Marrons Glacés PAT

I Marrons Glacés di Cuneo sono castagne che, dopo una delicata pelatura e, grazie ad un lento processo chiamato canditura, sono rese dolcissime. Le castagne così candite, sono poi ricoperte di una glassa zuccherina, che diventa traslucida dopo un rapido passaggio in forno. Le varietà di castagne utilizzate sono in genere “marrone”, “marrubia”, “garrone rosso e nero”, tipici della provincia di Cuneo.

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Margheritine di Stresa PAT

Le margheritine di Stresa sono dei piccoli biscotti, dal gusto delicato, cosparsi di zucchero a velo, di forma rotonda, con un piccolo incavo al centro. Sono preparati con una base di burro, farina, fecola, tuorli d’uova, zucchero, scorza di limone, vaniglia e sale. Sotto lo strato di zucchero hanno colore dorato chiaro e sono molto friabili. La consistenza è quella della pasta frolla, solo molto più friabile e delicata. La caratteristica principale di questi piccoli dolci è che le uova si amalgamano all’impasto già cotte e passate al setaccio.

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Krumiri PAT

I krumiri sono dei biscotti secchi, rigati, o meglio zigrinati, friabili e croccanti, profumati e dorati. Hanno una storia ormai secolare; essendo stati inventati a Casale Monferrato da Domenico Rossi, nel 1878 Sono leggermente piegati ad arco, e tradizione vuole che questa forma dovesse ricordare i baffi del
re Vittorio Emanuele II. Sono preparati con farina bianca, uova, zucchero, burro e vaniglia.

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Grissino stirato PAT

I grissini stirati sono forse il prodotto di gastronomia torinese più famoso al mondo. Si tratta di pasta di pane lavorata in modo da assumere una forma molto allungata, anche un metro e mezzo, tanto quanto la larghezza delle braccia del panettiere. Infatti l’impasto, molto morbido, viene diviso in pezzetti lunghi una decina di centimetri, che sono allungati, “stirati”, prendendo le due estremità e tirando le finchè le braccia ci arrivano.

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Grissia Monferrina PAT

La Grissia monferrina è un pane che rientra nella tipologia “a pasta dura”, tipico del Monferrato. Il formato classico si aggira tra i 220 e i 300 grammi mentre il Grission varia da 500 grammi a un chilogrammo. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso alcuni panettieri hanno anche iniziato a preparare forme più piccole di peso variabile dagli 80 ai 120 grammi denominate Grissiette. Grande o piccola che sia, la Grissia monferrina ha una forma che ricorda vagamente due chiocciole unite.

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Gramolino PAT

Le prime notizie certe che documentano la produzione dei gramolini risalgono al 1909. Nel 1925 compare come specialità all’interno di un’inserzione del Biscottificio Domenico Pomella, inventore della ricetta, in occasione del primo circuito motociclistico organizzato dal moto club di Galliate. (Fonte: Andar per Feste, sagre e fiere nel Novarese). Il gramulîn ebbe la sua celebrazione poetica nell’anno 1939, attraverso una canzone carnevalesca ancora oggi famosa, frequentemente suonata e cantata in paese: “Gajà e i so bunbón”, parole di Venuto, musica di Casinòn (I 530). Dove, tra l’altro, si vuole sfatare la diffusa convinzione che il gramulîn sia una specialità solo stagionale, circoscritta alla festa di S Giuseppe

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Giuraje o giuraie PAT

Le Giuraje sono dei confetti sferici costituiti da una nocciola intera tostata, ricoperta da uno spesso strato di zucchero legato da una piccola percentuale di farina di grano tenero. Lo zucchero che riveste le nocciole non rimane liscio, ma, per effetto del metodo di lavorazione, assume un aspetto bitorzoluto che, nel dialetto locale, viene definito “grutulü”. La lavorazione avviene all’interno di un’apposita “basina” rotativa in rame sotto la quale viene acceso un bruciatore. Le “basine” da confetteria venivano già costruite dagli artigiani ramai di Pont Canavese e di Cuorgné nel 1700 e venivano fornite alla Corte Sabauda e ai confetturieri di Torino e non solo. Basta scorrere le pagine del “Confetturiere Piemontese” del 1790 per vedere quante tipologie di confetti venivano già preparati all’epoca per la nobiltà e l’alta borghesia della Capitale Sabauda.

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Giandujotto PAT

Il giandujotto è un cioccolatino a forma di spicchio allungato o, secondo altra interpretazione, di barchetta rovesciata; sicuramente la forma è inconfondibile, e deriva da un antico metodo di lavorazione manuale. Il giandujotto è composto di cioccolato e di una parte rilevante di pasta di nocciole, il che lo rende profumatissimo. È sempre avvolto in una tradizionale carta dorata, che riporta in genere il nome del produttore. Il nome deriva dalla maschera carnevalesca di Torino “Gianduja”, che secondo tradizione avrebbe dato il suo placet per la commercializzazione del nuovo cioccolatino dopo la sua invenzione nel 1865

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Fugassa ‘d la Befana PAT

La fugassa ‘d la Befana è un prodotto tipico di molte zone del Piemonte, e in particolare della provincia di Cuneo. È un dolce povero tradizionale fatto in genere con pasta di pane dolce che si può presentare in diverse forme, ma la più comune è quella rotonda a spicchi più o meno marcati, come i petali di una margherita. Come dice il nome si tratta di un prodotto da ricorrenza, diffuso soprattutto nei giorni dell’Epifania.

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Fugascina di Mergozzo PAT

La fugascina di Mergozzo è un dolce piatto, abbastanza grasso, a base di burro, uova, farina e zucchero, e quindi come base è una specie di pasta frolla, ma con l’aggiunta di marsala, limone e lievito secco naturale. Il colore è dorato e il profumo molto complesso. Si lavora come una pasta frolla, si spiana e si cuoce in placche di ferro; dopo la cottura si taglia in rettangoli più o meno regolari e così si vende in sacchetti e scatole . Di spessore non supera il centimetro.

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