SCARICA in formato PDF DISCIPLINARE VINO COLLI DELLA SABINA DOP
La Denominazione di Origine Protetta Colli della Sabina comprende al suo interno sia un vino bianco che un vino rosso.
Uvaggio
Il Colli della Sabina bianco deve essere prodotto utilizzando uve provenienti da vigneti che siano composti per almeno il 50% da vitigno Malvasia del Lazio e per una quota tra il 5% e il 35% da Trebbiano toscano e/o Trebbiano giallo (da utilizzare singolarmente o congiuntamente). Inoltre, per una percentuale non superiore al 10%, possono concorrere, come complementari, anche altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nel Lazio. Il Colli della Sabina rosso, invece, è realizzato con una quota tra il 40% e il 70% di vitigno Sangiovese e una quota tra il 15% e il 40% di Montepulciano. Anche in questo caso, possono concorrere vitigni complementari a bacca nera, purché coltivabile in regione a norma di legge.
Caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche
Il vino bianco appartenente a questa denominazione si presenta giallo paglierino, con una tonalità che può essere più o meno intensa, a seconda della produzione. Libera un profumo caratteristico, delicato e fruttato, che si abbina ad un sapore altrettanto delicato e armonico, che può andare dall’asciutto all’amabile. Il titolo alcolometrico minimo è di 11% vol. Il vino rosso, invece, ha l’aspetto rubino vivace, con odore vinoso e intenso e sapore da secco ad amabile. La gradazione alcolica è pari a 12% vol.
Zona di produzione delle uve
La zona di produzione è collocata nel Lazio centro-orientale, a cavallo tra le province di Roma e Rieti. Un’area collinare, in cui i vigneti non superano mai i 600 metri s.l.m. e il clima è di tipo temperato.
Specificità e note storiche
I Colli della Sabina sono vini frutto di una lunga tradizione che ha portato al loro perfezionamento. L’attività vitivinicola della zona Sabina era già nota in epoca romana e decantata dagli autori classici, come Strabone, Plinio il Vecchio e Orazio.