Zucchina tonda fiorentina PAT Toscana

Zucca tonda da ogni modo, Zucchine da far ripiene, Zucchino tondo, Zucchina tonda fiorentina, Zucchina tonda chiara Toscana, Zucchino tondo di Firenze, Zucchetta nana quarantina, Zucchina nana cespitosa Frutto dal sapore molto delicato, rotondo, con buccia tenerissima di colore verde salvia chiaro, liscia.

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Zucchina sarzanese PAT Toscana

Zucchina di piccole dimensioni, liscia, di colore verde chiaro. La varietà originale non viene più utilizzata ma viene seminata una varietà chiamata “Sarzanese del Gargini”, incrociata con la Alberello di Sarzana che gli da maggiore resistenza. Originariamente infatti la Sarzanese non cresceva in altezza ad alberello come ora. E’ una varietà molto apprezzata e diffusa in tutta la lucchesia. Nei mesi estivi diventa verde più chiaro perdendo un pò di prezzo che risale però in autunno. La zucchina sarzanese è conosciuta in Lucchesia anche sotto il nome di “genovese”.

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Zucchina mora pisana PAT Toscana

La caratteristica principale della zucchina mora pisana è quella di arrivare al consumo fresca e con il fiore – molto resistente all’appassimento – ancora aperto.Si tratta probabilmente di una selezione locale della zucchina genovese. La zucchina mora pisana tiene molto bene la cottura e rimane consistente, pertanto la si utilizza per la preparazione di minestre. In lucchesia viene coltivata solo per uso familiare, poiché si ritiene che produca zucchine troppo piccole. Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutale e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).

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Zucchina lunga fiorentina PAT Toscana

La zucchina lunga fiorentina ha forma allungata, colore dal verde chiaro al verde scuro con diverse sfumature e presenta costole longitudinali molto pronunciate. Viene raccolta e messa sul mercato con il fiore, che resta inalterato a lungo. Si semina da febbraio ad agosto direttamente in campo, in rotazione con altri ortaggi, e la raccolta inizia dopo circa 40 giorni; per mantenere la sua serbevolezza e le ottime caratteristiche organolettiche è necessario che la maturazione avvenga ad estate inoltrata, senza forzarne il ciclo produttivo. L’irrigazione è indispensabile nel periodo post trapianto, mentre gli apporti idrici successivi devono essere limitati, in modo da ottenere un frutto “burroso” e saporito. Per anticipare la produzione si può seminare in serra verso i primi di marzo per trapiantarla a fine aprile sotto tunnel da scoprire.

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Zucca lardaia PAT Toscana

La zucca lardaia può avere forma rotondeggiante e raggiungere i 20-25 kg di peso, o forma allungata (a volte si piega ad arco e talvolta forma addirittura un cerchio), in tal caso raggiunge la lunghezza di circa un metro, con un diametro di 15-20 cm; il peso medio si aggira sui 5-6 kg. Il colore esterno è giallo-arancione; la polpa, di colore arancione, ha sapore dolciastro. Si consuma d’inverno per la preparazione di contorni e primi piatti.

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Zucca da semi toscana PAT Toscana

Questa zucca viene utilizzata quando è matura come alimento per i maiali, ma la pianta è un’ottima produttrice di fiori per le fritture. Si semina da metà aprile a metà maggio, mettendo uno o due semi in ogni buca, dopo buona concimatura con letame maturo. Le file devono essere distanti almeno un metro. Dopo circa 10 giorni fuoriesce la piantina che sviluppa un tralcio molto lungo, fino a 7-8 m. Produce molti fiori e almeno 10-15 zucche per pianta.Per la riproduzione vengono utilizzate le zucche più belle i cui semi vengono fatti seccare all’aria e conservati in luoghi asciutti e riparati.

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Zafferano purissimo di Maremma PAT Toscana

Lo zafferano è una spezia che si ricava dagli stimmi, filamenti finissimi di colore dal rosso porpora al roso aranciato, del fiore del Crocus sativus L., tuberosa appartenente alla famiglia delle Iridacee. I bulbo-tuberi di crocus sativus vengono messi a dimora dopo la metà del mese di Agosto, esclusivamente a mano, in solchi profondi 15 cm in terreni non argillosi, lavorati e concimati in primavera con stallatico preferibilmente di origine ovina, comunque di natura organica. I bulbi vengono poi ricoperti con la zappa. Dopo 40-50 giorni nasce la piantina e dopo 10-15 giorni inizia la fioritura. I fiori, di un bel colore azzurro violetto, vengono raccolti manualmente la mattina presto o la sera prima che il sole, con il calore, li faccia schiudere completamente. La fioritura si protrae per 12-18 giorni (ogni bulbo tubero produce più di un fiore). Dai fiori raccolti giornalmente vengono raccolti tre filamenti rossi, gli stimmi, che vengono essiccati su braci o su forni elettrici ventilati e poi confezionati in bustine per alimenti da 0,10 gr. o in contenitori di vetro con chiusura a baionetta da 0,20 gr. e da 1 gr.

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Zafferano delle colline fiorentine PAT Toscana

Numerosi richiami storici attestano la presenza produttiva, la commercializzazione e l’alto riconoscimento dello zafferano delle Colline fiorentine che veniva denominato e apprezzato a livello internazionale come “zima di Firenze”. Lo stesso veniva utilizzato anche come valore di scambio di merci ed utilizzato come spezia per la preparazione di piatti e pietanze prelibate. Nel Medioevo a Firenze affluivano commercanti di tutta Europa per acquistare lo zafferano del contado fiorentino ed ai tempi del Da Uzzano (1440) lo zafferano transitante per Firenze era soggetto ad un dazio di transito di otto fiorini per soma, per differenziarlo dallo zafferano prodotto in loco. È noto, da precisi riferimenti storici, che Firenze era un centro di produzione dello zafferano e da alcuni brani frammentari di Baumgartner sembra che i dintorni della città fossero le migliori zone di produzione. Da diversi anni alcuni agricoltori hanno ripreso questa coltivazione nella zona con successo pari ai riconoscimenti ottenuti nel basso ed alto Medioevo

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Zafferano aretino PAT Toscana

Si narra che lo zafferano venisse coltivato, nelle case più “danarose”, già agli inizi del secolo, in vasi, allo stesso modo del basilico . La particolarità della coltivazione viene comunque annoverata al terreno affermando che i terreni renosi, friabili e che facciano defluire l’acqua in modo tale da non compromettere i bulbi ne conferiscano una ottimale riuscita producendo fiori più grandi delle misure solite che si vanno a raccogliere nelle piantagioni abruzzesi .

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Uva colombana di Peccioli PAT Toscana

L’uva colombana è una cultivar che per la sua consistenza e per il contenuto zuccherino si presta ad essere conservata fino all’inizio dell’inverno, in locali arieggiati tipici delle campagne della zona, dove i contadini erano soliti appendere, nei diversi periodi, oltre all’uva anche pomodorini “da serbo” e patate. In passato era conosciuta sui mercati nazionali di Firenze, Genova e Milano, ed esteri della Jugoslavia e dell’Inghilterra. La produzione si aggirava intorno ai 600 quintali l’anno. Agli inizi del secolo molte persone (soprattutto da Firenze) si recavano a Peccioli per una settimana, per effettuare “la cura dell’uva colombana” da settembre in poi, perché le erano attribuite proprietà disintossicanti e ricostituenti.

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