Lenticchia di Villalba PAT Sicilia

Lenticchia dall’alto contenuto proteico, ferro e vitamine. In autunno e primavera viene seminata ed a aprile si raccoglie la semina autunnale. Il seme al momento della conservazione ha un contenuto di umidità pari al 13%. La preparazione commerciale non richiede particolari accorgimenti nel confezionamento del prodotto che solitamente viene venduto sfuso in sacchetti di juta. Relativamente alla conservazione la metodologia è analoga a quella adottata per i cereali.

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Fragolina di Sciacca e di Ribera PAT Sicilia

La fragolina di Sciacca Viene coltivata ai piedi dei limoni, aranci e peschi. La stagione di raccolta è relativamente breve, comincia a maturare nei primi di aprile fino alla fine di maggio. La fragolina è delicatissima, e deve essere consumata entro due giorni dalla raccolta

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Fragola di Maletto PAT Sicilia

La coltivazione della fragola è stata introdotta durante gli anni 50, inizialmente molti terreni di origine lavica, le cosiddette terre morte, a monte degli abitati furono coltivate a fragola sia in coltura consociata con i vigneti presenti. Tra la fine degli anni 60 e gli anni 70, la coltivazione della fragola ha subito una drastica riduzione a causa della mancanza di acqua. Negli ultimi anni questa specie è in netta ripresa grazie alla scoperta di falde acquifere sotterranee e, alla costruzione di numerosi pozzi idrici

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Fico d’india della Valle del Belice PAT Sicilia

Il Fico d’india della Valle del Belice Opuntia ficus-indica (L.) Mill., 1768) è un prodotto tipico coltivato nella valle dei fiume Belice in Sicilia. Il fico d’India della valle del Belice è caratterizzato da un frutto particolarmente succoso e dolce. La tecnica di coltivazione consente, anche in condizioni di annate siccitose, di immagazzinare una grossa dose di acqua e superare così stagioni non favorevoli. Esistono di fatto tre cultivar che differiscono per la colorazione del frutto: gialla (Sulfarina), bianca (Muscaredda) e rossa (Sanguigna).

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Ficodindia della Valle del Torto PAT Sicilia

Nel 1855, Vito D’Amico, nel “Dizionario topografico della Sicilia” attesta che nel territorio di Roccapalumba erano coltivati a ficodindia una estensione di terreno pari a 11,434 “salme”, corrispondenti circa a 22.44.00 Ha. La “scozzolatura”, secondo Pitrè, fu sperimentata nel 1819 a Calamina dall’agrimensore Francesco Fazio, il cui figlio si trasferì a Roccapalumba, dove si presume, abbia introdotto tale tecnica. Negli anni 50 i ficodindia di Regalgioffoli, borgata di Roccapalumba, erano così tanti e rinomati per il loro particolare gusto, che molti grossisti di Palermo compravano il frutto sulla pianta.

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Fichidindia PAT Sicilia

Il ficodindia venne introdotto in Sicilia alla fine del sedicesimo secolo dagli Spagnoli, come riporta lo storico Denis Mack Smith nel suo “History of Sicily” “Medieval Sicily 800” 1713, assieme ad altre importanti piante come il pomodoro dal Perù e il tabacco dal Messico. Quello più comunemente usato era il ficodindia proveniente dall’America Tropicale, una pianta capace di sopportare lunghi periodi di siccità e di propagarsi facilmente nelle fenditure della roccia. Proprio per questa sua caratteristica il ficodindia venne fin da subito piantato per frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna e ancora oggi caratterizza il paesaggio del versante Nord occidentale del noto vulcano siciliano

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Favi liezzi di Buccheri PAT Sicilia

Fave cotte e condite. Mettere le fave secche intere in acqua per una notte intera. Scolarle e farle cuocere nell’acqua con cipolla e sedano ed aggiungere il sale a fine cottura; scolarle e saltarle in padella con un soffritto d’aglio, un po’ di salsa di pomodoro origano selvatico e peperoncino rosso secco o fresco.

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