Trippa alla reggiana PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna

busecca, buzèca

La trippa, comunemente detta, non è altro che l’apparato digerente o stomaco del bovino. Risciacquare ripetutamente la trippa in acqua corrente poi tagliarla a striscioline larghe circa un centimetro. Tritare la pancetta con una cipolla di media grandezza e uno spicchio di aglio; mettere il trito in una casseruola, unire il burro e soffriggere bene, poi aggiungere la trippa, una cucchiaiata di salsa di pomodoro, sale, pepe, spezie e tanta acqua quanto basta per coprire la trippa. Farla bollire. Spolverarla con abbondante parmigiano reggiano.

Tradizionalità

Nella storia, la trippa ha sempre rappresentato un alimento completo e gustoso, tant’è che si hanno notizie che già gli antichi greci consumavano la trippa arrostita sulle braci, mentre i romani preparano le “salcicce di trippa”. Il Pisanelli, medico bolognese vissuto nel XVI sec. dichiarava che “la trippa è veramente cibo da persone che faticano e travagliano assai il corpo perché è più dura della carne del suo animale, ma se gli avviene che ben si cuoce et che nello stomaco di digerisca, dà un gran nutrimento”. L’Artusi stima la trippa un piatto ordinario, ma “di sapore gradevole e facile da digerirsi”.

 Referenze bibliografiche

  • “Libro di Famiglia Cassoli, 1700”, pag. 32, 66;
  • Gosetti della Salda Anna, Le ricette regionali italiane, Milano, La cucina italiana, 1967, pag. 439;
  • Maioli G., I racconti della tavola a Reggio Emilia, Bologna, GES, 1980 pag. 101-102;
  • Iori Galluzzi M.A.–Iori N. Breve manuale del mangiar reggiano, Reggio Emilia, N. Iori, 1985, pag.101;
  • Ferrrari Marta, Ricette e racconti della mia Reggio, Cadelbosco di Sopra, Conad Emilia ovest, 1993, pag. 92.

Territorio di produzione

Intera provincia reggiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *