Focaccia di nonno Pilade PAT Toscana

È una focaccia di forma rotonda (diametro di circa 15 cm), bassa e schiacciata, di colore brunito e dal peso di circa 400 grammi; le nocciole, le mandorle, l’uvetta, le noci, sono gli ingredienti base che si uniscono ad una pasta zuccherata, lievitata naturalmente per circa 9 ore. È prodotta senza conservanti, a lievitazione naturale, si conserva fino a 30-35 giorni. Viene generalmente confezionata in sacchetti trasparenti, incartata in un foglio di carta e poi legata con lo spago.

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Focaccia con i friccioli PAT Toscana

La focaccia con i friccioli è una schiacciata salata dal colore marrone per la presenza dei friccioli, pezzettini di pancetta di maiale che vengono uniti all’impasto e che non si struggono col calore. È molto saporita e friabile. Si produce da novembre a gennaio.

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Focaccette di Aulla PAT Toscana

Il prodotto deve la sua tipicità alla tecnica di trasfomazione e ai particolari materiali utilizzati (testi di terracotta e camini a legna). Le focaccette di Aulla si consumano ancora calde accompagnate da formaggi freschi e salumi. Raffaello Raffaelli, nella sua Monografia storica e agraria del circondario di Massa e Carrara del 1881 già riferisce che “nella bassa Lunigiana fanno molto uso di certe schiacciate di granturco cotte in testi di terra”.

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Corona di San Bartolomeo PAT Toscana

Le “corone” sono gustosi dolcetti di pasta frolla che consistono in collane fatte di pippi (palline fatte di un impasto dolce) infilzati in uno spago. I bambini man mano che tolgono i pippi dallo spago si dice che “spippolano” la corona. I pippi sono biscotti di pasta frolla di forma rotonda, abbelliti con pallini colorati e impreziositi da cioccolatini quasi fossero gemme preziose, soprattutto sul medaglione centrale. I cioccolatini vengono aggiunti subito dopo aver tolto i pippi dal forno, quando la pasta è ancora abbastanza morbida da permettere al cioccolatino di aderirvi.

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Corolli incesi PAT Toscana

I corolli incesi sono dei biscotti dalla particolare forma ondulata, sui quali vengono fatte delle “incisioni”, da cui il nome. Sono profumati e ricchi dell’essenza di anice. Dopo aver montato bene le uova con lo zucchero ed avervi aggiunto lentamente l’olio, il sale, la farina e i semi d’anice, l’impasto deve essere lavorato a lungo con le mani finché non diventa compatto e sodo. La pasta ottenuta viene ridotta in bastoncini lunghi circa dieci centimetri, dando a ciascuno una forma vagamente ondulata e operando, qua e là, delle incisioni (da cui “incesi”). A questo punto i corolli vengono scottati in acqua, in un recipiente largo e unto. Quando affiorano, vengono tolti, stesi sopra un panno e lasciati asciugare bene. Vengono poi disposti in un teglione e cotti in forno.

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Confetti di Pistoia PAT Toscana

I confetti di Pistoia si ottengono con antichi sistemi di lavorazione che prevedono l’utilizzo di attrezzi particolari quali la bassina e l’imbuto di metallo con il quale il confetto viene cosparso di zucchero. La ricetta originale prevede esclusivamente l’utilizzo dell’anice dal sapore molto deciso. Si racconta che il traditore di Pistoia Vanni Fuggi, del quale si parla nella Divina Commedia, soleva sbarazzarsi di mogli e suocere pedanti offrendo confetti di Pistoia avvelenati. La tradizione storica richiama gli “anici confecti” che venivano preparati in occasione del rinfresco per la festa del patrono San Jacopo. I confetti di Pistoia hanno mantenuto una forte tradizionalità fino agli anni 50 quando, in occasione dei matrimoni, venivano acquistati in gran quantità e lanciati in segno di giubilo agli invitati però, essendo bitorzoluti, non si rompevano e così venivano mangiati da tutti. Pian piano con l’avvento delle bomboniere, l’uso dei confetti si è perso, tanto che negli anni 60 molti confettai pistoiesi cessarono la loro attività. Oggi rivive la tradizione del confetto nel territorio come prodotto di nicchia. Gli altri confetti, quelli lisci che peraltro vengono prodotti a Pistoia, si chiamano “fagioli”.

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