Zafferano di Città della Pieve PAT Umbria

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Umbria

Il prodotto è costituito dagli stimmi trifidi dello stima del fiore di Crocus Sativus L. appartenente alla famiglia delle Iridacee

Preparazione del terreno con aratura ad una profondità di 30 cm, concimazione con impiego di fertilizzanti non contenenti sostanze chimiche di sintesi. Piantagione dei bulbi tuberi nel mese di luglio e di agosto, i bulbi devono essere espiantati e messi a dimora nel nuovo impianoto da realizzare in un altro appezzamento. Impiano su file distanti da 20 a 40 cm. Raccolta manuale dei fiori nelle prime ore del mattino. Nella stessa giornata deve essere fatta la separazione degli stimmi dei fiori. Gli stimmi posti su un setaccio vengono essiccati ad una temperatura compresa tra i 40 e i 45°centigradi fino al momento in cui il filamento si sbriciola sotto la pressione delle dita. La fonte di calore per l’essiccazione è la brace o in alternativa un forno elettrico ventilato

Tradizionalità

Gli statuti comunali delle aree di produzione attestano la presenza della coltivazione dello zafferano tra il XV e XVI secolo

Territorio interessato alla produzione: Città della Pieve, Paciano, Piegaro, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Fabro, Parrano, San Venanzo, Ficulle, Allerona e in parte Castiglione del Lago, Magione, Perugia, MArsciano e Corciano

Torcolo di San Costanzo PAT Umbria

Il Torcolo di S. Costanzo è stato creato in onore di San Costanzo, patrono di Perugia, condannato alla decapitazione. E’ nato come dolce povero, preparato con ingredienti semplici e facilmente reperibili; l’impasto di base, infatti, veniva preparato con la pasta del pane. Sull’origine della sua forma a ciambella esistono varie versioni:

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