Il Pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale, appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta un frutto piccolo dalla caratteristica forma tondeggiante con peculiarità merceologiche eccellenti. L’epicarpo risulta essere particolarmente spesso tanto da favorire una notevole resistenza alle avversità ed alla serbevolezza; è molto consistente e ha un’ottima tolleranza alle spaccature.
View More Pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale PAT LazioTag: PAT Vegetali Lazio
Pomodoro corno di toro PAT Lazio
Il Pomodoro corno di toro presenta una caratteristica forma allungata, generalmente di 14-16 cm che termina a punta leggermente ricurva, da cui deriva il nome Corno di Toro. La buccia è molto sottile ma croccante e presenta colore rosso vivo. La polpa è compatta. Ogni bacca presenta una piccola cavità interna con poco seme. Caratteristica della varietà è che al momento della fruttificazione, in alcuni casi, nel secondo e spesso nel quarto palco, si sviluppa un frutto tondeggiante di grossa pezzatura del peso medio di 450-500 g. Alcune piante sono destinate solo ed esclusivamente alla riproduzione del seme che avviene solo all’interno delle aziende produttrici.
View More Pomodoro corno di toro PAT LazioPinolo del litorale laziale PAT Lazio
Consumati in Europa sin dal periodo Paleolitico, i pinoli sono stati da sempre considerati elemento tanto nobile e genuino da essere ricordati anche nella mitologia come frutto amato da Bacco, Dio della vegetazione e della fertilità, mentre in Giappone il frutto compare nelle cerimonie nuziali, come simbolo della costanza dell’amore coniugale. Plinio ne esaltava le proprietà come rinvigorente delle forze debilitate ed ottimo rimedio per afezioni alle vie urinarie. Fin da tempi remoti sono considerati potenti afrodisiaci: Galeno, nel II secolo d.C., raccomandava agli uomini di bere, prima di coricarsi, un bicchiere di
miele con 20 mandorle e 100 pinoli. Il litorale laziale, in particolare la foresta demaniale del Parco Nazionale del Circeo, è zona da sempre ricca di boschi a pino domestico, grazie al clima piacevolmente temperato oltre che alla funzione di barriera protettiva delle colture retrostanti le spiagge, dai venti salsi. Ce lo ribadisce il Migliorini, nella Memoria illustrativa della carta della utilizzazione del suolo del Lazio, del 1973, quando afferma che “a Castel Porziano e nel Parco del Circeo compaiono vaste estensioni di pino marittimo e domestico, presenti anche a Fregene e nel Salto di Fondi” e ricorda come, in quest’area si producano Pinoli.
Pere sciroppate al mosto e Pesche o percoche sciroppate PAT Lazio
Pere sciroppate al mosto. Le pere, sbucciate e tagliate a spicchi, vengono lasciate cuocere per qualche minuto nel mosto di vino bianco precedentemente sottoposto a bollitura, fino al raggiungimento di una consistenza densa. Terminata la cottura, le pere vengono conservate in vasetti di vetro. Pesche o percoche sciroppate. Si prepara uno sciroppo di acqua e zucchero e si lascia rafreddare. Si lavano e si snocciolano le percoche (con o senza buccia); dopo averle tagliate a metà si mettono nei vasetti di vetro a chiusura ermetica coprendole con lo sciroppo, si chiudono i vasetti e si sterilizzano a bagnomaria. Il prodotto che ne risulta è particolarmente croccante.
View More Pere sciroppate al mosto e Pesche o percoche sciroppate PAT LazioPera spadona di Castel Madama PAT Lazio
La Pera Spadona di Castel Madama è una varietà diffusa nelle aziende frutticole e negli orti familiari dell’Agro di Castel Madama e nella zona pedemontana della Sabina. In quest’area è conosciuta con l’appellativo di stuvaletta (o stualetta) poiché sembrerebbe essere stata prodotta per la prima volta in loco nella prima metà dell’800 da un contadino soprannominato appunto“ de Stualetta”, dando luogo ad una varietà molto apprezzata.
View More Pera spadona di Castel Madama PAT LazioPatata turchesa PAT Lazio
Sul finire del Settecento la Patata Turchesa fa la sua comparsa nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed ha rappresentato per le popolazioni montane locali una vera e propria “garanzia alimentare” come dimostra un detto popolare ancora presente in molti comuni abruzzesi:“ La patane è mezze pane”. Per la prima volta, i montanari potevano disporre di una eccedenza agricola da commercializzare con le popolazioni della vallata. La coltivazione delle patate è stata praticata anche a quote molto elevate, oltre i 1600 m di altitudine, contribuendo allo spostamento in quota dell’agricoltura, su territori storicamente pastorali, fenomeno già avviatosi nella seconda metà dell’Ottocento
View More Patata turchesa PAT LazioPeperoni secchi PAT Lazio
Il peperone essiccato è un prodotto unico nel suo genere. Anticamente era commercializzato nei mercati settimanali della zona, ma attualmente ha varcato i confini naturali rappresentati dalle montagne che separano Fondi, Monte San Biagio e Sperlonga, da Terracina e Gaeta. Come per altri prodotti essiccati, tra cui i pomodori del Sud Italia, la preparazione è nata con lo scopo di conservare i vegetali anche oltre la stagione di produzione, per poterli accompagnare ad altre pietanze o consumare con pane e olio.
View More Peperoni secchi PAT LazioPassata di pomodoro da Spagnoletta di Gaeta PAT Lazio
Passata di pomodoro prodotta con il pomodoro Spagnoletta di Gaeta e Formia, varietà autoctona a rischio di erosione genetica, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n.15 Dal punto di vista organolettico la passata di questo pomodoro si contraddistingue per il suo sapore agrodolce. Il periodo di produzione è legato alla raccolta del pomodoro Spagnoletta, che avviene generalmente nel mese di agosto.
View More Passata di pomodoro da Spagnoletta di Gaeta PAT LazioOrzo perlato dell’Alto Lazio PAT Lazio
La presenza di coltivazioni cerealicole nell’Alto Lazio risale agli Etruschi che, dotati di un alto grado tecnico, mettono a coltura i fertili terreni della Valdilago. L’Orzo era considerato il grano degli Etruschi che lo usavano per preparare la famosa puls, una specie di polenta. I chicchi vestiti venivano tostati in forno per eliminare il rivestimento, poi pestati e fatti bollire in acqua, anche di mare, fino ad ottenere una specie di polenta a cui si aggiungevano anche legumi (fave, lenticchie e piselli) e altri cereali (farro, miglio).
View More Orzo perlato dell’Alto Lazio PAT LazioOlive da mensa bianche e nere olive spaccate e condite olive in salamoia PAT Lazio
Olive in salamoia: la tecnica della salamoia è uno tra i più antichi metodi di conservazione che preserva da cambiamenti di sapore e di turgore i frutti, anche fino a quattro anni. Tradizionalmente le Olive in salamoia venivano commercializzate esclusivamente nei mercati locali settimanali, attualmente è possibile trovarle anche presso gli alimentari o direttamente presso i produttori. Secondo la leggenda la preparazione risalirebbe ai tempi di Enea che, in viaggio verso la penisola italica, dopo la guerra di Troia, navigando lungo la costa di Gaeta, si sarebbe imbattuto in minuscoli frutti scuri galleggianti sull’acqua. I marinai decisero di raccoglierli e si accorsero che erano olive, cadute probabilmente dagli alberi dei terreni più prossimi ai corsi d’acqua. Le trovarono squisite, proprio per quel gusto in più dato dalla permanenza in mare.
View More Olive da mensa bianche e nere olive spaccate e condite olive in salamoia PAT Lazio