Carciofo bianco PAT Campania

Il carciofo bianco di Pertosa, la “carcioffola” in dialetto, è un prodotto della terra della provincia di Salerno; la sua produzione inizia la prima settimana di maggio e prosegue per l’intero mese di giugno, fino alla raccolta degli esemplari più piccoli, che vengono conservati sott’olio. è un carciofo privo di spine, con grandi infiorescenze, rotonde e globose, di colore molto chiaro tendente all’argento, e forate al centro. Il carciofo bianco è coltivato in campi di dimensioni abbastanza ridotte, per lo più a conduzione familiare, con una lavorazione completamente manuale. Una curiosità intorno a questa specie è che le sue foglie costituiscono un ottimo integratore alimentare per la dieta delle vacche da latte, cosicché anticamente costituiva merce di scambio per gli orticoltori di Pertosa che lo cedevano agli allevatori in cambio di letame bovino ampiamente impiegato come concime per i campi.

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Cappella (senatore Cappelli) Saragolla e Marzellina PAT Campania

Cappella, Saragolla e Marzellina sono varietà di frumento duro comuni alle aree cerealicole dell’Irpinia e del Sannio. Cappella, il cui vero nome è “Senatore Cappelli”, è una varietà costituita in onore del senatore abruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del ‘900 della riforma agraria ed è caratterizzata da una spiga molto alta, fino ad un metro e ottanta, con ariste nere ben evidenti. è un cereale utilizzato soprattutto per la produzione della pasta, ma si presta anche alla produzione di pane. La saragolla è una delle più antiche varietà di frumento duro coltivate in Irpinia; la sua semina è autunnale e la raccolta primaverile-estiva. è costituita da un culmo alto e da una spiga lunga e aristata e risulta ottima per la panificazione; in passato veniva utilizzata per la produzione del pane di Montecalvo Irpino. La marzellina è una varietà di frumento duro dal culmo alto poco più di un metro, a semina tardiva, avviene, infatti, intorno a gennaio-marzo, e a raccolta nel mese di luglio-agosto. La marzellina è utilizzata soprattutto per la produzione di pasta.

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Caldarroste in sciroppo e rum PAT Campania

Le castagne del Vulcano di Roccamonfina, nell’Alto Casertano, costituiscono l’ingrediente principale di una prelibata conserva dessert: le caldarroste in sciroppo e rum. Questa particolare ricetta prevede che le castagne fresche vengano arrostite sulla brace, sbucciate, spellate e conservate in barattoli di vetro, poi chiusi ermeticamente, colmi di uno sciroppo preparato a parte con acqua, zucchero e rum. E’ raccomandata la bollitura dei vasetti dopo la chiusura. Questa ricetta è antica ed è di uso prevalentemente casalingo, ma oggi, nella zona di produzione, si può acquistare il prodotto confezionato artigianalmente e commercializzato da laboratori locali.

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Broccolo San Pasquale PAT Campania

La coltivazione di questo ortaggio è antichissima ed è stata praticamente abbandonata da molti decenni; è sopravvissuto solo presso qualche orto per autoconsumo. Presenta eccellenti caratteristiche organolettiche, sapore e profumo intensi; secondo tradizione era impiegato saltato in padella con olio e aglio in abbinamento con pane raffermo o come contorno per piatti invernali di carne, o lessato e condito con olio e limone o anche in zuppe con altri ortaggi.

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Broccolo friariello di Napoli – Friariello PAT Campania

Il broccolo del Vallo di Diano è un ortaggio da foglia coltivato in provincia di Salerno, nella zona del Vallo di Diano, da cui prende il nome; i terreni su cui è coltivato sono di estensione ridotta e molto umidi, poveri di calcare, ma ricchi di sostanza organica. Si presenta con stelo centrale corto e corposo e foglie verde scuro brillante, a margine seghettato. Viene coltivato in inverno e, dopo la raccolta effettuata a mano, viene pulito, privato delle parti non idonee al consumo e preparato in mazzetti legati da rametti ginestra. Così viene commercializzato fresco ed è utilizzato nella preparazione di piatti tradizionali, come pizze rustiche e insalate, e per condire la pasta fatta in casa.

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Broccolo del Vallo di Diano PAT Campania

Il broccolo del Vallo di Diano è un ortaggio da foglia coltivato in provincia di Salerno, nella zona del Vallo di Diano, da cui prende il nome; i terreni su cui è coltivato sono di estensione ridotta e molto umidi, poveri di calcare, ma ricchi di sostanza organica. Si presenta con stelo centrale corto e corposo e foglie verde scuro brillante, a margine seghettato. Viene coltivato in inverno e, dopo la raccolta effettuata a mano, viene pulito, privato delle parti non idonee al consumo e preparato in mazzetti legati da rametti ginestra. Così viene commercializzato fresco ed è utilizzato nella preparazione di piatti tradizionali, come pizze rustiche e insalate, e per condire la pasta fatta in casa.

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Arancia di Sorrento PAT Campania

Come il limone, anche l’arancio è una coltivazione tradizionale della Penisola Sorrentina, risalente addirittura al 1300; allora costituiva una notevole fonte di reddito, poiché alimentava un’intensa corrente di esportazione diretta, via mare, ai principali mercati italiani ed europei, cosicché nei secoli la sua coltivazione si è ampliata e perfezionata. E come per i limoneti, anche gli aranceti sono protetti dal vento e dal freddo dai caratteristici pergolati che, ritardando la maturazione dei frutti, consentono di raccogliere il prodotto in primavera inoltrata. L’arancia di Sorrento è caratterizzata dalla buccia abbastanza spessa, dall’abbondanza di semi e di succo e dal calibro piuttosto elevato. Il succo di quest’arancia è consumato da secoli, come spremuta, presso i caratteristici chioschi degli acquafrescai napoletani.

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Arancia di Pagani PAT Campania

L’arancia di Pagani è un tipo di arancia bionda coltivata nell’agro Nocerino-Sarnese e in particolare nei comuni di Pagani e S. Egidio di Monte Albino, la cui origine è, probabilmente, cinese, anche se venne importata in Europa dai portoghesi nel XVI secolo. Della sua importazione ad opera dei mercanti portoghesi resta traccia anche nel suo nome in dialetto “portualle”, la cui etimologia accomuna il dialetto napoletano ad altre lingue, come il turco ed il greco, e dialetti, come il calabrese o il siciliano. L’importazione in queste zone risulta, ad ogni modo, antichissima, documenti storici attestano che i primi aranceti specializzati furono impiantati sin dal 1845. Probabilmente ciò è dovuto sia alla particolare predisposizione dei terreni, di origine vulcanica o alluvionale, sia al clima particolarmente favorevole. L’arancia di Pagani matura nella tarda primavera, distinguendosi in ciò dalle altre varietà locali. Il colore della sua buccia va dall’arancio brillante ad un giallo tendente all’ocra.

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Amarene appassite dei Colli di San Pietro PAT Campania

In tutta l’area collinare della penisola Sorrentina, in provincia di Napoli, e in particolare nella zona dei Colli di San Pietro (Piano di Sorrento), Gragnano, Pimonte e Lettere, dall’antico procedimento di preparazione della conserva di pomodoro, è stata mutuata la metodologia di preparazione delle amarene appassite. Poiché le amarene sono molto abbondanti in zona, coltivate localmente in terreni marginali, si è pensato di conservarle in barattolo per utilizzarle nella preparazione di dolci e biscotti, mentre lo sciroppo addizionato con succo di limone, è ottimo per confezionare bevande fresche.

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Antica pera da sidro del Matese PAT

E’ una pera di piccole dimensioni, buccia molto spessa e ruvida al tatto, colore di base verde tendente al marrone in piena maturazione, polpa bianca e succosa, con evidente granulosità. Sapore aspro e tannico, povera di zuccheri ma ricca di vitamine e sali minerali. La antica pera da sidro del Matese è ormai praticamente estinta (esistono poche decine di piante molto vecchie in Prata Sannita). La pianta è molto vigorosa, resistente alle malattie e longeva; era presente in piante isolate nei frutteti misti di tipo familiare ed il prodotto era esclusivamente destinato alla produzione del sidro. Attualmente è in fase di recupero.

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