Il borgo fu possedimento dei conti di Acquesana fino al 1070, passò in parte sotto la dominazione dei marchesi di Occimiano che ne cedettero i diritti ad Alessandria, ed in parte ai Marchesi del Monferrato i quali però estesero nel 1278 il loro dominio sull’intero feudo. Con la morte di Giangiorgio Paleologo nel 1533, l’ultimo della dinastia monferrina, il paese divenne, grazie alla mediazione dell’imperatore Carlo V, possesso dei Gonzaga di Mantova. Nel 1708, infine, il borgo fu sottomesso al dominio dei Savoia.
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Alessandria Comune di ALFIANO NATTA Piemonte
Alfiano fu il feudo appartenuto ad una ricca famiglia nobiliare astigiana. Il borgo, in un primo tempo dominio dei Marchesi del Monferrato fu da questi concesso ad alcune famiglie, tra i quali i Natta dal 1531 fino al secolo scorso.Sul colle sopra l’antico borgo si trovano ancora le antiche rovine del castello
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ORIGINE DEL NUCLEO STORICO: con l’insediamento delle prime celle monastiche benedettine e l’arrivo dei monaci in Val Borbera nel IX-X secolo, sorge l’Abbazia di Vendersi ed Albera, come di solito capitava nel “vicus” più popoloso, frequentato o centrale, diventa Pieve, cioè chiesa battesimale, unico luogo dove si somministrava il Battesimo a tutti i nuovi nati. Il primo nucleo del centro storico di Albera si sviluppa attorno alla chiesa pievana , e il prete che la regge è chiamato “praepositus” o “Prevosto”, forse perché in un primo tempo si tratta di un monaco benedettino dell’Abbazia di Vendersi preposto o delegato a quest’ufficio. La prima fonte documentata dell’esistenza della pieve è un trattato di pace fra Genovesi e Tortonesi del 1140 dove è ribadito l’impegno a rispettare i reciproci confini nel quale si legge “ et hoc faciemus sine fraude infra hos fines, a palodo usque gavi…. et a perci usque ad plebem alberiae” ovvero: “ questo faremo senza frode, dentro nostri confini, da Parodi a Gavi e da Persi fino alla pieve di Albera”.
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Le prime tracce di frequentazione umana sul territorio acquese risalgono al periodo neolitico. In età protostorica sul nostro territorio sono insediati i Liguri Statielli. Del loro centro, Carystum, non sappiamo nulla se non che fu assediato e distrutto dai Romani del console Marco Popilio Lenate nel 173 a.C. La conquista fu seguita dalla progressiva romanizzazione del territorio e dei suoi abitanti e dalla nascita di una nuova città, Aquae Statiellae, attorno alle fonti termali.
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Alessandria è stata ufficialmente fondata il 3 maggio 1168. Tuttavia, in questo preciso momento storico, la Città aveva già raggiunto una configurazione topografica, urbanistica ed amministrativa ben definita. Alessandria, infatti, viveva e prosperava sulle rive del Tanaro da ben prima che si decidesse di creare una vera Città come comunità libera e indipendente: semplicemente non aveva ricevuto un riconoscimento ufficiale e, quindi, non dipendeva da alcun potente vicino. La vera essenza della fondazione di Alessandria va, quindi, individuata nella volontà di dare risposte alle reali esigenze delle popolazioni locali, dei territori e dello sviluppo economico, secondo un modello degno di entrare negli annali della storia europea. Alessandria si fondò con l’unione demica dei tre insediamenti di Gamondio, Marengo e Bergoglio con il supporto della Città di Genova e dei comuni della Lega Lombarda in contrasto con il Marchesato del Monferrato, principale alleato di Federico Barbarossa.
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Percorso Italia CAI PIEMONTE da Garessio a Cannobio sul Lago Maggiore
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Falmenta – Cannobio L’ultima tappa in territorio piemontese si svolge con dislivello negativo e, salvo alcune brevi risalite, si conclude sulle rive del Lago Maggiore. Da Falmenta si raggiunge il fondo della Val Cannobina che si segue a mezza costa dei suoi versanti esposti a sud fino all’ingresso di Cannobio. In località Sant’Anna merita una breve digressione la visita dell’Orrido di Sant’Anna scavato da torrente Cannobino tra le balze rocciose che chiudono la valle prima di sfociare nel Lago Maggiore.
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Re – Falmenta Una tappa di media lunghezza e dislivello ridotto che trasferisce il Sentiero Italia sui versanti che digradano verso il Lago Maggiore. Da Re un sentiero in salita nei fitti boschi porta alla frazione di Finero da cui si entra per breve tratto in una delle propaggini del Parco Nazionale della Valgrande. L’area protetta istituita nel 1992 è la zona selvaggia più ampia d’Italia, gestita secondo i dettami della wilderness. Ancora attraverso foreste rigogliose si giunge agli abitati di Alpe Piazza e Gurro da cui un’ultima salita e discesa conducono a Falmenta in Val Cannobina.
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Vocogno – Re Questa tappa piuttosto breve è caratterizzata da dislivello esclusivamente in discesa per raggiungere il fondo della Val Vigezzo. Siamo nella Valle dei Pittori e questo lo si nota passando dai paesi e in particolar modo dalle chiese che si incontrano sul percorso. Craveggia,Zormasco, Villette sono borghi suggestivi e poi si raggiunge il santuario Re, opera monumentale recente.
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Rifugio Bonasson – Vocogno Ancora una tappa di media lunghezza e dislivello che attraversa i versanti isolati e selvaggi a nord della Val Vigezzo. Dal Rifugio Bonasson si scende la valle scavata dal torrente Isorno fino a una deviazione che sale verso la Forcola di Larecchio passando dall’Alpe Scaglia e dall’Alpe Camana. Si scende poi al lago di Panelatte prima di una breve risalita che conduce alla cappella dedicata a San Pantaleone. Poi si prosegue in mezza costa fino alla Bocc. di Ruggia e da qui si raggiunge la Piana di Vigezzo, passando dalla Bocc. di Muino. Si inizia una discesa su una mulattiera che arriva alla chiesa di Toceno e da qui al posto tappa a Vocogno.
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