Arancio biondo di Fondi PAT Lazio

Dal punto di vista storico, il maggior numero di testimonianze si registra intorno al XVIII secolo, periodo in cui il prodotto assume un’importanza commerciale tale che Fondi diviene sinonimo di arancio. Gli aranceti di Fondi caratterizzavano a tal punto il territorio che i famosi viaggiatori dell’800, in Italia per i Gran Tour, non poterono fare a meno di decantarli. Lo fanno Madame de Steel, Chateaubriand e Goethe.

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Arancia rossa di Suio PAT Lazio

L’”Arancia Rossa di Suio” è uno dei prodotti agricoli più noti e caratteristici dell’area di Suio. La varietà locale strettamente legata alle condizioni pedo-climatiche del territorio di Suio viene coltivata in terreni di origine tipicamente di origine vulcanica: la presenza di zolfo e l’alcalinità permettono la crescita di un prodotto che nell’immaginario comune è legato solo ed esclusivamente alla regione Sicilia.

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Aglio rosso di Castelliri PAT Lazio

Anticamente, essendo Castelliri comune del Circondario di Sora in provincia di Terra di lavoro del Regno di Napoli, le direttrici del commercio dell’aglio raggiungevano più facilmente la capitale del Regno di Napoli. Dalla Statistica del Regno di Napoli nel 1811, Terra di Lavoro, VII Agricoltura e suoi prodotti, si apprende che: “Fra le cepacee coltiviamo: l’aglio (Allium sativum), il porro (Allium porrum), la cipolla (Allium coepa) di cui abbiamo molte varietà …”. Particolare valenza storica hanno le testimonianze dei produttori storici locali, come il Sig. Armando Di Carlo che ricorda: “20/30 anni fa si andava alla fiera di Casamari dalla sera prima e lì venivano i commercianti di Roma e di Albano a comprare l’aglio”. La Sig.ra Pierina Pessia, racconta: “Vendevano l’aglio a Veroli, poi i negozianti venivano qui a Castelliri a comprarli; ora vanno al mercato a Isola Liri”. Ricorda Marcello Venditti, dell’Associazione Aglio rosso di Castelliri: “Negli anni ’70 mio padre commercializzava 50 q.li di aglio con i commercianti di Sulmona e l’aglio veniva portato anche in alta Italia, venduto a 7/8 mila lire al Kg, e a Filettino dove passavano i romani che andavano alle terme di Fiuggi”. Ricorda Domenico Natalizia: “Prima della guerra venivano i napoletani da Afragola a Isola Liri e raccoglievano in giro l’aglio, venivano fatte grandi cataste che poi venivano portate con i camion a Napoli … tutte le famiglie di Castelliri avevano l’aglio”.

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Actinidia PAT Lazio

La provincia di Latina è tra le prime in Italia ad ospitare impianti specializzati nella coltura dell’Actinidia a partire dai primi anni ‘70. Nel 1971 viene realizzata una piantagione sperimentale a Borgo Montenero di San Felice Circeo, mentre nel 1974 a Borgo Flora si mettono a coltura i primi due ettari, descritti in un articolo della rivista Pontina Informazione, edita dalla Camera di Commercio di Latina, nell’anno 1975. Dal 1970 numerosi sono gli articoli pubblicati sia su quotidiani che su riviste specializzate a tiratura nazionale ed internazionali, che testimonino il progressivo sviluppo dell’Actinidia nella provincia pontina. Anche il mensile Italia Agricola , nel 1975, pubblica un articolo sull’argomento. Nel 1978 viene organizzato a Torino il primo convegno sull’Actinidia, nel corso del quale la zona dell’Agro Pontino è indicata quale zona italiana particolarmente vocata a tale produzione.

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Cavolfiore Tardivo di Fano PAT Marche

Pianta rustica e resistente al freddo, di maturazione tardiva, presenta infiorescenze di grana grossa, forma tendenzialmente semisferica appiattita, di colore bianco o bianco avorio, di struttura compatta, privo di pelosità. Le infiorescenze presentano pezzatura medie (diametro 14-18 cm) o medio piccole (da 12 a 14 cm).

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Cavolfiore Precoce di Jesi PAT Marche

Infiorescenza globosa, formata da corimbi bianchi, racchiusa da foglie ampie di colore cenerognolo. Nel corso degli anni il “Precoce di Jesi” è stato oggetto di ripietute selezioni finalizzate al miglioramento delle caratteristiche commerciali del prodotto. Originarimente infatti, l’infiorescenza presentava le classiche lumachelle (protuberanze coniche a spirale) che, pur rappresentando un magnifico esempio di architettura vegetale, conferivano al prodotto una scarsa attitudine ai trasporti in quanto sovente, per l’irregolarità della superficie, l’infiorescenza si rompeva. Inoltre il miglioramento genetico ha inciso anche sul colore del corimbo che, in origine giallognolo e quindi scarsamente appetito dal mercato, è divenuto bianco, più richiesto. Pur avendo perso le iniziali caratteristiche morfologiche, il cavolfiore “Precoce di Jesi” conserva attitudini di precocità e rusticità tipiche di questa varietà.

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Carciofo Precoce di Jesi PAT Marche

Il Carciofo Precoce di Jesi ha uno sviluppo alquanto contenuto, con un’altezza media misurata dal colletto all’inserzione del peduncolo del capolino centrale di circa 30 cm. Il caule, pubescente e di colore verde, ha i nodi disposti in modo ravvicinato. La pianta manifesta una spiccata eterofillia; il colore dell’intero apparato fogliare risulta nelle pagine superiori verde glauco con riflessi cinerei per la presenza di una lieve tomentosità e di tonalità meno intensa nelle inferiori

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Carciofo Monteluponese o Scarciofeno PAT Marche

E’ composto da un rizoma fibroso dalle cui gemme si sviluppano fusti ramificati. Il fusto principale presenta alla sommità un capolino, costituito da un ricettacolo e da diverse brattee terminanti con una spina. Alla base del fusto ogni anno si formano nuovi getti detti “carducci” necessari alla riproduzione della carciofaia. I fiori hanno corolla tubulosa, sono ermafroditi, di colore azzurro-violaceo; le foglie sono grandi di colore verde più intenso. Il frutto è un achenio di forma leggermente schiacciata e allungata.

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