Ciambelle al vino moscato di Terracina PAT Lazio

Queste piccole ciambelle, dorate in superficie, leggere e friabili si ottengono dall’impasto di farina, zucchero, olio, vino Moscato di Terracina DOC, semi di anice e cannella. Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti si formano, a mano, le ciambelle e si passa la parte superiore nello zucchero semolato. Si cucinano in forno già caldo a 170°C fino a cottura (15-20 minuti circa). Vanno servite fredde con un buon bicchiere di Moscato di Terracina. Le Ciambelle al vino Moscato di Terracina DOC un tempo venivano preparate in casa, in occasione delle feste. La ricetta ha una storia ultra trentennale.

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Ciambella all’anice di Veroli PAT Lazio

Ciambella di 20 cm di diametro, dalla crosta marrone chiaro, con aroma di anice. Si impastano gli
ingredienti (farina tipo 00, acqua, sale, lievito di birra, semi di anice) per 20-30 minuti. Si lascia riposare l’impasto per alcuni minuti, poi si spezzano a mano dei pezzi di pasta e si formano strisce, successivamente pressate a mano e unite alle estremità a formare una ciambella. Si cuociono le ciambelle in acqua bollente. Fino a quando risalgono in superficie. La ricetta della Ciambella all’anice di Veroli si tramanda da generazioni ed ha una storia ultra trentennale

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Ciacamarini PAT Lazio

Pasta alimentare a base di farina, uovo, sale ed acqua tiepida. L’impasto viene fatto riposare per qualche minuto e, quindi, viene tirata la sfoglia fino ad uno spessore di circa un millimetro. La sfoglia viene tagliata in striscioline successivamente arrotolate con le mani. Pasto semplice delle famiglie contadine la cui preparazione avviene tradizionalmente nelle cucine domestiche. Si era soliti prepararli in giorni di festa. La ricetta ed, in particolar modo, il metodo di lavorazione della pasta, si tramanda da generazioni.

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Calzone con verdure PAT Lazio

Il Calzone di verdure, localmente detto fallone, nasceva dalla tradizione della cucina più povera, quando con la rimanenza della pasta del pane, che si faceva una volta a settimana, venivano cotte queste piccole mezzelune ripiene delle verdure di cui si disponeva al momento.

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Cacchiarelle PAT Lazio

Tradizionalmente le Cacchiarelle venivano cotte al forno a legna prima della cottura del pane casereccio di Montelibretti; lo scopo principale era quello di verificare se il forno era sufficientemente caldo e pronto per la cottura del pane. La denominazione deriva dal fatto che la massaia recuperava con le mani un pezzo di pasta pane detto appunto “cacchio” che lavorava con le mani allungandolo e schiacciandolo. Le Cacchiarelle rappresentavano un gustoso alimento sia per la prima colazione che per il pranzo, condite generalmente con pomodoro ed alici.

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Biscotto di Sant’Anselmo PAT Lazio

Il Biscotto di Bomarzo o “Pane di Sant’Anselmo” è una ciambella ricavata attenendosi scrupolosamente a ricette antichissime tramandate oralmente di madre in figlia. Un sapiente dosaggio degli ingredienti ed una lievitazione che dura circa 1 giorno, costituiscono la particolarità di questo gustoso prodotto.

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Caciatella di Maenza PAT Lazio

Prodotto dolciario di pasta frolla a base di ricotta aromatizzata alla sambuca e cannella. Si prepara una sfoglia di pasta all’uovo salata e la si stende a mano rivestendo poi una teglia: si riempie con un impasto di ricotta, zucchero, uova intere, sambuca e cannella e si chiude con strisce di sfoglia, tipo crostata. Si cuoce in forno pre-riscaldato a 280°C per 30 minuti. A Maenza, in prossimità della Pasqua, nelle case si era soliti lucidare gli utensili di rame con limone e sabbia per la preparazione delle Caciatelle. Si tratta di una ricetta di origine pastorale e contadina a base di ricotta (cacio).

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Caciata di Sezze PAT Lazio

Crostata di forma tondeggiante preparata con una pasta frolla a base di uova, zucchero, strutto, farina, buccia di limone e farcita con ricotta ovina. Dall’impasto, lavorato manualmente su tavole di legno, si ricava una sfoglia per rivestire il fondo e i bordi di una teglia imburrata. Sulla pasta si versa il ripieno costituito da ricotta mescolata a uova e zucchero. Successivamente si chiude con striscioline di pasta spennellate con uovo battuto, per rendere lucida la superficie, e si cuoce in forno già caldo a 200°C per 40 minuti. Tradizionale dolce sezzese la cui ricetta viene tramandata di generazione in generazione. La denominazione è data dalla presenza della ricotta (cacio) nella preparazione.

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