Sentiero Italia CAI Valle d’Aosta F03 Rifugio Chalet de l’Epée – Planaval

Rifugio Chalet de l’Epée – Planaval Con questa tappa di lunghezza intermedia e dislivello esclusivamente in discesa, il Sentiero Italia perde quota per giungere nel fondo valle della Valgrisenche. Dal Rifugio Chalet de l’Epée si parte in direzione nord in discesa proseguendo il cammino parallelamente al lago artificiale di Beauregard, attraversando alcuni alpeggi e giungendo all’abitato di Valgrisenche dove si incontra la strada carrozzabile. Da qui si segue il corso del torrente sul fondovalle lungo numerose borgate fino all’abitato di Planaval dove è possibile pernottare.

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Sentiero Italia CAI Valle d’Aosta F02 Rhêmes-Notre-Dame – Rifugio Chalet de l’Epée

Rhêmes-Notre-Dame – Rifugio Chalet de l’Epée Tappa breve e di dislivello notevole che collega la Valle di Rhêmes con la vicina Valgrisenche. Da Rhêmes-Notre-Dame si imbocca il sentiero che sale ripido a tornanti verso il Col Finestra a 2840 metri sul livello del mare. Si abbandonano le valli nel Parco Nazionale del Gran Paradiso lasciandosi alle spalle una catena di montagne dalla Cima di Entrelor, alla Galisia con la vetta del Gran Paradiso che fa capolino in seconda fila. Dal colle in direzione nord ovest spicca invece la cima del Rutor. Con ripida discesa lungo terreni tipici dell’alta montagna si raggiunge il rifugio.

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Sentiero Italia CAI Valle d’Aosta F01 Rifugio Savoia – Rhêmes-Notre-Dame

Rifugio Savoia – Rhêmes-Notre-Dame La prima tappa interamente in territorio valdostano si svolge nel Parco Nazionale del Gran Paradiso con lunghezza e dislivello intermedi. Dal Rifugio Savoia si segue il tracciato della strada carrozzabile progettata negli anni Settanta e fortunatamente mai conclusa. Ci si tiene in posizione elevata rispetto allo splendido pianoro del Nivolet lungo il quale scorre placido il torrente disegnando tortuose anse tra verdi pascoli. Quando il pianoro si restringe affacciandosi sulla sottostante Valsavarenche, si abandona la strada e si prende un po’ di quota svoltando nell’ampia e selvaggia conca del Vallone delle Meyes. Salendo al Colle Manteau a 2790 matri si scende nel sottostante vallone per riprendere la salita verso il Colle di Entrelor a 3002 metri di quota. Da qui inizia una lunga e ripida picchiata fino a Bruil, capoluogo di Rhêmes-Notre-Dame.

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PAT Regione VALLE D’AOSTA

La Valle d’Aosta è famosa per le sue montagne. Per tutta la sua lunghezza, essa separa le Alpi Pennine (a nord e ad est) dalle Alpi Graie (ad ovest ed a sud) fino a giungere al fondo della val Ferret, dove si trova il col Ferret.Più nel dettaglio a nord, lungo il confine con il canton Vallese, troviamo in sequenza le Alpi del Grand Combin, le Alpi del Weisshorn e del Cervino e le Alpi del Monte Rosa, gruppi appartenenti alle Alpi Pennine. Ad ovest, lungo il confine francese troviamo le Alpi del Monte Bianco che appartengono alle Alpi Graie e chiudono la valle. A sud, lungo lo spartiacque con il Piemonte, troviamo le Alpi del Gran Paradiso, anch’esse appartenenti alle Alpi Graie. Infine ad est, sempre lungo lo spartiacque con il Piemonte, troviamo le Alpi Biellesi, che appartengono alle Alpi Pennine.Le montagne valdostane sono state teatro della storia dell’alpinismo europeo: dalla conquista del monte Bianco, avvenuta nel 1786, alla conquista del Cervino, nel 1865, fino alle più moderne vie di arrampicata ed alpinistiche.

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Miele di rododentro (mi de framicillo) PAT Valle d’Aosta

Si tratta di un nettare molto prezioso: in annate con clima particolarmente sfavorevole può risultare introvabile! Questo piccolo tesoro deriva da alveari posizionati generalmente a quote tra i 1600-2000 metri di altitudine, nelle vicinanze di boschi e pascoli d’alta quota dove le distese di rododendro macchiano di rosso carne le praterie e i pendii esposti al sole delle nostre montagne. La fioritura, che avviene tra la metà di giugno e la fine di luglio, fornisce un ottimo miele chiaro con tendenza a cristallizzare finemente, assumendo una colorazione quasi bianca nello stato naturale di miele cristallizzato. È delicato, tenue, senza odori predominanti all’olfatto; in bocca risulta equilibrato, con aroma floreale e fruttato. È soprannominato da alcuni apicoltori valdostani “il miele dei ghiacci” proprio per la peculiarità di essere prodotto a quote altimetriche elevate.

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Seupa à la Vapelenentze PAT

Al giorno d’oggi l’olio di noci è ottenuto tramite spremitura a freddo, tecnica che permette di mantenere le caratteristiche gustative ed olfattive tipiche della materia prima. Un tempo invece, la pasta ottenuta dalla macina dei gherigli veniva scaldata e mescolata per poi essere messa nel torchio. Il residuo solido della torchiatura si chiama troillet, un panetto color nocciola; questo veniva usato per l’alimentazione degli animali, ma è buonissimo da mangiare, o meglio, da rosicchiare, soprattutto se vi si aggiunge un po’ di zucchero. L’olio di noci, come ingrediente di sfiziose ricette, si presta per condire insalata, esalta aromi e gusti delle pietanze che accompagna: carne cruda, pesce, verdure grigliate, formaggi delicati.

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Olio di noci PAT Valle d’Aosta

Al giorno d’oggi l’olio di noci è ottenuto tramite spremitura a freddo, tecnica che permette di mantenere le caratteristiche gustative ed olfattive tipiche della materia prima. Un tempo invece, la pasta ottenuta dalla macina dei gherigli veniva scaldata e mescolata per poi essere messa nel torchio. Il residuo solido della torchiatura si chiama troillet, un panetto color nocciola; questo veniva usato per l’alimentazione degli animali, ma è buonissimo da mangiare, o meglio, da rosicchiare, soprattutto se vi si aggiunge un po’ di zucchero. L’olio di noci, come ingrediente di sfiziose ricette, si presta per condire insalata, esalta aromi e gusti delle pietanze che accompagna: carne cruda, pesce, verdure grigliate, formaggi delicati.

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Beuro de Brossa PAT Valle d’Aosta

Il beuro de brossa è prodotto nel periodo estivo negli alpeggi di alta montagna e, durante la stagione invernale, presso alcuni caseifici del fondovalle. La brossa maturata viene sbattuta con acqua calda, in una zangola, fino a quando si trasforma in burro.  Questo burro si presenta di colore paglierino intenso, con profumo e sapore pieni e arricchiti da avvolgenti note dolci e aromatiche che ricordanola materia prima all’origine: fieno, erba, latte!

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