Porro dolce lungo di Carmagnola PAT

Il porro lungo dolce di Carmagnola può essere definito prodotto di eccellenza dell’orticoltura piemontese per le sue peculiari caratteristiche qualitative. La parte edule del fusto, dopo l’imbianchimento, evidenzia una ridottissima fibrosità associata ad una marcata dolcezza dei tessuti; tutto ciò si accompagna ad una facile digeribilità.

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Porro di Cervere PAT

Il porro è una pianta biennale che appartiene alla famiglia delle liliacee. Questo ortaggio era già conosciuto nell’antico Egitto ed era consumato dagli schiavi addetti alle costruzioni delle piramidi. Lungo i secoli questa coltura passa nell’area greco-romana e Plinio descrive la pianta chiamandola porrum.

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Pomodoro piatta di Bernezzo PAT

Le piante della varietà di pomodoro in oggetto sono caratterizzate da vigoria medio elevata, fusti di grandi dimensioni e marcata copertura fogliare. Il Pomodoro Piatta di Bernezzo ha forma tondeggiante, fortemente compressa ai poli. Il colletto presenta scanalature profonde e la cicatrice stilare è mediamente grande Le pezzature medie delle bacche si attestano su valori compresi tra i 250–400 grammi/frutto; i calibri sono particolarmente elevati nei primi palchi fiorali, poi tendono a uniformarsi.

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Pomodoro delizia di Tortona PAT

Il Pomodoro Delizia di Tortona è una varietà di pomodoro da mensa vigorosa e produttiva. Le bacche hanno forma globosa allungata (obovata) e, a piena maturazione, hanno colorazione rosso arancio intenso; le dimensioni sono medio grandi (variabili mediamente tra i 135 e i 215 g) e sono caratterizzate dalla presenza di pochissimi semi inseriti in una massa di polpa densa e succosa con pericarpo molto sottile e resistente anche a maturazione completa.

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Pisello di Casalborgone PAT

La zona di Casalborgone è territorio particolarmente vocato per la coltivazione del pisello (Pisum sativum L.) e vanta una antica tradizione. I piselli costituiscono, da sempre, motivo di vanto per i Casalborgonesi anche se in questi ultimi anni la produzione del luogo è andata via via scemando.

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Piccoli frutti PAT

I Piccoli frutti sono lamponi, mirtilli, ribes, more, uva spina e fragoline di bosco. Gli elevati livelli qualitativi dei Piccoli frutti sono la diretta conseguenza di una felice combinazione di fattori naturali e di scelte attente dei frutticoltori. Gli areali di fondovalle in particolare del cuneese e del torinese, caratterizzati da suoli tendenzialmente acidi-sub acidi – con elevata dotazione in sostanza organica e drenanti – ben si prestano alla coltivazione di questi prodotti, assicurando un flusso costante e diversificato di prodotto alla filiera commerciale.

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Piattella canavesana di Cortoreggio PAT

La Piattella canavesana di Cortereggio è una varietà locale di fagiolo afferente alla specie Phaseolus vulgaris L. L’ecotipo locale di fagiolo è caratterizzato da piante rampicanti, con buona vigoria vegetativa e marcata copertura fogliare, baccelli di forma appiattita che virano dal verde al giallo ocra con l’incedere della maturazione. La granella è di colore bianco ed è caratterizzata da un epidermide molto sottile. La pezzatura è media: 1.000 semi pesano all’incirca 700 g.

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Pesche del Piemonte PAT

La coltivazione della pesca risale a fine ‘800 sulle colline del Roero e a Volpedo negli anni ’20 del secolo scorso, periodo in cui si è trasformato il pesco da specie selvatica a vera e propria coltura specializzata in tutto il Piemonte proseguendo poi negli anni ’30 del XX secolo all’altipiano saluzzese e a Borgo d’Ale (VC) fino ad interessare negli ultimi decenni del secolo scorso ampi territori particolarmente vocati, in collina così come sull’arco pedemontano della provincia di Cuneo.

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Pesche autoctone del Piemonte PAT

Il pesco predilige ambienti mediterranei; è infatti sensibile ai freddi invernali, così come alle gelate primaverili. Eppure in Piemonte – ai limiti altitudine/latitudine nord della specie in Europa – con clima continentale, ma temperato per la protezione della cerchia alpina, i peschicoltori hanno saputo ricavare gli habitat adatti alla specie. Hanno scelto gli ambienti meno esposti alle gelate, i terreni alluvionali sciolti e profondi, adatti all’apparato radicale del pesco.

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