Testaroli o testaieu PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

Semplici focaccine di farina, acqua e sale, cotte nel caratteristico coccio da cui prendono il nome.

Testaroli liguri

Zona di produzione

Val Graveglia, val di Vara, La Spezia e territori limitrofi

Lavorazione

panigazzi spezzini che prendono nome da panico, cereale simile al miglio ingrediente di pane povero. Pur essendo molto simili ai testaroli, una volta cotti nei testetti o anche in testi più grandi, vengono raffreddati, tagliati a rombi o a losanghe e fatti bollire. Tradizionalmente sono conditi con pesto, olio e formaggio oppure con sugo di funghi o di carne, come delle lasagne. È possibile cuocere i testaieu anche sulla piastra della stufa o della cucina a gas ma non si deve sperare di ottenere lo stesso risultato.

Curiosità

I Latini chiamavano testa il mattone, la tegola, il vaso di terracotta o comunque un coccio; i Liguri dell’entroterra chiamano testetti i tegamini di argilla utilizzati per cuocere i testaieu, focaccine di farina, acqua e sale.

Spendiamo qualche parola ancora sui testetti perché stanno diventando sempre più rari, dato che non c’è quasi più nessuno in grado di forgiarli.

La lavorazione è lunga, bisogna innanzitutto procurarsi la terra argillosa proveniente possibilmente da cave di diaspro. Poi con l’ausilio di una macina, che sostituisce l’antico batuelo o mazzetta in legno, si impasta la terra con la giusta dose di acqua. L’impasto ottenuto deve asciugare per almeno una settimana, dopodiché l’artigiano crea delle masse rotonde che vengono posizionate in un apposito stampo di ferro che dona all’argilla la forma del testetto.

C’era un tempo in cui lo stampo di ferro non esisteva e l’impasto d’argilla veniva posto sopra una tavoletta d’ardesia e grazie alla pressione delle dita e di un cerchio in metallo si creava il tegame dal bordo tondo. I tegamini ottenuti vengono messi ad asciugare al sole per una settimana circa e poi cotti in forno. A questo punto sono pronti per cuQuesto piatto tipico del Levante Ligure, muta nome e caratteristiche a seconda del paese di produzione e, nelle terre di confine, risente l’influsso della tecnica della Lunigiana. La bontà  e straordinarietà del piatto è racchiusa non tanto negli ingredienti, che sono estremamente semplici, ma nella tecnica di cottura che prevede l’utilizzo dei testetti impilati sul fuoco, dove diventano roventi e in grado di cuocere la pastella.

Pisello nero di l’Ago PAT

Il pisello nero presenta già durante la fase di levata una particolare variegatura di colorazione violacea delle foglioline. La pianta è molto vigorosa, con uno sviluppo in altezza che può superare i due metri. Il seme, che allo stato secco presenta le dimensioni di 3-5 mm, è di colore marrone-bruno, con una caratteristica macchia nera…

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Arancio Pernambucco PAT

L’arancio Pernambucco, della varietà Washington Navel, si è selezionato in cloni locali. È una pianta con portamento espanso, chioma molto densa e foglia piccola di forma ellittica con colore caratteristico verde scuro. La fruttificazione inizia già al terzo anno. Si tratta di un agrume di dimensioni medio-grandi a seconda della selezione.

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Aglio bianco di Vessalico PAT

Le cultivar di aglio fanno capo a due tipi principali, aglio bianco comune e aglio rosa o precoce, anche se numerose sono le denominazioni locali per le quali manca una sufficiente caratterizzazione. L’aglio di Vessalico dell’alta valle Arroscia (IM) è del tipo bianco; il bulbo (testa) si presenta di medie-grosse dimensioni, di forma regolare e…

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