Tortarello PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Cocomero tortarello verde, Tortarello bianco barese, Tortarello verde barese, Tortarello pugliese, Cetriolo tortarello barese chiaro, Cetriolo tortarello barese scuro.

Il tortarello (C. melo L. subsp. melo var. flexuosus L. Naudin), come il carosello e il barattiere, è una cucurbitacee appartenenti alla specie Cucumis melo L.; è diffuso su tutto il territorio pugliese e i frutti sono consumati immaturi, crudi in insalata o per accompagnare primi piatti. Le popolazioni di tortarello sono ritenute estremamente interessanti, perché rappresenterebbero la traccia di antiche cultivar dell’epoca egizia di cui non sono disponibili esemplari nelle collezioni di germoplasma di Naudin, Pagalo e Grebenscikov (Hammer et al., 1986).

L’assenza di barriere agli incroci intraspecifici è alla base della notevole variabilità di caratteri osservata nel germoplasma di queste popolazioni di melone, soprattutto per la morfologia dei frutti. Questi sono, in qualunque caso, privi del sapore amaro anche quando immaturi. La facilità di incrocio ha reso possibile un polimorfismo accentuato sia per la lunghezza degli steli che per la morfologia dei frutti. Infatti si riscontrano tipi con steli lunghi anche oltre tre metri (Bianco, 1990).

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura

La raccolta è effettuata quando i frutti presentano polpa consistente e croccante, i semi sono ancora abbozzati e la cavità placentare è assente. Con il procedere dell’accrescimento del frutto aumenta l’incidenza dello scarto attribuito ai tessuti placentari e ai semi e si modifica la caratteristica fragranza del frutto immaturo. In genere la commercializzazione è effettuata alla rinfusa e molto spesso si possono trovare frutti accumulati sui banchi dei mercati. Il prodotto è particolarmente gradito dal consumatore per l’assenza del sapore amaro, la sensazione di freschezza e per la buona digeribilità, sicuramente migliore del cetriolo.

TRADIZIONALITÀ

Fonti antiche (Plinio) documentano in particolare per il Bruttium, la coltivazione e l’uso alimentare del cavolo. Per la Calabria erano noti i “cavoli bruttini”, dotati di grandi foglie, fusto sottile e sapore molto acuto. Alcune specie vegetali sono documentate dalla coroplastica rinvenuta soprattutto nelle stipi votive di Locri e delle sue subcolonie, Medma (attuale Rosarno) e Hipponion (attuale Vibo Valentia) come: i “tortarelli” verdi, e le capsule di papavero; la prima specie corrisponde ad una varietà di melone diffuso in tutta la Magna Grecia (Policoro, Taranto), ma anche in altri siti del bacino del Mediterraneo (Olinto, Argo) il cui gusto ricorda quello del cetriolo» Mele, capsule di papavero, tortarello verde. Fruttini votivi di terracotta. V sec.a.C. Museo Archeologico Nazionale, Taranto.

TERRITORIO

Intera regione Puglia

Cavolo rapa PAT Puglia

Il cavolo rapa è abbastanza ricco di vitamine, contiene vitamina C, betacarotene, che nel corpo si trasforma in vitamina A, acido folico e esigue dosi di vitamine del gruppo B. Le tenere foglie del cavolo rapa sono più ricche di sali minerali rispetto alla radice ingrossata.

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Scapece di Lesina PAT Puglia

Anguille in pezzetti di 6-8 centimetri sott’aceto. Le anguille lavate , tagliate in pezzi di 6-8 centimetri, vengono infarinate e fritte in olio bollente, quindi conservate sott’aceto in barattoli di vetro.

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Carota di Zapponeta PAT

La carota di Margherita di Savoia e di Zapponeta è un prodotto tipico degli arenili nel territorio della Capitanata rinomato in tutta Italia. Il suolo tipico dell’entroterra pugliese è per sua natura particolare, la regione Puglia vanta una conformazione rocciosa e strutturale tale da accogliere alcune colture tra le più caratteristiche dello stato. Il Golfo di Manfredonia, ancora più, grazie alla zona di Margherita di Savoia costellata da aree legate a coltivazioni ricercate per via…
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