Panina PAT Toscana

La panina viene ancora oggi prodotta secondo le ricette tradizionali tramandate da più generazioni. Le varie combinazioni fra gli ingredienti o l’uso esclusivo di alcuni di essi rispetto ad altri, rendono questo prodotto peculiare e leggermente diverso fra le varie località e fra le varie ricette familiari. Negli ultimi anni è frequente trovare un tipo di panina con accentuato gusto dolce per l’uso dello zucchero nell’impasto. Tale tipo di lavorazione si è diffuso per rendere questo prodotto da forno molto più simile ad un classico dolce. Era tradizione che la mattina di Pasqua i “cavallai” casentinesi si ritrovassero a fare una ricca colazione a base di panina dolce e salata, uova sode, insalata, cotolette d’agnello ed affettati tra i quali spicca il tradizionale “capicollo”.

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Panigaccio di Podenzana PAT Toscana

Il panigaccio ha forma rotondeggiante, con diametro di circa 15 cm e colore biancastro. Ha un odore fragrante, simile a quello del pane. La farina di grano viene amalgamata con sale e acqua sino a ottenere un impasto denso. L’impasto viene quindi messo in testi di terracotta, che vengono impilati gli uni sugli altri e fatti arroventare. Si consuma ancora caldo e si produce per tutto l’arco dell’anno.

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Panforte, panforte di Massa Marittima PAT Toscana

Il panforte è un dolce di forma circolare, basso e compatto. Può essere di colore bianco o nero a seconda che si cosparga esternamente di zucchero vanigliato o di cacao. Presenta una superficie rugosa, nella parte inferiore appoggia su un’ostia sottile. Ha un sapore forte di spezie e di frutta candita, è piuttosto consistente e si presenta leggermente gommoso al palato. Viene preparato in diverse pezzature. Prodotto principalmente nella provincia senese, la sua tradizione si è allargata col tempo al grossetano, in particolare a Massa Marittima. La sua produzione accompagna tutte le festività.

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Panficato dell’Isola del Giglio PAT Toscana

Il panficato nasce a Giglio Castello, il borgo fortificato dell’isola, utilizzando i frutti più comuni dell’isola come i fichi, scuri e piccoli, le mandorle e l’uva dolce seccata al sole. Nel 1544 il pirata Cair Heddin, detto il Barbarossa, saccheggiò il Giglio, uccise chi gli si opponeva e deportò come schiavi ben 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici decise di ripopolare il Giglio con gente proveniente anche dalle terre di Siena; ed è forse dovuta a questa immigrazione forzata la tradizione del panficato del giglio che per sapore e consistenza ricorda un panforte ma che venne preparato con quello che l’isola offriva.

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Pane marocco di Montignoso PAT Toscana

Il pane marocco di Montignoso si ottiene dalla mescolanza di farina di mais e farina di grano tenero con aggiunta di lievito di birra, olio, olive nere e aromi (rosmarino, peperoncino tritato, salvia, aglio e sale). Ha una forma tonda del diametro di 20-25 cm, colore scuro e dorato in superficie. La cottura avviene in forno a legna su foglie di castagno.Viene prodotto da novembre fino a gennaio in coincidenza della raccolta delle olive.

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Pane di Vinca PAT Toscana

Il prodotto deve la sua tradizionalità alla particolare combinazione delle materie prime. La farina di grano tenero e la crusca sono prodotte da un mulino locale con procedure tramandate nel tempo; la lievitazione per 12 ore e la presenza di crusca, conferiscono al prodotto una maggiore fragranza rispetto al pane normale.

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Pane di Regnano PAT Toscana

Il pane di Regnano è ottenuto da un impasto di farina di grano e patate lessate (patate di Regnano), fatto lievitare con levame e cotto in forno a legna. Di forma generalmente rotonda, la pezzatura è di circa 800 grammi. La cottura in forno a legna e l’utilizzo delle patate locali conferiscono al pane una fragranza ed un aroma particolari, oltre alla possibilità di essere conservato più a lungo.

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Pane di Pomarance PAT Toscana

Ha la classica forma di pagnotta, pesa dai 3 ai 5 kg. È di colore marrone chiaro e ha un profumo fragrante. Si vende sfuso o confezionato. Gli ingredienti (farina di grano tenero tipo “0” o integrale o di farro o di girasole, acqua e lievito autoprodotto) vengono impastati con un’impastatrice meccanica per circa 1 ora. Una “formatrice” meccanica forma i pani, che vengono lasciati lievitare per 6-8 ore, a differenza del pane prodotto con lievito industriale (che lievita in 3-4 ore). La lievitazione avviene su dei teli di lino, stesi su piani in legno di abete. Il pane viene poi cotto in forno a legna alla temperatura di circa 180°C, per 30-40 minuti.

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