Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA
Vitigno Barbarossa (Barbarossa di Finalborgo) – Verduna o Verdona nel finalese Province di Savona e Genova. Vitigno a duplice attitudine a bacca di colore rosso vinoso. Foglie cotonose appena dentellate, acini di colore rosso vinoso il grappolo permane verde fino a tutto agosto poi si arrossa successivamente. Germoglio con forma a ventaglio, cotonoso, verde biancastro con sfumature rosee sui denti, foglioline apicali di colore bianco con sfumature bronzee, pagina superiore lanuginosa, inferiore aracnoidea, asse eretto.
Foglia pentagonale media tri o quinque lobata; seno peziolare a u largo; pagina superiore appena setolosa; superficie bollosa e opaca; nervature verdi rosate al punto peziolare; denti irregolari picciolo medio rosso e glabro.
A maturità il grappolo si presenta di medie dimensioni, composto, spargolo, lungo 20-25 cm; il peduncolo è visibile ed erbaceo, acino medio ellissoidale o sferoide irregolare, colore rosso rosa e verde, buccia sottile poco pruinosa, succo incolore, sapore neutro erbaceo.
Germogliamento: 15-30 aprile Fioritura: 7-13 giugno Maturazione: 20-30 settembre
Cultivar di origine probabilmente toscana, importata in epoche di emigrazione diffusa, data soprattutto la presenza di vitigni omologhi in varie parti della penisola e della Francia meridionale. Veniva apprezzata in passato come uva da tavola e a duplice attitudine, attualmente viene vinificata nel locale vino Nostralino (da tavola). Esistono 4 cloni, evidenziati e differenziati, di cui due a maturazione più tardiva e denominati Verdoni.
Vitigno Crovin del Savonese – Cruìn nel finalese, Croetto, Trinchera, Crovino Provincia di Savona Vitigno a bacca di colore nero violaceo e vinoso. Foglie leggermente dentellate, acini di colore nero violaceo e vinoso. Germoglio con forma a ventaglio, poco cotonoso, verde biancastro con sfumature rosee sui denti, foglioline apicali di colore bianco con sfumature verdoline, pagina inferiore lanuginosa.
Foglia di forma pentagonale media tendenzialmente trilobata quasi intera, seno peziolare a y stretto, pagina superiore poco setolosa, superficie mediamente bollosa e opaca, nervature verdi, leggermente rosee al peduncolo, denti irregolari, picciolo medio rossastro e glabro.
Grappolo a maturità medio grande, composto mediamente spargolo lungo 20-30 cm peduncolo visibile erbaceo acino medio piccolo, sferoidale e di rado leggermente allungato e irregolare sezione circolare colore nero violaceo, buccia sottile poco pruinosa succo leggermente rosato, incolore, sapore neutro o zuccherino.
Germogliamento: 10-20 aprile. Fioritura: 1-10 giugno. Maturazione: 1-10 ottobre.
Cultivar di origine Nizzarda ma probabilmente anche importata in epoche di emigrazione diffusa, data soprattutto la presenza di omologhi in varie parti a nord del Mediterraneo. Veniva apprezzata in passato come portatrice di struttura e nerbo ai vini da tavola locali, attualmente viene vinificata nel locale vino Nostralino da tavola.
Vitigno Moscatello di Taggia Comprensorio di Taggia in provincia di Imperia Vitigno a bacca di colore giallo oro. Foglie appena dentellate, acini di colore giallo tendente al dorato a maturazione. Germoglio con forma a ventaglio, verde biancastro, foglioline apicali di colore bianco con sfumature verdoline.
Foglia pentagonale media tri o quinque lobata, seno peziolare a u stretto, pagina superiore appena setolosa, supeficie appena bollosa e opaca, nervature verdi, denti corti irregolari, picciolo medio, verde e glabro.
Grappolo a maturità medio, composto, mediamente spargolo, lungo 20-30 cm, peduncolo visibile erbaceo, acino medio grande ellissoidale o sferoide irregolare, sezione circolare, colore giallo, buccia sottile pruinosa, succo incolore, sapore dolce di moscato.
Germogliamento: 10-20 aprile Fioritura: 1-10 giugno Maturazione: 10-15 settembre. Apprezzata sia come uva da tavola che a duplice attitudine. Per maggiori informazioni sul Moscatello di Taggia si consiglia di leggere il libro “L’Ambrosia degli dei. Il Moscatello di Taggia. Alle radici della vitivinicoltura ligure” di Alessandro Carassale 2002 Edizioni Atene
Vitigno Scimiscià Provincia di Genova, val Fontanabuona, entroterra di Chiavari e Lavagna Vitigno a bacca di colore verde giallo fino ad ambrato.
Foglia pentagonale medio-grande tri o quinque lobata, seno peziolare aperto, pagina superiore appena setolosa, superficie appena bollosa e opaca, nervature verdi, striate di rosso, denti corti irregolari, picciolo medio, verde e glabro.
Germoglio con forma a ventaglio aperta, verde biancastro, foglioline apicali di colore bianco cotonose con pigmentazione antocianica forte, asse eretto.
Grappolo a maturità medio, composto, mediamente spargolo, lungo mediamente 20 cm, peduncolo visibile erbaceo, acino corto non uniforme ellissoidale o sferoide irregolare, sezione circolare, colore verde giallo con punteggiature fino ad ambrato, buccia sottile pruinosa, polpa incolore succosa. Pianta vigorosa ma di bassa produttività, molto sensibile all’oidio e all’acinellatura.
Germogliamento: 20-30 marzo Fioritura: 1-10 giugno Maturazione: 10-20 settembre. Veniva apprezzata in passato, attualmente viene vinificata in piccolissime quantità di vino da tavola tipico e acidulo, ormai a livello di autoconsumo.
Zona di produzione: Genova, Savona, Imperia
Curiosità: Alcuni studiosi ritengono che la vite, quella selvatica, fosse presente in Liguria già in epoca preromana (circa nel 1000 avanti Cristo) e, proprio, da tale vite sarebbe derivato quel vino brusco e aspro citato da alcuni storiografi greci come Strabone. L’importazione in Europa della vite da vino si fa risalire al 600 a.C. e pare che siano stati i Focesi, provenienti da una colonia greca dell’Asia minore, a dare inizio, nel territorio di Marsiglia, alla coltivazione della vite. Da qui si sarebbe diffusa e perfezionata per opera dei Romani conquistatori.
Per quanto riguarda l’importazione dei vitigni in Liguria, le opinioni sono varie: secondo alcuni, certi vitigni sarebbero provenienti dalla vicina Francia, dalla penisola Iberica e anche dai Paesi del Levante afro-asiatico; altri propendono per la Spagna.
Anche per quanto riguarda l’antichità dei vitigni liguri, le tesi non sono tutte concordi: in ogni caso si parla soprattutto di Vermentino, Pigato, Rossese e Barbarossa.
Da documenti d’archivio, statuti comunali e atti notarili si deduce che nel Medioevo la Liguria avesse ormai una viticoltura notevolmente diffusa e decisamente prevalente sull’olivicoltura. La vitivinicoltura ligure, anche se ha un peso modesto nel contesto italiano sotto il profilo quantitativo, rappresenta una realtà per niente trascurabile dal punto di vista qualitativo per alcuni suoi vini, che uniscono ai pregi organolettici quella tipicità legata alle caratteristiche dei vitigni utilizzati.
Buccellato PAT Liguria
Il buccellato è un Dolce tipico della provincia della Spezia semplice negli ingredienti e nella forma che è quella classica della ciambella, che la accomuna a molti altri dolci della cucina casalinga non solo Ligure.
Il nome, traduzione del latino tardo bucellatum, pane militare, deriva da boccella, cioè boccone.
Fagiolo Cenerino PAT
Il fagiolo Cenerino è un fagiolo rampicante, cioè ad accrescimento indeterminato. Il baccello è piatto e lungo da 15 a 20 cm. Il seme, di colore cenere, da cui il nome dialettale senerìn, è di piccole dimensioni, lungo circa 1 cm. Se consumato verde, si lessa e ha una consistenza cremosa, un sapore delicato e burroso.
Torrone di Dolcedo e della Fontanabuona PAT
Ebbene sì: anche in Liguria, dove non mancano le produzioni di miele e di nocciole, il torrone veniva confezionato, insieme al pandolce, per le festività natalizie. Dal colore che va dal bianco panna al bianco avorio, ha una consistenza morbida. Là dove si coltivava il nocciolo, la tradizione imponeva che sulla tavola natalizia fosse presente u…
Le informazioni che pubblicate sul Moscatello di Taggia non credo siano corrette, in particolare dovreste rivedere la frase “attualmente viene vinificata in piccolissime quantità nel vino Moscatello da tavola, ormai a livello di autoconsumo”, dal momento che ci sono almeno una dozzine di aziende agricole che lo producono e lo etichettano. Riguardo alla storia della viticoltura in Liguria, consiglio un passaggio con il Prof. Alessandro Carassale per un aggiornamento.
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