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Lo sfruttamento romano delle campagne è simboleggiato dalla Villa Romana del Casale (in Sicilia), centro della grande tenuta su cui si basava l’economia rurale dell’Impero d’Occidente. La villa è una delle più lussuose nel suo genere. È particolarmente degno di nota per la ricchezza e la qualità dei mosaici che decorano quasi ogni stanza; sono i più bei mosaici in situ ovunque nel mondo romano.
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Eccezionale valore universale
Il Comitato ha deciso di iscrivere questo immobile sulla base dei criteri (i), (ii) e (iii), considerando che la Villa del Casale a Piazza Armerina è l’esempio supremo di villa romana di lusso, che illustra graficamente la predominanza sociale e struttura economica della sua epoca. I mosaici che lo decorano sono eccezionali per la loro qualità artistica e inventiva oltre che per la loro estensione.
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Piazza Armerina, splendida città d’arte, incastonata nel centro della Sicilia, vanta una lunga serie di monumenti che raccontano un passato glorioso. Fiore all’occhiello della cittadina è la Villa Romana del Casale, risalente alla fine del IV sec. d.C. e appartenuta a una potente famiglia romana.
La splendida villa imperiale nel cuore romano della Sicilia, in provincia di Enna, è una magnifica dimora rurale, il cui fascino è dovuto soprattutto agli incantevoli mosaici, considerati i più belli e meglio conservati nel loro genere. Frutto di un lavoro certosino fatto di immagini nitide ed emozionanti, impreziosiscono in modo significativo i resti della fastosa residenza inserita nel 1997 nella World Heritage List dall’UNESCO.
![Mosaico Stanza delle Palestrite](https://www.vivigreen.eu/wp-content/uploads/2020/12/Piazza_Armerina_Villa_Romana_del_CASALE.jpg)
L’antica villa, per la sua bellezza e l’eccezionale ricchezza di elementi architettonici e decorativi, può considerarsi uno degli esempi più significativi di dimora di rappresentanza. Risalente al 320-350 d.C. la villa sarebbe appartenuta ad un esponente dell’aristocrazia senatoria romana, probabilmente un governatore di Roma (Praefectus Urbi); secondo alcuni studiosi fu, invece, costruita e ampliata su diretta committenza di un altissimo funzionario imperiale, identificato in Massimo Erculeo, un teatrarca di Diocleziano.
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Un’importante campagna di scavo condotta verso la metà del Novecento portò alla luce 3500 metri quadrati di pavimentazione a mosaico figurativo e in stile geometrico, oltre a colonne, statue, capitelli e monete.
Lo stile di vita del proprietario della casa viene celebrato da questa serie di mosaici pavimentali e parietali e si manifesta, con ricchezza ed eloquenza, in tutti gli ambienti della casa mostrando evidenti influenze stilistiche dall’arte africana, che hanno indotto a pensare alla presenza di maestranze africane tra i lavoratori.
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Nei mosaici si distinguono differenti stili e cicli narrativi: uno dedicato alla mitologia e ai poemi omerici, l’altro con riferimenti alla natura e a scene di vita quotidiana dell’aristocrazia romana.
Quattro zone distinte sono state individuate tra i resti della villa: l’ingresso monumentale con cortile a ferro di cavallo; il corpo centrale della villa, costruito intorno ad una corte con giardino; una grande sala con tre absidi(trichora), preceduta da un colonnato ovoidale, intorno a cui sorgono diversi vani; il complesso termale.
A dicembre 2012 si sono conclusi i lavori di restauro che per diversi anni hanno interessato i mosaici e le pitture parietali.
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Tanti gli ambienti che oggi sono visitabili: La zona delle terme; la corte porticata d’ingresso e l’arco onorario; il Vestibolo e il porticato del peristilio; gli ambienti di servizio, tra cui la stanza della “Piccola Caccia”, il corridoio della “Grande Caccia” e la stanza delle “Palestrite”; gli appartamenti padronali settentrionali con il mosaico di Ulisse e Polifemo e la stanza con Amore e Psiche e gli appartamenti padronali meridionali con il mosaico che raffigura il Mito di Arione e la stanza di Eros e Pan; il Triclinio e il portico; la Basilica.
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Piazza Armerina immersa nel verde
La città di Piazza Armerina sorge sui Monti Erei nell’entroterra del Golfo di Gela. La città è circondata dalle foreste del parco della Ronza e da numerose zone d’interesse paesaggistico come la diga Olivo e il sito archeologico di Montagna di Marzo, immerso anch’esso nel verde.
Nelle vicinanze, inoltre, si trova il lago di Pergusa, situato all’interno dall’incantevole riserva omonima.
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© whc.unesco.org
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:
Patrimonio culturale:
- monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
- i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
- le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
- i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale
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