Mela nesta PAT Toscana

Conosciuta fin dal tempo dei Romani, la mela nesta è originaria delle province di Arezzo e Firenze, lungo l’arco appenninico e pre-appenninico intorno agli 800 m di altitudine. La nesta veniva coltivata in montagna oltre che per l’ottimo adattamento all’ambiente in cui si era evoluta, anche per sfruttare meglio i terreni di alta collina, sistemati spesso a terrazze in cui era difficile coltivare il grano e nelle quali la pianta svolgeva un ruolo determinante per il consolidamento del terreno, evitando frane ed erosioni. Via via si è diffusa ad altitudini inferiori. È senz’altro la mela più conosciuta in Toscana, essendosi adattata a condizione impervie; inoltre, potendo essere conservata fino alla primavera, rappresentava una risorsa per le popolazioni dell’Appennino e faceva parte dell’alimentazione povera. È ancora conosciuta, specialmente dalle persone anziane, per le sue caratteristiche di rusticità e per il sapore piacevole. La mela nesta si presta a essere coltivata biologicamente.

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Mela Francesca aretina PAT Toscana

La mela Francesca è una mela di bell’aspetto, leggermente allungata, di colore verde pallido uniforme con gota rossa a maturazione; il colore verde rimane predominante, non presenta rugginosità. La polpa è dura, croccante, leggermente acidula e profumata. Raggiunge facilmente calibri medi. È una mela tardiva che si raccoglie nell’ultima decade di settembre; mostra una buona tolleranza alla ticchiolatura. Come molte vecchie varietà si conserva molto bene fino alla primavera.

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Mela roggiola PAT Toscana

Mela di dimensioni medio-piccole di colore marrone-ruggine, buccia ruvida. La polpa è di consistenza dura e rimane tale anche con il proseguire della maturazione. Si conserva facilmente per lungo tempo. Non vi sono colture intensive, si trova sparsa o in colture promiscue o lungo i margini delle strade spesso come pianta isolata.

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Mela Carla aretina PAT Toscana

La mela Carla, originaria dell’area fiorentina, era diffusa in collina o negli orti delle case padronali. Antica cultivar italiana già ricordata da Gallesio (1817) che ne attribuì l’origine al territorio di Finale Ligure, da cui i sinonimi di Mela di Finale o Finalina. La Carla è segnalata sul catalogo dello Stabilimento Botanico Italiano di Pistoia del 1927, e su quello del Vivaio Baldacci di Pistoia del 1933. Branzanti e Sansavini la citano fra le mele presenti in Toscana nel 1964. E’ descritta da Breviglieri (1954) nell’Enciclopedia Agraria Italiana; Baldini e Sansavini l’hanno inserita nella monografia delle principali cultivar di melo (1967). Sopravvive marginalmente con poche piante isolate in collina presso vecchi casolari.
Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutale e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04)

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Mela Binotto PAT Toscana

La mela binotto si raccoglie da piante spontanee della zona; è piccola e tonda, il colore della buccia è rosso intenso. Il sapore e il profumo ricordano quelli della rosa; la pasta è morbida e di colore giallo-rosa. La mela binotto si raccoglie da piante che crescono spontanee nei prati montani; per questo non si esegue generalmente alcun intervento colturale, provvedendo soltanto allo sfalcio dell’erba al momento della raccolta.

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Mascina di Montepulciano PAT Toscana

La Mascina di Montepulciano è una susina di forma ellissoidale e di piccola pezzatura, il cui peso varia da 25 g a 30 g, con buccia a maturazione di colore violaceo e ricoperta da uno spesso strato di pruina. La polpa è gialla e al tatto si presenta poco consistente e con buon contenuto zuccherino e per questo motivo è molto dolce. Matura da metà luglio ad inizio agosto, con variazioni dovute all’andamento stagionale. Il frutto fresco presenta un buon contenuto di zuccheri (oltre il 10%), di vitamine, in particolare le vitamine del gruppo A e del gruppo B, e di oligoelementi come il potassio (100 mg per 100 g). Il frutto viene utilizzato, oltre che per il consumo fresco, anche per la produzione di marmellate senza aggiunta di zuccheri, grazie all’alto contenuto degli stessi presenti nel frutto.

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Marroni della Toscana PAT

Marrone: frutto medio-grosso (in media da 70 a 90 frutti per kg) di forma ovale, ellittica o ovale allargata, buccia color marrone avana con striature più scure e rilevate, episperma poco aderente e penetrante, ilo rettangolare ellittico con contorno regolare, seme color crema di sapore dolce e delicato. Si produce a partire dai primi giorni di ottobre.Cecio: frutto medio grosso, con forma globosa, buccia bruno rossastro lucente con striature più scure, ilo piccolo color chiaro e contorno irregolare, episperma poco aderente e asportabile, seme crema chiaro, dolce. Il frutto si raccoglie a partire dall’ultima decade di settembre.

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Marmellate e confetture della Toscana PAT

Le confetture sono quei prodotti preparati con uno o più tipi di frutta (ad eccezione degli agrumi), ottenuti impiegando almeno il 35% di polpa di frutta; per la confetture extra il minimo di polpa di frutta è rappresentato dal 45%. Il termine “marmellate” invece si riferisce a conserve di agrumi preparate esclusivamente con purea, polpa e succo. Nell’uso comune i due termini sono equivalenti e vengono utilizzati come sinonimi.

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