Rifugio Colombè – Rifugio Città di Lissone in Val Adamè Lunga e faticosa tappa che permette di collegarsi con l’Alta Via dell’Adamello saltando il difficile tratto dal rifugio Maria e Franco al rifugio Città di Lissone. Dal rifugio Colombè si raggiunge in breve l’omonima malga e si segue in discesa la mulattiera per le baite Saline (segnavia n. 117) fino a incrociare il sentiero n. 622 (ex 22) che attraversa i versanti occidentali e settentrionali (Sentiero dei Tre fratelli) del Monte Colombè e giunge al Lago d’Arno (mt. 1817). Con i sentieri 20A (in buona parte camminamento dell’ENEL in galleria) e 20 si guadagna il fondovalle della Val Saviore all’altezza della località Rasega. Si rimonta ora la valle lungo la strada fino alla malga Lincino, (in alternativa un comodo sentiero non segnato corre a fianco della strada intersecandola più volte) nei cui pressi si imbocca il sentiero n. 615 (ex 15) che sale con numerose svolte (Scale di Adamè) sul ciglio della Valle di Adamè, dove si trova il rifugio Città di Lissone.
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Sentiero Italia CAI Lombardia D26N Rifugio Marinelli-Bombardieri – Rifugio Cristina all’Alpe Prabello
Rifugio Marinelli-Bombardieri – Rifugio Cristina all’Alpe Prabello Una lunga tappa di dislivello intermedio scende dall’imponente mondo delle alte quote per tornare all’altezza dei pascoli sempre sui versanti a monte dell’alta Valmalenco. Dal Rifugio Marinelli Bombardieri si punta quel che rimane della Vedretta di Caspoggio, il piccolo ghiacciaio di cui si calpestano alcune residue propaggini per raggiungere la Vedretta di Caspoggio, colle di 3000 metri di quota da cui si scende verso il bacino artificiale del Lago di Alpe Gera passando dal Rifugio Roberto Bignami. Dal lago inizia una salita dolce sul fondo della Valle Poschiavina che punta direttamente al confine con la Svizzera che si segue passando dal Passo d’Ur e dal Pass da Cancian. Qui si torna in territorio interamente italiano raggiungendo il Passo di Campagneda da cui si scende verso il Rifugio Ca’ Runcasch che si supera per raggiungere il Rifugio Cristina.
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Rifugio Baita Iseo – Rifugio Colombè Con il sentiero n. 606 (ex 6) si raggiunge Pescarzo, si attraversa in discesa l’antico borgo e infilata via Pedina si scende, seguendo la vecchia mulattiera fino a Cemmo. Da qui, seguendo in discesa le vie del paese si raggiunge Capo di Ponte e superata la statale 42 si sale all’ingresso del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (visita consigliata). Poco prima dell’ingresso del parco, si infila un sentiero nel bosco (segnali bianchi e gialli) e lo si segue sino al sovrastante paese di Cimbergo da dove, seguendo una strada a tratti asfaltata, si raggiunge il rifugio De Marie al Volano (sv n. 666 ex 16 nell’ultimo tratto). Da qui su strada sterrata si attraversa l’alta Val Zumella e si raggiunge il rifugio Colombè.
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Rifugio Palù – Rifugio Marinelli-Bombardieri La tappa di media lunghezza e discreto dislivello che porta nel cuore delle alte quote ai piedi del Pizzo Bernina. Lasciato il Lago Palù una breve salita conduce lungo le piste sciistiche che si seguono in discesa fino alla partenza della seggiovia che sale al Monte Motta. Qui si svolta in direzione nord e si inizia la lunga salita che terminerà soltanto al Rifugio Marinelli Bombardieri a 2813 metri di quota. Lungo il percorso si raggiungono prima il Rifugio Musella e poi il Carate Brianza dove è possibile effettuare delle soste intermedie. A conclusione della tappa si possono osservare gli ambienti dell’alta quota dominati dai ghiacciai e dal Pizzo Bernina, la cima che supera i 4000 metri di quota più orientale delle Alpi.
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Passo del Vivione – Rifugio Baita Iseo Traversata che dalle Orobie porta ad affacciarsi in Val Camonica, aggirando il dolomitico gruppo prealpino della Concarena. Nella prima parte si percorre l’erbosa costiera dei Colli, a cavallo fra la Val Vivione e la Val di Scalve e si raggiunge il Passo di Campelli. Da Passo di Campelli (1892 m), confine tra provincia di Bergamo e provincia di Brescia, si segue in discesa una strada carrozzabile, ma la si abbandona quasi subito sulla destra per seguire il sentiero n 162 che taglia in quota i detritici pendii della Concarena. Con lunga traversata, dapprima su ghiaioni e poi nel bosco, si digrada verso est per scendere al rifugio Baita Iseo (1335 m) in circa un’ora e mezza.
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Rifugio Longoni – Rifugio Palù Questa è una tappa breve e di dislivello prevalentemente in discesa di trasferimento verso le alture sopra gli impianti sciistici di Chiesa Valmalenco. Dal Rifugio Longoni ci si dirige in direzione est verso il Torrente Entovasco dove si svolta verso sud per seguire a mezzacosta i versanti lungo la valle del Torrente Mallero. Superata l’Alpe Sasso Nero si giunge in vista del Lago Palù, adagiato in una splendida conca circondata da pascoli e boschi di conifera. Sulla sua riva settentrionale sorge l’omonimo accogliente rifugio.
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Rifugio Nani Tagliaferri al Passo di Venano – Passo del Vivione Dal Rifugio Tagliaferri il primo tratto é il piú impegnativo del percorso: si sale al passo del Vó (2368m) e poi, per un tratto particolarmente esposto (presenza di catene corrimano), si sale al passo del Demignone (2485 m), si scende alla piana dei laghetti del Venerocolo e all’omonimo passo (2314 m). Poi si imbocca la vecchia mulattiera realizzata per la “Linea Cadorna” che passa nei pressi dei laghetti di San Carlo e si sale al passo del Gatto (2416 m). Si scende con pendenza costante e con ampi tornanti nella Valle di Valbona e superato l´ononimo lago si passa nei pressi della Malga Gaffione (1825 m). Si prosegue poi in piano brevemente su una strada sterrata fino al rifugio Vivione (1828 m). Questa tappa segue fedelmente l’Itinerario Naturalistico Antonio Curò (segnavia CAI n°416).
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Rifugio Gerli Porro all’Alpe Ventina – Rifugio Longoni Con questa tappa raggiungeremo il rifugio Longoni entrando di fatto nel gruppo del Bernina. Dall’alpe Ventina si raggiunge il fondovalle, l’alpe di Forbicina e Laresin entrando nella selvaggia val Sissone che si risale oltrepassando boschi, pascoli e infine le morene che precedono il rifugio Del Grande-Camerini. Da questo balcone sulla parete nord del Monte Disgrazia ci si abbassa oltrepassando le alpi di Vazzeda e, oltrepassato il torrente grazie ad un ponticello, si scende verso l’abitato di Chiareggio. Superata la piccola chiesetta sul cui frontale campeggia una targa ricordo del famoso alpinista Ettore Castiglioni e della sua tragica fine, si risale verso l’ alpe Fora, da cui una dura salita porta ai Piani di Fora. Il suggestivo pianoro di origine glaciale si aggira verso nord-ovest, intercettando il sentiero che porta in breve al Rifugio Longoni. In alternativa, qualora non si volesse perdere troppa quota scendendo a Chiareggio, dall’Alpe Vazzeda Superiore è possibile raggiungere l’opposta alpe dell’Oro che si abbandona proseguendo in costa in direzione dell’Alpe di Fora e del rifugio Longoni.
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Dal rifugio Antonio Curò si costeggia il lago Barbellino per pochi minuti fino ad incontrare sulla destra il torrente che scende dalla val Cerviera (ponte in legno). Si risale costeggiando le cascate e si percorre poi un tratto di valle che conduce ad un altro tratto più ripido che permette di superare un salto di roccia allietato da una cascata. Ora ci si trova in un ampio pianoro (2234 m – deviazione sulla destra per i laghi della val Cerviera). Si affronta invece sulla sinistra (est) un altro tratto ripido e, di seguito, si prosegue fino allo spartiacque con la val Bondione. Si attraversa la testata di questa (incrocio con sentiero 322 che sale da Lizzola) fino al passo Bondione (2633 m) e si scende un poco nell’alta valle del Gleno. Si risale fino al passo di Belviso (2518 m) incontrando il sentiero 410 che proviene da Bueggio e, scendendo prima sul versante valtellinese e poi tornando su quello scalvino, si incrocia il sentiero 413 e in pochi minuti si è al rifugio Nani Tagliaferri (2328 m). Questa tappa segue fedelmente il Sentiero delle Orobie occidentali fino al rif. Curò, poi segue l’Itinerario Naturalistico A. Curò.
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Rifugio Bosio – Galli all’Alpe Airale – Rifugio Gerli Porro all’Alpe Ventina Questa tappa di media lunghezza e notevole dislivello conduce il Sentiero Italia sul versante settentrionale del Monte Disgrazia effettuando un lungo percorso ad arco che si affaccia sulla Valmalenco. Lasciato il Rifugio Bosio Galli si raggiunge l’Alpe Airale e si procede sostanzialmente in piano fino all’Alpe Mastabbia. Da qui una discesa graduale conduce alle frazioni a monte di Chiesa Valmalenco prima di iniziare la salita lunga e di notevole dislivello che porta al Passo Ventina a 2676 metri sul livello del mare. Rimane una discesa ripida e piuttosto lunga che raggiunge il torrente Ventina, poi l’omonimo rifugio e a breve distanza il Rifugio Gerli Porro.
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