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Prodotto Agroalimentare Tradizionale del PIEMONTE
Il Vermut di Torino è il vino aromatizzato ottenuto in Piemonte a partire da uno o più prodotti vitivinicoli italiani, aggiunto di alcole, aromatizzato prioritariamente da Artemisia spp. unitamente ad altre erbe, spezie ed eventuali sostanze aromatizzanti ammesse dalla normativa vigente.
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Territorio di produzione
Tutto il piemonte
Metodo di preparazione
Il Vermut di Torino ha come materie prime prodotti vitivinicoli italiani e per l’aromatizzazione piante appartenenti alle diverse specie di Artemisia che devono essere coltivate e/o raccolte nell’intero territorio della Regione Piemonte.
Tra i diversi generi di Artemisia utilizzabili è obbligatoria la presenza delle specie absinthium e/o pontica.
Al vino viene aggiunto alcole, aromatizzato prioritariamente da Artemisia. unitamente ad altre erbe,
spezie ed eventuali sostanze aromatizzanti.
I principi aromatici possono essere estratti mediante le tecnologie disponibili, utilizzando come supporto, singolarmente o congiuntamente, acqua, soluzioni idroalcoliche, vino, alcol.
Per l’edulcorazione possono essere utilizzati esclusivamente: zucchero di fabbrica, zucchero bianco, zucchero bianco raffinato, zucchero liquido, zucchero liquido invertito, sciroppo di zucchero
invertito; mosto di uve, mosto di uve concentrato e mosto di uve concentrato rettficato;
zucchero caramellato, senza aggiunta di basi, di acidi minerali o di altri additivi chimici;
miele.
Il Vermut di Torino può essere colorato esclusivamente con il caramello.
Storia
Il Vermut di Torino è conosciuto nel mondo per la tradizione e la storicità della produzione che si avvia in Piemonte a partire dalla fine del XVIII secolo.
Tradizionalmente i vini base per la preparazione del Vermut di Torino erano prioritariamente piemontesi e, tra questi, il Moscato di Canelli era particolarmente richiesto per il suo apporto aromatico e perla componente dolce del prodotto. Analogamente erano utilizzati i vini bianchi di altre zone del Piemonte prodotti nell’area alessandrina di Gavi e del Tortonese (vitigno Cortese), i vini bianchi romagnoli, i vini bianchi di Puglia, di Sicilia e di Sardegna.
La fama del Vermut è indissolubilmente legata al Piemonte ed a Torino in particolare, dove, alla fine del 1700, la preparazione di questo vino aromatizzato era una vera e propria arte.Torino divenne la città più rinomata, a livello mondiale, per l’elaborazione del Vermut di Torino e dei vini aromatizzati in generale.
Curiosità
Molte delle erbe aromatiche, utilizzate storicamente nella produzione del Vermut di Torino, sono di ampia diffusione sul territorio piemontese come pure lo è l’ingrediente caratterizzante: l’Artemisia absinthium e/o pontica.
Ma l’assenzio non è che l’attore principale di un folto gruppo di erbe aromatiche di antica raccolta e coltivazione in Piemonte tra cui achillea, camomilla, issopo, santoreggia, maggiorana, salvia sclarea, sambuco, timo, e di spezie quali cannella, cardamomo, chiodi di garofano, coriandolo, noce moscata, vaniglia, zafferano, e molte altre ancora, che conferiscono i profumi e i sapori inimitabili del Vermut di Torino.
Etichettatura
Nella designazione, presentazione ed etichettatura è vietato l’uso di nomi di luoghi geografici che facciano riferimento a comuni, frazioni, zone, comprese nella zona di produzione.
È consentito, nella designazione e presentazione del Vermut di Torino, impiegare il termine «Superiore» a condizione che il prodotto abbia un titolo alcolometrico volumico effettivo non inferiore a 17 % vol., sia composto di vino prodotto nella Regione Piemonte, pari ad almeno il 50 % in volume del prodotto nito, e sia aromatizzato con l’utilizzo, non esclusivo, di erbe aromatiche diverse dall’Assenzio – coltivate e/o raccolte nella regione Piemonte o di sostanze aromatizzanti o preparazioni aromatiche da esse derivate.
La denominazione di vendita può essere integrata con una delle seguenti diciture riguardanti il tenore di zuccheri:
– «extra secco» o «extra dry»: per i prodotti il cui tenore è inferiore a 30 grammi per litro;
– «secco» o «dry»: per i prodotti il cui tenore è inferiore a 50 grammi per litro;
– «dolce»: per i prodotti il cui tenore è pari o superiore a 130 grammi per litro.
Nella lista degli ingredienti, eventualmente presente, è possibile indicare il riferimento al vino o ai vini di base impiegati, fornendo le specificazioni delle denominazioni d’origine e/o delle indicazioni geografiche, qualora esse rappresentino almeno il 20% in volume del prodotto finito.