“San Martino della Battaglia” è una denominazione di origine protetta che identifica una determinata tipologia di vino bianco e la sua variante liquorosa.
Uvaggio
Per la vinificazione dei vini San Martino della Battaglia è prescritto l’utilizzo di uve provenienti da vigneti composti, per almeno l’80% da vitigno Tocai Friulano. Per la restante parte (massimo 20%) possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione nella provincia di Verona e nella regione Lombardia.
Caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche
Il vino bianco ha un aspetto giallo citrino che con l’affinamento tende al dorato; il profumo è caratteristico, intenso ed evoluto; al palato risulta fresco, secco e rotondo, con un leggero retrogusto di mandorla. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è di 11,5% vol. Il vino liquoroso (15% vol.), invece, si presenta giallo e tende ugualmente al dorato con l’affinamento; il profumo si conferma caratteristico e intenso; il sapore è generoso e armonico, vellutato, gradevolmente dolce e impreziosito da un leggero retrogusto di mandorla ed eventualmente, in caso di affinamento in botte, da un sentore di legno.
Zona di produzione delle uve
La zona di produzione si estende a cavallo delle province di Verona e Brescia, in un’area collinare posta al confine tra le colline moreniche e l’entroterra a sud del lago di Garda.
Specificità e note storiche
Il territorio dove nascono i vini San Martino della Battaglia ha una lunga tradizione vitivinicola. Per secoli l’attività della zona è stata legata alla produzione del Lugana. La poca predisposizione dei terreni verso questa tipologia di vino, però, ha fatto sì che la vinificazione non raggiungesse mai livelli di eccellenza. In anni recenti, quindi, si è scelto di puntare su un altro vitigno, il Tocai friulano, con risultati di pregio.
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