l’ambiente della Riserva è da considerarsi di transizione tra la zona umida della salina e quella dei coltivi impiegati in una produttiva orticoltura. Su parte della superficie si riscontra la presenza di “Vegetazione annua pioniera a Salicornia”, habitat protetto dalla Direttiva UE Habitat.
View More Riserva Naturale di popolamento animale Il Monte – PugliaTag: Riserva naturale
Riserva Naturale di Popolamento Animale Palude di Frattarolo – Puglia
L’area rappresenta il bacino di espansione naturale del torrente Candelaro. Si trova ad un’altitudine di 1-2 m s.l.m.. La ricca vegetazione palustre e la vicinanza del mare la rendono un biotopo particolarmente interessante. Percorrendo i confini dall’esterno, è possibile osservare la particolarità dell’ambiente e dell’avifauna. Nella Riserva è consentito l’allevamento del bufalo allo stato brado.
View More Riserva Naturale di Popolamento Animale Palude di Frattarolo – PugliaRiserva naturale biogenetica San Cataldo – Puglia
La Riserva è ubicata lungo il litorale adriatico e ricade nel territorio dei Comuni di Lecce e Vernole. E’ costituita da un bosco di pino d’Aleppo ed eucalipto impiantato agli inizi del ‘900, in concomitanza con i lavori di bonifica effettuati per debellare la malaria che infestava le zone paludose del litorale salentino. L’esposizione del bosco ai venti marini, il basso impatto antropico dovuto all’istituzione dell’area protetta, nonché una serie di incendi verificatisi agli inizi degli anni ‘80, hanno diversificato l’aspetto della Riserva che si presenta oggi come un’area in cui poter scoprire habitat molto differenti tra loro: dalla pineta di origine artificiale piantata dall’uomo a quella naturale nata spontaneamente dopo gli incendi, dalla macchia mediterranea che lentamente riconquista il sottobosco della pineta, agli specchi d’acqua palustri, prova della massiccia opera di bonifica effettuata dall’uomo, dall’ombrosa fustaia di leccio agli estesi popolamenti di eucalipto.
View More Riserva naturale biogenetica San Cataldo – PugliaRiserva naturale biogenetica Monte Barone – Puglia
L’area è stata acquisita dal Demanio dello Stato nel 1913; si trova ad un’altitudine di 0-296 m s.l.m. ed è esposta a sud/sud-est, dove confina per la maggior parte con il Mare Adriatico sul quale si affaccia con strapiombi alti decine di metri, circostanza che la rende poco fruibile da parte di eventuali visitatori/escursionisti. La vegetazione è caratterizzata dal pino d’Aleppo, sicuramente autoctono sul Promontorio Garganico, che spesso radica sulla nuda roccia. Nel 2002 è stata interessata da un violento incendio, ma grazie a mirati interventi selvicolturali, i danni provocati si stanno lentamente risanando.
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Le due riserve di Umbra e Falascone costituiscono un corpo unico e rappresentano il nucleo dell’antico “Nemus garganicum” citato da Ovidio, Strabone e Virgilio, che ammantava l’intero promontorio. La storia della Foresta Umbra è un confuso susseguirsi di conquiste, usurpazioni, cessioni da parte di Re, Principi locali, svevi, longobardi, bizantini, etc. Le prime notizie certe si hanno verso la seconda metà del ‘500 quando il nobile Girolamo Grimaldi acquistò tutto il vasto territorio che circondava Monte Sant’Angelo, inclusa la Foresta.
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L’area è stata acquisita dal Demanio dello Stato nel 1957, si trova ad un’altitudine di 253-600 m slm e presenta un’orografia caratterizzata da un complesso sistema di vallette. Il loro orientamento ad ovest, verso il sottostante Lago di Varano, fa sì che le pendici rivolte a nord e nord-est, risultino più fresche e con un terreno fertile ed evoluto coperto da una vegetazione particolare che è stata definita “Uno dei più suggestivi ed importanti monumenti botanici del Meridione”
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Ubicata sul versante jonico salentino, a pochi metri dalla costa di Porto Cesareo. Detta Isola Grande perché tra quelle salentine risulta essere la più grande (larga 400 metri e lunga circa 2,5 km), conosciuta anche come Isola dei Conigli poiché in epoche passate le poche famiglie, che abitavano la costa, erano solite allevare il bestiame per i periodi di carestia tra i due conflitti mondiali. Sull’isola è presente un rimboschimento di pino d’Aleppo, associato a formazioni di macchia mediterranea. Confina con l’Area Marina protetta di Porto Cesareo e, nello specifico, si trova in zona di Riserva Parziale in cui è consentita la pesca professionale previa autorizzazione. Sono permesse la balneazione, le attività subacquee compatibili con la tutela dell’ambiente naturale, l’accesso e la navigazione delle imbarcazioni autorizzate.
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La Riserva, unitamente alla limitrofa area occupata dalla Riserva Integrale della Val Grande, è inserita nel complesso montuoso delimitato dalla Valle Vigezzo, dal Lago Maggiore e dal fiume Toce (Valle d’Ossola). Fa parte del bacino imbrifero del torrente S. Bernardino che confluisce nel Lago Maggiore. Orograficamente e morfologicamente molto ben definita, è caratterizzata da valli molto profonde e strapiombi che la rendono di incomparabile bellezza. Ambiente tipicamente prealpino, con cime impervie e frastagliate, che fanno da corona all’ampio ventaglio di formazione della valle e con valichi di accesso in vicinanza dei crinali.
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La Riserva, unitamente alla limitrofa area del Monte Mottac, è inserita nel complesso montuoso delimitato dalla Valle Vigezzo, dal Lago Maggiore e dal fiume Toce (Valle d’Ossola). Fa parte del bacino imbrifero del torrente S. Bernardino che confluisce nel Lago Maggiore. Orograficamente e morfologicamente molto ben definita, è caratterizzata da valli molto profonde e strapiombi che la rendono di incomparabile bellezza. Ambiente tipicamente prealpino, con cime impervie e frastagliate, che fanno da corona all’ampio ventaglio di formazione della valle e con valichi di accesso in vicinanza dei crinali.
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La Riserva di Pesche comprende una fascia altimetrica in cui sono rappresentate tutte le tipologie vegetazionali forestali essenziali che vanno dal Lauretum al Fagetum che, con diverso grado e secondo diverse modalità, hanno subito una serie di interferenze ed alterazioni dovute alle attività antropiche degli anni passati. Alle quote inferiori e fino ai 900 metri s.l.m., in favorevole esposizione a Sud-Ovest e con substrato calcareo altrettanto propizio termicamente, si rinviene un bel nucleo di leccio sia in struttura boschiva vera e propria che in caratteristiche formazioni rupestri su pareti rocciose sub verticali. Seguono la roverella ed il cerro alle quali si associano la carpinella, l’orniello, gli aceri ed altre specie minori per finire, quindi, con il faggio.
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