La torta co’ bischeri è un dolce fatto con la pasta frolla, di forma rotonda e dal colore scuro; assomiglia ad una crostata con la cioccolata al posto della marmellata. Il sapore è quello dei pinoli, del cioccolato e dei canditi. La torta co’ bischeri è il dolce tipico della festività dell’Ascensione. I pinoli utilizzati nell’impasto sono prodotti nel parco di Migliarino San Rossore.
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Torsetto con la bolla di Pitignano PAT Toscana
Il torsetto è un dolce di colore bianco, dal profumo aromatico, caratterizzato dal sapore di arancio. Nella sua forma definitiva si presenta come un rombo adagiato su una piccola frittella che rappresenta la bolla ottenuta in fase di cottura (per ottenere tale risultato, nella fase di preparazione occorre lavorare velocemente le singole parti).
View More Torsetto con la bolla di Pitignano PAT ToscanaTopi di Castell’Azzara PAT Toscana
I topi sono dolcetti a forma di mezzaluna o mezzo cerchio, dal colore dorato e dalle dimensioni di 4-5 cm. Hanno caratteristiche organolettiche simili al tradizionale croccante, ma differiscono da quest’ultimo per una più morbida consistenza. La preparazione del dolce avviene in due fasi separate. Prima fase di preparazione per il ripieno: le noci triturate vengono aggiunte ad una uguale quantità di miele. Si amalgama l’impasto con aromi quali cannella e buccia d’arancia; si pone il tutto in una pentola a fuoco moderato per circa 40 minuti fino a che l’impasto prende il sapore e l’odore del croccante. Seconda fase di preparazione per la sfoglia: si impastano farina, uova, olio, rosolio alla menta, zucchero e lievito. Una volta impastata la sfoglia si formano dei cerchi del diametro di circa 3-4 cm. Prima che si raffreddi con il ripieno si fanno delle polpettine allungate che si dispongono sulle sfoglie. Dopo averle chiuse a metà vengono cotte in forno per circa 15 minuti.
View More Topi di Castell’Azzara PAT ToscanaTestarolo della Lunigiana PAT Toscana
Il testarolo è un antico pane senza lievito (azzimo) di forma circolare, con basso spessore (circa 2-3 mm) e diametro di circa 40-45 cm. Ha aspetto consistente ma spugnoso e pasta di colore biancastro, tendente al marroncino. Esternamente, la parte venuta a contatto con il piano di cottura presenta colorazione bruno intenso, mentre la parte superiore ha il colore della mollica del pane casalingo, di cui peraltro conserva anche il profumo.Viene venduto sfuso nei forni e nei negozi di generi alimentari della Lunigiana e commercializzato a più ampio raggio in confezioni sottovuoto, che ne preservano le caratteristiche originarie.
View More Testarolo della Lunigiana PAT ToscanaTartufi dolci della Calvana PAT Toscana
Profumatissimi biscotti in due diverse composizioni a base di cioccolata, una delle quali con un mix di farina di castagne, entrambe con un tocco di vino aleatico, a ricordo di “quello che rallegrava col succo delle uve la mente e il core di Galileo”, coltivato sui colli di Sofignano, nella Vigna delle Veneri. Tartufi che sappiamo piacevano particolarmente a Galileo e che si trovano ancor oggi in Calvana.
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I taglioli sono dolcetti a forma di losanga schiacciata di 4-5 cm circa di larghezza. Il sapore è forte e speziato, caratterizzato dalla presenza di pepe nero, noci e miele. Si dispone la farina a fontana e si aggiungono le uova, le noci tritate, il miele, il pepe, un po’ di lievito e di zucchero. Manipolato l’impasto, si realizzano dei riquadri di pasta schiacciati con il mattarello e si tagliano in filoni della lunghezza desiderata (di norma l’unico elemento di riferimento è costituito dalle dimensioni della teglia utilizzata per la cottura). Prima della cottura i riquadri possono essere dorati con uovo sbattuto e con olio di oliva. La cottura avviene in forno, preferibilmente a legna, alla temperatura di 180°C. Il tempo di cottura varia dai 15 ai 20 minuti circa.
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Questo dolce era scambiato, durante il periodo pasquale, insieme al “cirimito” fra fidanzati; la sua forma richiama il simbolo dei due sessi quale auspicio di fertilità per la nuova stagione. A Rio nell’Elba e Rio Marina, la Pasquetta, viene chiamata “Festa della sportella” e fino al secolo scorso, per tradizione veniva fatta la scampagnata al santuario di Santa Caterina. Due cortei, uno dal paese alto e l’altro dal paese basso, risalivano per vie diverse il colle: lungo la stretta mulattiera sfilavano il parroco, gli abitanti, la banda musicale, i ragazzi, con al collo la sportella, ed i somari carichi di cibarie e buon vino. Tutti si ritrovavano sul prato; dopo la cerimonia sacra c’era spazio per le merende e per i fidanzati che potevano conoscersi. Ancora oggi si può gustare la sportella recandosi al santuario di Santa Caterina il giorno di Pasquetta.
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La tipicità della spongata è data dalla particolare combinazione degli ingredienti: il dolce ha una procedura complicata ed il miscuglio di ingredienti è tipico della zona. Piccole variazioni delle materie prime comportano notevoli differenze nel gusto. Nell’antica tradizione di Pontremoli, per Carnevale, i giovani regalavano la spongata alle fidanzate; sono state trovate citazioni di questo dolce già agli inizi del 1800 dal Rettore della Parrocchia di Serravalle.
View More Spongata della Lunigiana PAT ToscanaSfratto PAT Toscana
È un tipico dolce ebraico la cui origine risale alla metà del XVIII secolo. Nei primi anni del Seicento, un editto del Granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici intimò agli ebrei che abitavano nella zona di lasciare le proprie abitazioni, per concentrarsi nel “ghetto” a ridosso della sinagoga di Pitigliano.Lo “sfratto” fu intimato dall’Ufficiale giudiziario e dal Messo notificatore mediante il gesto rituale di picchiare sulla porta delle case ebree con un bastone.Gli ebrei di Pitigliano e Sorano, un secolo più tardi, vollero ricordare le imposizioni subite con la creazione di questo dolce che assunse nome e forma ispirate a questa triste vicenda (da L’ebreo errante tra arte e storia nella Maremma collinare di Roberto Pivirotto).
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Ricerche effettuate riportano l’origine della schiacciata alla fine dell’Ottocento, con utilizzo iniziale di pasta residua della panificazione, successivamente “affinata” con l’impiego di farine sempre più pregiate. Il forno a legna utilizzato costituiva l’elemento finale che contribuiva alla originalità artigianale del prodotto, le cui componenti resistettero alle variazioni ambientali e sempre incontrando i gusti delle varie generazioni. Il luogo di produzione attuale ha mantenuto le caratteristiche del Vecchio Forno e la produzione avviene con metodi completamente artigianali. In conclusione trattasi di dolce tipicamente toscano o meglio riferito a quella parte della toscana (San Miniato e dintorni) che mantiene vive tradizioni e gusti anche se alcuni intravedono collegamenti non del tutto appropriati con un analogo dolce livornese che si collegava principalmente alle feste della Quaresima.
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