini PAT Emilia Romagna

Prodotto ottenuto dall’insieme di farina bianca, lievito, sale, acqua, strutto. Si procede ad amalgamare tutti gli ingredienti. Fare riposare l’impasto coperto da un pannetto per due ore in ambiente a temperatura moderata. Reimpastare bene, formare delle sfoglie né sottili e né spesse (mezzo cm.), tagliare con il coltello dei rettangolini di circa 10 cm. di lunghezza e 5 cm. di larghezza. Si friggono preferibilmente nello strutto bollente, ma è anche possibile utilizzare l’olio. Una volta fritti, i chisolini assumono un colore giallo-oro, diventano croccanti e dorati in cima, pallidi e morbidi nella pancia, si gonfiano come vele al vento e sono pieni di vesciche.

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Cherseinta sotto le braci PAT Emilia Romagna

Focaccia bianca cotta sotto braci. Farina bianca, un trito di aglio, lardo, sale, origano e un pizzico di lievito di birra. Si amalgamano gli ingredienti e si lascia lievitare. Si spiana all’altezza di un dito e si cuoce nel caminetto, sotto le braci, per almeno mezz’ora.

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Castagnole PAT Emilia Romagna

Le castagnole, come tutti gli altri dolci di carnevale venivano consumate fino alla mezzanotte del martedì grasso, prima che suonasse la lóva, la campana che indicava la fine del carnevale; dopodiché, anche se avanzavano, ci si asteneva dal mangiarle per rispettare il digiuno del primo giorno di Quaresima.

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Castagnaccio PAT Emilia Romagna

Dolce derivante dall’impasto di farina di castagne e acqua tiepida, olio, uvetta sultanina, pinoli, un pizzico di sale e zucchero. Si consuma previa cottura. Si amalgama bene l’impasto e lo si stende con uno spessore di 1 cm. Si imburra abbondantemente un tegame, spolverizzato di farina, vi si pone il castagnaccio e si inforna a medio calore per circa mezz’ora. Anche qui le varianti sono d’obbligo: la versione dei ricchi prevedeva l’aggiunta di fichi secchi, pezzi di frutta e una spruzzata di “Alkermes”, mentre la più povera contemplava solo farina di castagne, acqua, un cucchiaio di grasso ed un pizzico di sale.

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Cassatella PAT Emilia Romagna

Foderare uno stampo coi savoiardi inzuppati di Alchermes e Sassolino, quindi riempirlo con il composto, sistemarlo bene e livellarne la superficie. Porre il dolce in frigorifero nel reparto freezer e lasciarvelo per almeno un paio d’ore. Pochi minuti prima di servire capovolgere la “cassatella” sul piatto di portata.

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Cappelletti ferraresi o caplìt PAT Emilia Romagna

I cappelletti ferraresi sono molto più di un semplice piatto di pasta ripiena; sono un viaggio attraverso la storia, la cultura e la passione della cucina emiliana. Ogni morso di questi deliziosi cappelletti racconta una storia di maestria artigianale e dedizione alla tradizione. Se vi trovate a Ferrara o nelle vicinanze, non perdete l’occasione di assaporare questa prelibatezza che incarna il meglio della cucina italiana.

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Cappelletto reggiano PAT Emilia Romagna

Pasta sfoglia farcita. La dimensione del cappelletto è circa 4 cm, anche se in certe zone, in special modo in quelle montane, è di dimensioni più modeste. Il ripieno è tradizionalmente composto di solo stracotto di manzo, anche se con il passare degli anni questa farcitura è stata arricchita da altri tipi di carne: maiale, pollo e mortadella. La sfoglia deve essere sottile e tagliata con apposita rotellina dentellata in quadretti della dimensione di pochi centimetri. I quadretti vengono poi riempiti con il ripieno. Si procede quindi alla piegatura formando un triangolo le cui estremità si uniscono facendole ruotare attorno al dito indice a dare la classica forma a “cappello”. La loro riuscita ideale è la cottura in brodo di cappone.

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Cappelletti all’uso di Romagna PAT Emilia Romagna

Cappelletti Scriveva nel 1811 il Prefetto di Forlì: “L’avidità di tale minestra è così generale, che da tutti, e massime dai preti, si fanno delle scommesse di chi ne mangia una maggior quantità e si arriva da alcuni fino al numero di 400 o 500″…

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Cantarelle PAT Emilia Romagna

Farina bianca, farina gialla, olio extravergine di oliva zucchero, e’ test – teglia. Le variabili nella preparazione di questo dolce sono innumerevoli e dipendenti dagli ingredienti a disposizione. Pastella ottenuta impastando in acqua tiepida, e con un po’ di sale, farina bianca e gialla. La “pasta” va gettata a cucchiaiate sopra il testo e poi cotta rivoltandola di qua e di là. Per condire le cantarelle: una spruzzata d’olio e un po’di zucchero. Vanno mangiate calde o fredde.

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Canestrelli PAT Emilia Romagna

Prodotto ottenuto dall’impasto di farina bianca, uova, zucchero, scorza di limone, sale, rum o alchermes, burro, latte, lievito. Mettere 1 kg. di farina a fontana sulla spianatoia e amalgamare a mano a mano 4 uova, 15 cucchiai di zucchero, mezza scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale, un cucchiaio di rum o alchermes, 2 o 3 hg di burro, un po’ di latte, aggiungere per ultime due bustine di lievito vanigliato. Stendere una sfoglia dell’altezza di circa un centimetro e tagliare con gli appositi stampini i biscotti. Dopo averli disposti su teglie unte di burro si possono infornare. L’impasto può essere fatto meccanicamente con apposite impastatrici, sia per uso domestico che per uso industriale. I canestrelli si trovano in vendita nelle panetterie e nei negozi di pasta fresca sfusi; nei supermercati vengono in genere venduti in sacchetti preconfezionati.

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